Negli ultimi 30 anni le classi dirigenti, a livello nazionale e globale, ci hanno condotto sull’orlo del collasso sociale e ambientale: negli stessi giorni in cui si ritroveranno al workshop dello Studio Ambrosetti, Sbilanciamoci! promuove il Forum dell’alternativa al paradigma dell’economia dominante
di Giulio Marcon
Quando si parla di classi dirigenti, tutti pensano alla politica e ai partiti. Troppo comodo, troppo facile. Le classi dirigenti – capaci di condizionare e influenzare le decisioni e di avere potere – attraversano diversi ambiti, dove si annida l’élite di una società: magistratura, chiesa, giornalismo, impresa… Tra i diversi ambiti delle classi dirigenti si stabiliscono alleanze, complicità, mutui affari. In Gran Bretagna (e negli Stati Uniti) si preferisce parlare di establishment, ma più o meno si tratta della stessa cosa.
Gramsci ricordava che in certe epoche della nostra storia le classi dirigenti, quando non riescono a esercitare l’egemonia sulla società, diventano sovversive, ricorrendo al ribaltamento della democrazia e delle regole del gioco per rimanere in sella. Accadde in Italia con il fascismo, ma sta avvenendo in dosi omeopatiche e con forme forse meno drammatiche anche oggi.
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