Anno IX - Numero 23
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Giovanni Verga

martedì 16 luglio 2024

La crescita italiana che non c’è

Il problema numero uno in Italia è la crescita bassa. Per capirne le cause, bisogna guardare all’andamento della produttività aggregata. Il ritardo rispetto al dato francese è evidente. L’ipotesi che a determinarlo sia la dimensione delle aziende

di Tommaso Monacelli

L’Italia ha un problema di crescita economica di lungo periodo. Il dato non è sufficientemente enfatizzato nel dibattito pubblico, nonostante sia il malessere di base dell’economia italiana da decenni. In una parola, il problema dei problemi.

Osservando l’andamento del Pil pro capite in Italia a partire dal 1990 (in cui l’indice è normalizzato a 100), comparato con quello della media della zona euro diventa evidente il processo graduale di divergenza dell’economia italiana rispetto ai paesi partner dell’euro, una forbice che si amplia nel tempo. In termini cumulati, a partire dal 1990 fino al 2022, l’economia italiana è cresciuta, su base pro capite, di soli 19 punti percentuali, mentre la media della zona euro è cresciuta di 46 punti percentuali, ben più del doppio.

Il confronto con la Francia
Per gettare luce sulle cause della crescita di lungo periodo di una economia è indispensabile guardare all’andamento della produttività aggregata. La produttività è una misura dell’efficienza con cui un paese utilizza i fattori produttivi (capitale, lavoro, beni intermedi) nel processo di produzione di beni e servizi.

È inoltre utile comparare la realtà italiana con quella di un paese come la Francia. Quest’ultima è una economia paragonabile a quella dell’Italia. Il Pil pro capite e la popolazione sono simili, il peso della spesa pubblica in rapporto al Pil è simile (57 per cento in Francia, 55 per cento in Italia). Diverse caratteristiche dell’economia sono simili tra i due paesi. Ad esempio, le rigidità del mercato del lavoro. L’Ocse misura un indice sintetico della rigidità della regolamentazione sui licenziamenti e l’uso di contratti temporanei. L’indice, che varia da 0 (bassa rigidità del mercato del lavoro) a 6 (alta rigidità) è riportato nella tavola 1. Italia e Francia hanno indici simili e più alti degli Stati Uniti, un’economia in cui il mercato del lavoro è notoriamente più flessibile. Tra le similitudini tra i due paesi europei, inoltre, c’è il costo del lavoro: spesso ad esso si imputa la scarsa crescita dell’Italia, ma i valori non differiscono di molto rispetto alla Francia.

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