Anno IX - Numero 16
Non indugiare sul passato, non sognare il futuro, concentra la mente sul presente.
Buddha

sabato 4 maggio 2024

Un’arma o un mondo nuovo?

Le intelligenze artificiali sono un mondo nuovo ma non sono armi e non hanno una voglia matta di distruggerci: se mai sono gli esseri umani a usarle per fare la guerra o per fare più profitto

di Alberto Puliafito

Margrethe Vestager è la commissaria europea per la concorrenza dal 2014 e, dal 2023, la commissaria europea ad interim per l’innovazione e la ricerca. Il 9 aprile 2024 era all’Institute for advanced study di Princeton, in New Jersey. L’istituto è stato diretto, fra gli altri, anche da Julius Robert Oppenheimer, considerato il padre della bomba atomica. In una sala del Fuld hall, l’edificio principale dell’istituto, Vestager ha tenuto un lungo discorso sulle nuove tecnologie che si può leggere integralmente sul sito ufficiale della commissione europea.
La prima parte del discorso era dedicata alle piattaforme digitali e alla necessità di regolamentarle: “Sia offline sia online, la paura e l’avidità portano aziende grandi e potenti a desiderare più potere”, ha detto la commissaria. “Con il tempo, le grandi piattaforme digitali hanno superato il loro ruolo di semplici intermediari che collegano domanda e offerta. Hanno iniziato a fornire i propri servizi sulle piattaforme che controllano. Sono diventati il giocatore e l’arbitro”.

È la concentrazione del potere che si ripercuote anche sul mondo delle intelligenze artificiali, visto che le aziende che se ne occupano sono le medesime.

Ma proprio su questo tema, nella seconda parte del discorso, si possono trovare alcuni contenuti sorprendenti, anche se allineati con un certo modo di raccontare le ia. “Proprio come al tempo di Oppenheimer”, ha detto Vestager, “ci stiamo confrontando con quello che i ricercatori delle ia chiamano problema di allineamento: quando la tecnologia ha il potere di servirci e distruggerci, come possiamo incanalare il suo sviluppo? Come possiamo garantire che questa tecnologia rifletta le società che vogliamo avere, invece di amplificare i difetti e le ingiustizie di quelle che già abbiamo?”.

Se l’importanza di evitare l’amplificazione di ingiustizie è più che condivisibile, il rischio esistenziale della distruzione lascia perplessi perché si tratta di uno scenario altamente speculativo. Perché accada bisognerebbe creare una superintelligenza, far sì che questa intelligenza sia disallineata agli obiettivi di sopravvivenza dell’umanità, darle autonomia e controllo; inoltre questa ipotetica superintelligenza dovrebbe per forza essere malevola, desiderare eliminarci e raggiungere l’autonomia fisica per farlo. E poi, farlo.

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