Anno IX - Numero 23
Le parole hanno il valore che dà loro chi le ascolta.
Giovanni Verga

venerdì 5 luglio 2024

Che cos'è l'illuminismo? Michel Foucault 40 anni dopo

Testo

di Enrico Redaelli

Il 25 giugno di quarant’anni fa moriva Michel Foucault. Nello stesso anno, il 1984, veniva pubblicato un saggio che per certi versi può essere considerato il suo testamento: Che cos’è l’Illuminismo?. Vi ritroviamo i tre nodi attorno a cui ruota tutta la riflessione foucaultiana: sapere, potere, soggetto. L’intreccio di questi tre nodi potrebbe riassumersi così: il soggetto è dipendente da forme di sapere, che hanno su di lui effetti di potere, ed è costantemente immerso in relazioni di potere, che producono un determinato tipo di sapere. Ogni soggetto è dunque sempre invischiato in una rete di sapere-potere che ne plasma la mentalità e i comportamenti. Come allora districarsi da questa rete così diffusa, capillare, invasiva?

Il saggio si confronta con questa domanda – che è poi la questione foucaultiana par excellence – passando attraverso Kant. Si tratta dell’estratto di una lezione tenuta da Foucault al Collège de France nel 1983 e pubblicato per la prima volta in inglese nel 1984 col titolo What is enlightenment? Tradotto in italiano col nome Che cos’è l’Illuminismo?, il testo è stato inserito nel 1998 all’interno del volume Archivio Foucault III. Il titolo richiama con tutta evidenza il famoso articolo di Kant Risposta a una domanda: che cos’è l’illuminismo? pubblicato nel 1784. Esattamente due secoli dopo, Foucault torna su quell’articolo confrontandosi con le parole di Kant: non si limita a spiegarne il testo, ma lo reinterpreta e lo rilancia attualizzandone il contenuto. Anzi, fa qualcosa di più: eleva la Risposta di Kant al di sopra della sua storia, e dunque della sua inevitabile storicità, rendendola in qualche modo imperitura, almeno nelle intenzioni. L’operazione foucaultiana guarda infatti al presente e al futuro: tira fuori da quella storia – che è la nostra storia, la storia dell’Illuminismo e della sua battaglia di civiltà, la storia della ragione combattente e poi trionfante su ogni oscurantismo – un elemento sovrastorico, non riducibile all’età dei lumi, perché sempre replicabile in ogni contesto storico. Più che un elemento, un gesto. Foucault prende l’Illuminismo nella lettura che ne dà Kant e ne fa un gesto, mai compiuto una volta per tutte ma da compiere sempre di nuovo. È il gesto della critica. L’esercizio di un particolare habitus, quello che definiamo atteggiamento critico, che, come tale, non ha tempo, non è limitato a un contesto o a una particolare epoca storica, per quanto abbia sicuramente caratterizzato in modo particolare l’età moderna, la sua cultura, il suo Zeitgeist come si suol dire.

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