Anno IX - Numero 25
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 8 ottobre 2024

L’autunno finirà

Cause e conseguenze della scomparsa di una stagione, l’autunno. Come per la sparizione di un ghiacciaio o l’innalzamento dei mari, anche il periodo dell’anno meno trattato dalla ricerca climatologica ha un tasso di scomparsa: sei ore all’anno

di Roberto Inchingolo

Un tappeto di foglie gialle e marroni scricchiola sotto le scarpe. L’aria è caldissima, si può ancora sentire il canto delle cicale. Siamo a fine luglio ma le piante non sono morte avvizzite, si tratta di una strategia di sopravvivenza deliberata. Lo chiamano “falso autunno”: stressata dalle temperature eccessive e dalla carenza di precipitazioni, la vegetazione attiva una sorta di modalità di emergenza. Cerca di trattenere più acqua possibile all’interno del fusto, e fa così cadere le foglie in anticipo. Il costo energetico del loro mantenimento supera i benefici, e con meno superficie da dover irrorare, la pianta può così sopravvivere ed entrare in quiescenza, preparandosi alla stagione successiva. Il risultato è l’ingiallimento e la caduta delle foglie ben prima di Ferragosto: la vegetazione, anche quella spontanea, assume l’aspetto di un giardino con l’impianto di irrigazione rotto. Il falso autunno si verifica nei casi più estremi, quando siccità e temperature sopra la norma si combinano. Casi che si sono tuttavia verificati con sempre maggiore frequenza negli ultimi anni, e con maggior anticipo nel corso dell’anno. Un fenomeno che fa presagire qualcosa di peggio: la quasi totale scomparsa di un’intera stagione.

Per stessa ammissione della comunità scientifica, l’autunno è la stagione meno trattata dalla ricerca climatologica. Forse perché è quella più complicata, più influenzata da molteplici fattori. La primavera è, in confronto, più facile da leggere: inizia quando sbocciano i primi germogli. Una foglia secca, invece, può significare sia un problema di salute per la pianta che il normale sopraggiungere del periodo di senescenza autunnale. Le temperature anomale stanno rendendo difficile prevedere l’andamento dell’autunno: alcuni modelli climatici si aspettavano, per esempio, che l’innalzamento delle temperature globali avrebbe fatto maturare le foglie più tardi, invece che in anticipo. Se l’autunno inizia in ritardo, in teoria la vegetazione ha a disposizione una finestra temporale più lunga per i processi fotosintetici. In questo modo immagazzina nei rami e nelle radici una maggior quantità di CO2, con conseguenze positive per tutto l’ambiente – un fenomeno chiamato carbon sink. E invece uno studio su Science del 2020 sulle foreste temperate nordamericane ha riscontrato il fenomeno opposto: il periodo di fotosintesi è più breve e ha portato a un mancato immagazzinamento pari a un miliardo di tonnellate di CO2 rispetto alle stime precedenti. Una volta esaurita la loro capacità di crescita stagionale, le piante hanno attivato la senescenza geneticamente programmata in anticipo. Il caldo le ha sfiancate al punto da farle andare in vacanza prima.

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