Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 25 settembre 2018

Il ministro Tria e il gioco dei tre bussolotti

Quando un governo, come il nostro, non è sovrano è impossibile che possa creare vera crescita, lavoro e diritti: l’unica cosa che può fare è abbindolare gli elettori con trucchi da prestigiatore

di Paolo Barnard

Abbindolare, nel caso specifico della prossima Legge di Bilancio anticipata dal Ministro delle Finanze Giovanni Tria, significa allungare di 7 cm la catena che ci tiene nella galera di Bruxelles e proclamare “Vedete? siamo liberi!”; significa incantare l’elettorato spostando due soldi da qui a lì (quindi nessuna ricchezza aggiunta), per poi proclamare “Vi diamo denaro!”; significa tagliare 1/3 di soldo qua, e proclamare “Meno tasse!”, ma poi aggiungerlo in tasse da un’altra parte. E tutto questo significa l’economia del gioco dei 3 bussolotti, cioè l’abbindolare per definizione.


Un governo sovrano aggiunge ricchezza al netto presso cittadini e aziende con: la sua indiscussa discrezionalità nell’aumentare la spesa a deficit (cioè vi do più soldi di quanto vi tasso); la sua totale discrezionalità di abbassare le tasse o addirittura abolirle senza alcuna ricaduta sulla propria capacità di spendere; la sua totale discrezionalità di emettere debito con l’assoluta garanzia di onorarlo presso i Mercati sempre e senza timore dei medesimi. Tutto questo accade di regola negli Usa, in Gran Bretagna, in Giappone, perché essi posseggono monete sovrane che emettono liberamente. L’Italia non può più emettere liberamente la moneta, perché usa una moneta straniera chiamata euro che è emessa da una potenza straniera fuori dai nostri confini, la Bce. Quindi l’Italia è oggi dal punto di vista monetario come la Tanzania, che di fatto funziona usando la moneta di un'altra potenza fuori dai suoi confini, cioè il dollaro Usa.

Eccovi il gioco dei 3 bussolotti del Ministro Tria nella sue astruse parole spiegate da me sotto ogni sua citazione perché tutti possano capire.

Flat tax e reddito di cittadinanza partiranno già nel 2019, perché per rassicurare investitori e famiglie non bisogna rinviare le riforme strutturali, ma dare certezze sulle prospettive, e dimostrare che il Paese è in grado di crescere.

Flat Tax e reddito di cittadinanza – per essere vera ricchezza al netto per aziende e cittadini – comportano per lo Stato nuove spese con aumento quindi del deficit e del debito – cioè lo Stato ci dà quei soldi ma poi non ce li toglie dopo in tasse. Ma Tria dice che non si devono rinviare le “riforme strutturali”, che però significano applicare le imposizioni di Bruxelles di tagliare drasticamente proprio sia il deficit che il debito. E allora che vera ricchezza al netto mai saranno flat tax e reddito di cittadinanza? Le “riforme strutturali” nell’interpretazione di Bruxelles significano aritmeticamente noncrescita, come dimostrato in 10 anni consecutivi dal miserabile stato di tutta l’Unione Europea rispetto alle crescite nel resto del mondo. E allora il nostro Ministro predica le “riforme strutturali” e ci vuol far credere che, lo stesso, potremo crescere. Il gioco dei tre bussolotti, cioè abbindolare.
Se poi Tria intendeva crescere di % visibili solo al microscopio elettronico, ok. Ma siamo seri: si parla di crescita quando la cifra si vede a occhio nudo, come negli Stati Uniti oggi.

Sono stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l’avvio delle misure principali del contratto di governo è compatibile con i vincoli di finanza pubblica, non viceversa. Ma di “avvio” si parla, appunto. Una gradualità che punta ad evitare scossoni sui Mercati.

Di nuovo: il contratto di governo è, nella sua parte di promesse di crescita per cittadini e aziende, tutto incentrato su un aumento della spesa pubblica a deficit, e questo non è compatibile con i vincoli di finanza pubblica (fra cui le “riforme strutturali” di cui al punto precedente) che Bruxelles c’impone. Ma Tria è scaltro e parla solo dell’ “avvio delle misure principali” come compatibile con le regole UE, e questo significa una cosa: il 5% del Contratto lo è, il 95% no, e lui lo sa bene. Ma non ve lo dice mica.

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