Anno IX - Numero 29
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Socrate

giovedì 9 novembre 2023

La spesa delle famiglie “mangiata” dall’inflazione

Per far fronte al forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2022, le famiglie hanno messo in campo strategie di risparmio, modificando in molti casi le proprie scelte di acquisto, soprattutto nel comparto alimentare

di Giovanni Caprio

Nel 2022, le famiglie italiane hanno speso in media 2.625 euro al mese. Rispetto ai 2.415 euro del 2021 l’aumento è significativo. Tuttavia, per effetto della forte inflazione del 2022 (+8,7%) questo incremento di spesa non corrisponde a un maggiore livello di consumo per le famiglie. In altre parole, si è speso di più perché i prezzi sono aumentati ma non si è acquistato di più. E quanto emerge dai dati dell’indagine sulle Spese delle famiglie dell’Istat che ha lo scopo di conoscere e seguire l’evoluzione dei comportamenti di spesa delle famiglie residenti in Italia secondo le loro principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali.
Inoltre, la maggioranza delle famiglie spende un importo inferiore al valore medio: la metà delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2022 una cifra non superiore a 2.197 euro. Per far fronte al forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2022, le famiglie hanno messo in campo strategie di risparmio, modificando in molti casi le proprie scelte di acquisto, soprattutto nel comparto alimentare. Fra le famiglie intervistate nel corso dell’indagine, quasi una su tre ha dichiarato di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità o la qualità del cibo acquistato. E in effetti questi comportamenti trovano conferma anche nei dati Istat sul commercio al dettaglio: in media, nel 2022, la vendita di beni alimentari è aumentata in valore (+4,6%), soprattutto nei discount, ma è diminuita in volume (-4,3%).

Vediamo ora da vicino in cosa consiste la spesa alimentare delle famiglie italiane. A fronte dell’aumento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche, nel 2022 le famiglie per l’acquisto di questi prodotti hanno speso il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Nello specifico, hanno destinato il 21,5% della spesa alimentare alla carne, il 15,7% a cereali e a prodotti a base di cereali, il 12,7% a ortaggi, tuberi e legumi, il 12,0% a latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova, l’8,5% alla frutta e il 7,9% a pesce e frutti di mare.

Anche la spesa non alimentare, che nel 2022 rappresenta l’81,6% della spesa complessiva, è cresciuta del 10% rispetto al 2021. L’aumento più elevato (+32,2%) ha riguardato i capitoli “Servizi di ristorazione e alloggio” (134 euro mensili) e “Ricreazione, sport e cultura” (92 euro, +15,9% rispetto all’anno precedente): continua dunque il recupero delle spese che sono state penalizzate dalle limitazioni alla socialità sia nel 2020 che nel 2021.

Intanto, permangono ampi i divari territoriali: 782 euro di differenza tra la spesa massima del Nord-ovest e quella minima del Sud, erano 748 euro nel 2021 e continuano ad accentuarsi le differenze nei livelli di spesa tra le famiglie composte solamente da italiani rispetto a quelle in cui tutti i componenti sono stranieri (952 euro in più, 850 nel 2021). Anche nel 2022 le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige (3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.983 e 1.839 euro mensili. La quota più alta per Alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 26,8%, a fronte del 18,4% osservato a livello nazionale e del 12,8% del Trentino-Alto Adige.

Mentre per quanto riguarda il divario tra la spesa delle famiglie composte solamente da italiani (2.682 euro) e quella delle famiglie con almeno uno straniero (2.026 euro), nel 2022 è di 656 euro (+32,4%, dal +30,3% del 2021). Considerando invece le famiglie composte solo da stranieri, il divario sale a 952 euro (+55,0%, da +52,7% nel 2021). Si accentua dunque leggermente il divario, avendo le famiglie di soli italiani aumentato la loro spesa rispetto all’anno precedente più delle altre: +8,8%, a fronte del +7,9% delle famiglie miste e del +7,2% di quelle di soli stranieri.

Per quanto riguarda le spese per la casa, in Italia, nel 2022 paga un affitto per l’abitazione in cui vive il 17,6% delle famiglie (circa 4,6 milioni). Tale percentuale varia dal minimo delle Isole (14,0%) al massimo del Nord-ovest (19,0%). La spesa media per le famiglie che pagano un affitto è di 419 euro mensili a livello nazionale; tale esborso è più alto nel Centro (477 euro) e nel Nord (464 euro nel Nord-ovest e 447 nel Nord-est) rispetto a Sud (313 euro) e Isole (306 euro). La quota più elevata di famiglie in affitto si registra nei comuni centro di area metropolitana (23,2%), dove il canone medio è pari a 510 euro mensili.

Anche questi ultimi dati Istat confermano l’aumento progressico delle disuguaglianze: la spesa equivalente diminuisce del 2,5% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta dell’1,8% (+0,4% a livello nazionale).

Giovanni Caprio per Pressenza

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