Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

Stratehichna oborona

Beta - Questa pagina costituisce l'archivio degli incipit degli articoli del Colonnello OGS, di seguito un esempio

novembre 2023 - Giorno 629
La guerra in Ucraina continua, anche se se ne parla di meno.
E se se ne parla di meno non è perché ci siano meno sviluppi di prima, ma perché la macchina dei Media ha deliberatamente scelto di occuparsi di altro: non per ragioni politiche, ma di marketing.
Gaza “vende” di più, perché richiama un problema molto ben noto e familiare, e nel contempo distrae da una storia che ormai stava diventando difficile da “vendere” nei notiziari.
Questo non significa che Gaza sia un problema più importante, grave o pericoloso: significa solo che “vende” meglio, almeno per il momento.  (continua)

settembre 2023 - Giorno 580
Seguendo i media mainstream come i social, sia nazionali sia internazionali, mi sembra di capire che la maggior parte dei commentatori non abbia afferrato una cosa: la situazione sembra più o meno la stessa di un mese fa, ma non è così. Quella che appare da tempo una lenta azione di logoramento sembra proseguire perché il ritmo di avanzata rimane molto basso ma i meccanismi alla base delle dinamiche in atto sul terreno sono cambiati. 
(continua)

settembre 2023 - Giorno 558
Durante l’ultimo video con Ivan Grieco, al termine di un dibattito secondo me costruttivo, professionale e rispettoso, l’amico e anziano d’Accademia generale Paolo Capitini per ribattere alle mie osservazioni sui problemi attuali dell’Armata Russa, mi ha rivolto la domanda fatidica: «Ma insomma: se i russi sono messi così male, come mai gli ucraini non hanno ancora vinto?»
Ricordo di aver già scritto un post per rispondere a questa domanda, ma mi rendo conto che occorre tornarci: non tanto per rispondere a Paolo - che è un professionista la cui domanda aveva ovviamente una valenza retorica nell’ambito di una discussione tecnica - quanto per affrontare i dubbi della maggioranza del pubblico, che invece a tale quesito da un valore nominale.
La domanda infatti, è del tutto comprensibile e ritengo se la pongano davvero in molti; merita pertanto una risposta chiara e articolata. (continua)

agosto 2023 - Giorno 549

Evgenij Prigožin ci ha lasciato... Oppure no?
Ci sono molti punti poco chiari che lasciano la questione aperta. Innanzitutto, considerato che stiamo parlando di un’organizzazione (non di un individuo) estremamente efficace, capace, esperta e ben posizionata per acquisire informazioni riservate, appare strano che la Wagner si sia lasciata decapitare così facilmente dopo essersi esposta in maniera così imprudente (tutti e quattro i leader principali del gruppo sullo stesso aereo privo di scorta in volo proprio da Mosca a San Pietroburgo) laddove tutto il mondo dava per scontato che Putin si sarebbe vendicato. (continua)


luglio 2023 - Giorno 500
Arriveremo a mille? No, non credo proprio: sicuramente non in una situazione di conflitto ad alta intensità.
Considerata situazione attuale e andamento del conflitto finora, le possibilità di durata variano fra la fine dell’estate in caso di completo successo della controffensiva ucraina, fino ad un congelamento lungo una linea di contatto poco più avanzata rispetto a quella attuale in caso di completo fallimento della stessa. Questo in quanto il potenziale militare complessivo dei contendenti è ormai relativamente simile mentre quello offensivo russo è esaurito e quello ucraino è sufficiente per un solo consistente ciclo operativo offensivo; nel caso che la controffensiva non raggiungesse risultati decisivi, ci troveremmo in una condizione in cui i contendenti si trovano in una posizione consolidata senza la capacità di schiodare l’avversario dalla propria. Si tratterebbe della classica situazione in cui un armistizio indefinito o un congelamento delle operazioni diventano l’unica soluzione (provvisoria) possibile. (continua)

giugno 2023 - Giorno 473
La battaglia si sviluppa davanti ai nostri occhi.
Ieri ho concluso il mio post con una rapida carrellata lungo il fronte, senza esprimere una speciale preferenza per il punto di massimo sforzo dove gli ucraini cercheranno lo sfondamento... Personalmente ho una mia idea primaria e una secondaria, entrambe ben precise, fra cui non so scegliere perché la scelta dipenderebbe da una conoscenza esatta delle capacità logistiche ucraine che non ho; e forse è meglio così, perché probabilmente non ce l’hanno nemmeno i russi.
(continua)

giugno 2023 - Giorno 472
Fino adesso la mia impressione è che gli ucraini abbiano proceduto alla penetrazione della zona di frenaggio russa, aggirando gli avamposti e impegnando le posizioni fortificate solo in pochi punti per cercare di provocare confusione e richiamare le riserve russe nei punti sbagliati. In un certo senso stanno cercando di ottenere per via di terra effetti che la Nato avrebbe cercato attraverso l'utilizzo della superiorità aerea, che agli ucraini manca.
Fra l'altro, spicca l'impiego di Brigate territoriali nell'avanzata, segno che le Brigate meccanizzate sono altrove.
(continua)

aprile 2023 - Giorno 414
Va bene, mi arrendo. Avevo deciso di ignorare la cosa per la sua scarsa rilevanza militare ma il rumore mediatico ormai è tale da avergliene conferito uno...
I “leaks” informativi dagli Usa: continuo a ricevere domande in merito e richieste di affrontare l’argomento anche se avrei veramente preferito evitare, e vi spiego il perché.
Non curo questa bacheca per guadagnarci qualcosa e nemmeno per gusto di visibilità: lo faccio per offrire un contributo alla comprensione di un evento storico che considero essere trattato maldestramente dai media italiani.
(continua)

marzo 2023 - Giorno 400
E venne il quattrocentesimo giorno di guerra. Ricordo quando qualcuno dei pochi che ancora li contavano auspicò che il conflitto si fermasse a quota duecento: siamo al doppio.
Giunti a questo punto, qual è la prospettiva?
(continua)

marzo 2023 - Giorno 397
Ne abbiamo già parlato ma forse è il caso di tornare sull’argomento e magari di approfondirlo un po’, anche se è ostico. Continuo a riscontrare sui Social una notevole mancanza di comprensione di quelli che sono gli equilibri militari durante un conflitto. Fra l’altro, alcuni di quelli che mi criticano non da posizioni tecniche ma ideologiche e filo-putiniane tendono ad usare la famosa espressione “la guerra non è una partita a Risiko”. Verissimo.
(continua)

febbraio 2023 - Giorno 368
Concluso il primo anno di guerra su un fronte assolutamente stabilizzato dopo il disastroso fallimento dell’offensiva d’inverno russa, che al costo di oltre 20 mila morti non ha portato nemmeno alla tanto annunciata presa di Bakhmut, forse è il momento di provare a guardare avanti per chiedersi “come” (se non “quando”) questo conflitto potrà concludersi davvero.
(continua)

febbraio 2023 - Giorno 365
Un anno di guerra.
Un anno di guerra convenzionale, simmetrica, ad alta intensità e per di più in Europa, che coinvolge una Potenza nucleare di primissimo piano.
Non è una situazione normale e non può essere equiparata ai conflitti della Guerra Fredda proprio in quanto quelle erano tutte per loro natura guerre limitate: limitate per il fatto di essere controllati dall’esterno dalle superpotenze, a loro volta decise a circoscrivere i conflitti per evitare rischi di escalation.
Per questo, porsi rispetto alla guerra in Ucraina allo stesso modo in cui ci si poneva riguardo alle guerre in Medio Oriente o in Africa è sbagliato.
(continua)

febbraio 2023 - Giorno 358
Ci sono segnali dal fronte di Bakhmut secondo i quali sembrerebbe che lo sforzo del primo scaglione tattico russo abbia raggiunto il culmine senza ottenere lo scopo desiderato, che consiste nell’identificare e impegnare il punto debole della difesa avversaria.
Mentre ancora non si può essere sicuri che il gruppo di forze centrale del Donbass (quello appunto davanti a Bakhmut) abbia culminato, appare abbastanza evidente che questo limite sia stato ormai superato da parte del gruppo meridionale davanti a Vuhledar.
(continua)

febbraio 2023 - Giorno 356
Uno dei pochi dibattiti seri fra gli specialisti in questo momento, è se la grande offensiva russa stia per iniziare oppure se sia in effetti già in atto.
Quando è che una tempesta diventa uragano?
(continua)

febbraio 2023 - Giorno 343
Il fronte in Ucraina è rimasto sostanzialmente immutato dalla liberazione di Kherson.
Non ci sono stati spostamenti significativi delle linee in nessun settore, e la situazione operativa è rimasta la stessa in tutto il Teatro.
A livello tattico naturalmente si sono verificati combattimenti anche molto intensi, che però non hanno apportato alcun cambiamento di situazione: è importante comprendere questo per avere un’idea chiara di quello che sta succedendo nel conflitto.
(continua)

gennaio 2023 - Giorno 330
La conferenza di Ramstein si terrà domani (20 gennaio, n.d.r.). Si tratta di un evento fondamentale per la guerra in Ucraina, di gran lunga più della battaglia di attrito ancora in corso a Bakhmut.
Si tratta dell’incontro periodico dei Paesi donatori di aiuti per il Governo di Kyiv, generalmente rappresentati dai rispettivi Ministri della Difesa, e che raggruppa oltre alle Nazioni membro della Nato, del G7 e/o della Eu, tutti gli altri Paesi appartenenti alla coalizione occidentale, quali l’Australia o la Corea del Sud.
Durante questi eventi si coordinano gli invii di materiale in Ucraina in modo da evitare inutili o pericolose sovrapposizioni e da cercare di coprire tutte le necessità note.
(continua)

gennaio 2023 - Giorno 327
Seguendo i commenti sui social, ma anche leggendo gli articoli della stampa mainstream, mi sono reso conto come esista un fondamentale problema di comprensione degli eventi da parte del pubblico, che non si manifesta quando l’evento osservato è ormai nel passato. Questo probabilmente è un problema di prospettiva: un evento di portata storica osservato però “dal di dentro” diventa difficile da leggere, in particolare nelle sue dimensioni.
Questo problema poi si accentua quando la gran parte dell’informazione si concentra nei titoli degli articoli più che nel contenuto degli articoli stessi, e questo in quanto i titoli sono fatti per attrarre e non per informare.
A cosa mi riferisco esattamente? A quello che a me appare come una incomprensibile incapacità da parte del grosso del pubblico di afferrare le proporzioni delle cose nel conflitto ucraino.
(continua)

dicembre 2022 - Giorno 300
Abbiamo visto nell’articolo precedente come da parte russa l’incessante pressione su Bakhmut abbia una sua logica, per quanto perversa: logorare il potenziale militare ucraino in modo da ridurne la capacità controffensiva, anche a costo di consumare il proprio.
Dal punto di vista di Gerasimov e di Surovikin, inoltre, il tritacarne di Bakhmut ha l’ulteriore vantaggio di dissanguare il Gruppo Wagner, che l’esercito regolare vede come il fumo negli occhi per la sua tendenza a risucchiare risorse vitali in termini di mezzi da combattimento e rifornimenti logistici; lo stesso Wagner e il suo padrone Prigozhin a loro volta vedono l’opportunità di accrescere il proprio prestigio e il prezzo da pagare è considerato adeguato...
Ma dal punto di vista ucraino?
(continua)

dicembre 2022 - Giorno 299
Una delle riflessioni più tipiche e famose sull’Arte Militare – e che ho già richiamato in un precedente articolo – è quella relativa all’antico condottiero stupido e a quello bravo.
Nei tempi antichi, quando le schiere si fronteggiavano in campo aperto, le battaglie duravano poche ore e le tattiche disponibili erano poche, si diceva che un comandante stupido ordinava di attaccare frontalmente, mentre uno abile attaccava sui fianchi per cercare di circondare il nemico; per intenderci: come Annibale a Canne. Questo però implicava che due comandanti abili si scontravano entrambi sulle ali uno dell’altro...
(continua)

dicembre 2022 - Giorno 292
Una guerra totale, simmetrica e soprattutto ad alta intensità, si articola in “cicli operativi”. Il ciclo operativo comprende l'arco di tempo e tutte quelle operazioni belliche compiute dalla parte dotata di iniziativa che vengono compiute a partire dall’avvio della manovra offensiva/controffensiva fino al conseguimento dell’obbiettivo operativo pianificato o all’esaurimento delle risorse rese disponibili per acquisirlo.
L’Ucraina ha conseguito l’iniziativa in seguito alla culminazione dell’offensiva avversaria a metà estate, ed ha avviato un ciclo controffensivo che ha condotto alla liberazione di vasti territori occupati posti ai due estremi dell’arco del fonte, rispettivamente negli oblast di Kherson e di Kharkiv. La manovra è proseguita lentamente con l’acquisizione di limitate teste di ponte a est del Dnipro a sud e con l’erosione delle posizioni difensive russe nel nord del Luhansk, ma senza conseguire sfondamenti; in sostanza tali operazioni hanno semplicemente gettato le basi per le operazioni future, da svolgere nel ciclo operativo successivo.
(continua)

dicembre 2022 - Giorno 288

A quanto abbiamo avuto modo di vedere, la strategia di Kyiv in risposta alla campagna di bombardamenti contro l’infrastruttura civile ucraina prevede – oltre al rafforzamento costante della difesa aerea – attacchi mirati in profondità alle basi militari russe oltre che a ponti e ferrovie, cioè all’infrastruttura militare che supporta lo sforzo bellico russo.
Possiamo aspettarci a questo punto che la pianificazione del Targeting ucraino sia dettagliata, flessibile, a lungo termine e programmata in base ad un calendario che consente da un lato di erodere sistematicamente le capacità russe e dall’altro di rispondere con forza agli attacchi nemici in modo da sostenere non solo la spinta militare ma anche il morale del fronte interno e degli alleati occidentali.
(continua)

dicembre 2022 - Giorno 285
Esaminata la situazione psicologica dell’Ucraina, dei suoi abitanti e dei suoi soldati – che vedo assolutamente propedeutica per comprendere non solo i successi riportati sul campo e la resilienza dimostrata dalla popolazione – bisogna adesso riportare la nostra attenzione sulla Russia per cercare di capire in quale posizione si trovino il Regime e la sua popolazione... Questo per mettere a fuoco soprattutto il differente approccio negoziale e quindi per tornare a scrutare l’orizzonte futuro. 
(continua)

novembre 2022 - Giorno 277
La settimana scorsa Putin ha preso parte a Yerevan alla sessione periodica del Csto, il trattato di sicurezza collettiva creato dalla Russia con alcuni Paesi ex-Urss, spesso definito “la Nato dell’Est”.
L'obiettivo principale della partecipazione al vertice per Putin era cercare di mantenere in esistenza la Csto, da cui Armenia e Kazakistan hanno espresso l’intenzione di ritirarsi. Il vertice è stato per Putin uno degli eventi politici più indicativi di quanto la posizione internazionale della Russia si sia deteriorata a causa degli insuccessi militari in Ucraina.
(continua)

novembre 2022 - Giorno 272
Ieri ho esposto le mie perplessità nei confronti di quella che vedo come una difformità da parte della maggioranza dei commentatori nell’affrontare notizie e prese di posizione a seconda che provengano da Mosca o da Kyiv: in sostanza sembra che Putin goda di una sorta di “rendita di posizione” da “cattivo” nei confronti di Zelensky, che a differenza di lui sembra condannato a doversi comportare in maniera politicamente corretta anche se si trova a guidare un Paese invaso e in guerra.
Oggi vorrei andare più nel dettaglio andando a esaminare le rispettive rigidità nei confronti di un approccio negoziale e le reazioni che tali rigidità sembrano suscitare nell’opinione pubblica.

novembre 2022 - Giorno 271
Forse l’aspetto che più mi sorprende della guerra in corso, è la mancanza di senso delle proporzioni da parte di gran parte di coloro che la commentano, siano essi giornalisti di professione o semplici cittadini impegnati sui social.
Eventi di importanza relativamente scarsa spesso sono anteposti ad altri notevolmente più significativi ed attraggono un’attenzione eccessiva che sembra fatta apposta per nascondere quel che effettivamente dovrebbe essere messo in risalto.
Per esempio l’episodio dei missili caduti in Polonia per errore (errore russo o ucraino, sempre di errore si tratta, ed era evidente fin dall’inizio visto che ad essere colpito è stato un trattore), che ha completamente distratto dagli oltre cento missili sparati – non certo per errore – contro l’infrastruttura civile ucraina, che hanno provocato un numero di vittime e di danni notevolmente più elevato.
(continua)

novembre 2022 - Giorno 267

Negli ultimi giorni gli sviluppi diplomatici hanno ampiamente travalicato quelli militari, laddove questi ultimi patiscono le limitazioni stagionali mentre quelli diplomatici sono accelerati dal calendario.Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di “pressioni” americane sull’Ucraina per alleggerire le sue posizioni dopo la liberazione di Kherson e rilanciare l’ipotesi di trattative. Personalmente vedo in questo discorso più un riflesso delle speranze personali di chi ne scrive che non un effettivo progresso diplomatico, anche perché in ultima analisi tutto nasceva da una singola frase del Generale Milley, Capo di Stato Maggiore americano, fra l’altro ampiamente decontestualizzata.
(continua)

novembre 2022 - Giorno 262
Kherson è stata liberata, e questo costituisce una limpida vittoria per l’Ucraina e per l’Occidente che la appoggia.
Però il Gruppo di Forze russo che la difendeva non è stato distrutto, e questo considerata la posizione tattica ormai compromessa in cui si trovava testimonia delle capacità (finora poco evidenti) della Catena di Comando da cui dipendeva. Poiché l’unico cambiamento recente è stato quello della nomina di Surovikin a Comandante Operativo nel Teatro ucraino, probabilmente questo risultato va ascritto a lui.
(continua)

novembre 2022 - Giorno 261
Le prime informazioni credibili cominciano ad arrivare da Kherson.
Pur caotiche nel loro insieme, risultano credibili perché sembrano confermare al momento la incongruità sistemica delle decisioni militari russe e la loro totale sudditanza ad aspetti politici che – pur rilevanti – dovrebbero passare in secondo piano di fronte alle esigenze del campo di battaglia. Poiché l’unico cambiamento recente è stato quello della nomina di Surovikin a Comandante Operativo nel Teatro ucraino, probabilmente questo risultato va ascritto a lui.
(continua)

novembre 2022 - Giorno 258
Dopo gli ultimi articoli in cui ho cercato di descrivere la situazione di degrado in cui versano al momento le Forze Armate russe, mi aspetto di sentirmi chiedere la domanda fatidica: “Ma se i russi sono messi così male, come mai gli ucraini non sono già a Mosca?”, con il sottinteso che ovviamente i miei articoli siano la solita propaganda “atlantista”.
Il fatto è che non si tratta affatto di un commento sciocco; se lo si analizza serenamente, in realtà mette a fuoco un problema di fondo che la maggior parte dell’opinione pubblica non afferra e che gli addetti ai lavori tendono a non spiegare in quanto per loro la spiegazione appare ovvia.
Mi riferisco alla dimensione temporale di un conflitto armato.
(continua)

Orio Giorgio Stirpe è un Ufficiale dell’Esercito Italiano, in servizio Nato dal 2007, andato in pensione il 30 aprile 2020. Comandante di unità di fanteria e analista militare dell’intelligence specializzato in guerra convenzionale e ibrida (non lineare). Oltre a guidare il supporto Intel al Targeting, ha sviluppato quotidianamente la valutazione delle minacce estudiato possibili corsi d’azione di diversi attori in Europa e nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa.

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