Anno IX - Numero 29
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mercoledì 18 ottobre 2023

Germania: le elezioni regionali in Assia e Baviera indeboliscono il governo Scholz

Il governo federale di Olaf Scholz ha subito un duro colpo dopo le pesanti sconfitte subite dai socialdemocratici nelle elezioni di due dei Länder più importanti del Paese

di Giulio Chinappi

Nella giornata dell’8 ottobre si sono tenute in Germania le elezioni in due dei cinque Stati federati (Länder) più popolosi del Paese, ovvero la Baviera (Bavaria) e l’Assia (Hesse), che ospitano rispettivamente le città di Monaco e di Francoforte sul Meno. In pratica, quasi un quarto della popolazione tedesca si è recato alle urne, emettendo un verdetto decisamente preoccupante per il governo federale di Olaf Scholz, visti i pessimi risultati dei socialdemocratici e la corrispondente ascesa dell’estrema destra.

In Baviera, il secondo Land più popoloso dopo la Nord Reno-Westfalia, il ministro-presidente uscente Markus Söder ha ottenuto una prevedibile e facile vittoria, con l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (Christlich-Soziale Union in Bayern, CSU) che ha mantenuto il primato (37% e 85 seggi), mentre il suo partner di governo, gli Elettori Liberi di Baviera (Freie Wähler Bayern, FWB), ha incrementato i propri consensi in maniera netta (15,8% e 37 seggi). Di conseguenza, non dovrebbero esserci ostacoli alla conferma della coalizione di governo sotto la leadership di Söder.

Al contrario, il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) ha ottenuto solamente il quinto posto tra le forze politiche in campo, fermandosi all’8,4% delle preferenze e a soli 17 scranni. Sebbene la Baviera sia storicamente un territorio ostile a quello che viene considerato il più antico partito del mondo ancora esistente (fondato nel 1875), questo risultato rappresenta un duro colpo per la SPD, soprattutto se si considera la contemporanea ascesa dell’estrema destra di Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD), che chiude al terzo posto con il 14,6% dei consensi e 32 rappresentanti eletti, dieci in più rispetto alla precedente legislatura.

Se possibile, le cose sono andate ancora peggio in Assia, dove AfD potrebbe addirittura puntare ad entrare in un governo di coalizione con l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Christlich Demokratische Union Deutschlands, CDU). Il partito del ministro-presidente uscente Boris Rhein ha infatti rafforzato il proprio primato, raggiungendo il 34,6% dei consensi ed eleggendo ben 52 deputati, ma AfD ha ottenuto una brillante seconda posizione, scavalcando la SPD. Il partito di estrema destra dispone ora di 28 scranni contro i 25 dei socialdemocratici, e spera di poter entrare in contrattazioni con Rhein per sostenere il governo dei cristiano-democratici. Tuttavia, la CDU potrebbe decidere di rivolgersi sia alla SPD che al suo partner di governo uscente, ovvero Alleanza 90/I Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), sebbene questi abbiano subito una netta perdita di consensi, passando da 29 a 22 deputati, a dimostrazione di come l’alleanza di governo non sia stata apprezzata dagli elettori.

Sebbene le prossime elezioni federali tedesche dovrebbero svolgersi solamente tra due anni, questi risultati non possono che destare preoccupazioni tra i socialdemocratici e il cancelliere Olaf Scholz. In generale, tutto il centro-sinistra tedesco ha subito un grande ridimensionamento, visti anche i risultati negativi degli ecologisti e di Die Linke, che ha clamorosamente mancato la soglia di sbarramento del 5% in Assia, perdendo di conseguenza tutti i suoi nove seggi. Questi risultati disastrosi si devono a posizioni politiche poco coerenti e ai compromessi a cui queste forze sono spesso scese per entrare a far parte di governi di coalizione.

In particolare, il governo Scholz paga anche le proprie scelte di politica estera, settore nel quale Berlino si conferma succube dei dettami degli Stati Uniti, al punto di andare contro i propri interessi nazionali, come nel caso del conflitto ucraino. Nonostante le gravi conseguenze negative per l’economia tedesca, il ministro della Difesa Boris Pistorius ha recentemente confermato il sostegno del governo teutonico nei confronti di Kiev, supporto che fino ad ora è costato alle tasche dei contribuenti tedeschi circa 22 miliardi di euro. Considerando questo dato, appare chiaro come mai le forze di opposizione abbiano avuto gioco facile in occasione delle elezioni regionali in Baviera e Assia.

In generale, dunque, le elezioni regionali tedesche hanno confermato un trend che abbiamo già individuato in altri Paesi europei, ovvero il fatto che i governi che sostengono risolutamente l’Ucraina vengono puniti dagli elettori, mentre vengono premiati i candidati che propongono una forma di mediazione e la fine dell’invio indiscriminato di armi a Kiev, come ad esempio dimostrato dalle recenti elezioni legislative in Slovacchia.

Giulio Chinappi per World Politics Blog

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