di Paola Biasi, Maria De Paola e Paolo Naticchioni
Il disagio psicologico è un problema diffuso in Italia, con ansia, depressione e stress tra i disturbi mentali più comuni. Nel 2021, le richieste di invalidità civile legate a malattie psichiatriche e del sistema nervoso hanno raggiunto quota 316 mila, il 35 per cento del totale. La pandemia da Covid-19 ha amplificato questa situazione, a causa dell’isolamento sociale, della paura del contagio e delle difficoltà economiche. Il rapporto europeo Health at a Glance 2022, ad esempio, ha sottolineato come nel nostro paese circa il 14,4 per cento degli adulti soffra di sintomi depressivi, come per i giovani la percentuale salga al 24,2 per cento (valori comunque comparabili con quelli di altri paesi europei), e soprattutto come per questi ultimi la crisi pandemica abbia determinato un aumento dei casi di malessere psicologico.
Sebbene le terapie psicologiche abbiano dimostrato di essere efficaci per molti pazienti, solo una minoranza riceve trattamenti adeguati. In risposta all’aumento del disagio psicologico durante la pandemia, il governo italiano ha introdotto nel 2022 il “bonus psicologo” (prorogato con la legge di bilancio del 2023 che lo ha anche reso strutturale a partire dal 2024). La norma prevede che le regioni e le province autonome possano erogare, ai soggetti che ne facciano richiesta, un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia, fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti nell’ambito dell’albo degli psicologi. Le risorse complessive stanziate per il 2022 ammontano a 25 milioni di euro, ripartite tra regioni e province autonome. Il bonus ha un valore massimo di 600 euro per i beneficiari con Isee inferiore a 15 mila euro, 400 euro per i beneficiari con Isee compreso tra 15 mila e 30 mila euro e 200 euro per i beneficiari con Isee compreso tra 30.001 e fino a 50 mila euro; a erogarlo è l’Inps a livello regionale, tramite graduatorie redatte in base al valore Isee e rispetto alla data di presentazione delle domande.
Il successo del bonus psicologo
Come mostrato nel XXII rapporto Inps, il bonus psicologo, con circa 395 mila richieste, ha riscosso un notevole successo tra gli utenti. Circa l’80 per cento delle domande sono state presentate dai soggetti direttamente beneficiari del bonus, mentre il 19,2 per cento sono state presentate da uno dei genitori del beneficiario (quasi il 15 per cento delle richieste ha come beneficiario un minorenne) e il restante da curatori/tutori.
È interessante notare la marcata differenza di genere nella platea dei richiedenti: circa il 70 per cento delle richieste complessive vedono, infatti, come beneficiario una donna. La divergenza è meno rilevante tra i minorenni e, in generale, quando il richiedente è diverso dal beneficiario (genitore, amministratore di sostegno o altro). Come si nota dalla figura 1, l’incidenza di uomini beneficiari raggiunge il 44 per cento quando il richiedente è diverso dal beneficiario, mentre crolla al 28 per cento quando richiedente e beneficiario coincidono (la percentuale di donne è ovviamente il complemento a 1). Questo attiene probabilmente a fattori culturali che, mescolando stigma sociale e ruoli di genere di tipo tradizionale, potrebbero agire come deterrente, per gli uomini, a fare ricorso a strumenti di supporto al benessere mentale e ciò potrebbe implicare una quota maggiore di problemi psicologici “non risolti” per gli uomini.
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