Anno IX - Numero 13
La storia insegna, ma non ha scolari.
Antonio Gramsci

martedì 29 novembre 2022

Quei 1.600 piduisti non ancora scoperti

Nel corso della sua audizione alla Commissione P2, il generale Ennio Battelli, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, fece mettere a verbale di avere appreso dal Gran Segretario Spartaco Mennini che i nomi di 1.600 piduisti si trovavano in cassette di sicurezza custodite in Svizzera. L’elenco è nelle mani della Cia

di Piera Amendola*

Gli iscritti alla loggia massonica P2 gestita dal burattinaio Licio Gelli non erano, non sono, 962. L’elenco sequestrato dai giudici Colombo e Turone negli uffici della fabbrica Giovane Lebole di Castiglion Fibocchi era incompleto. E si sapeva da tempo. La vera novità consiste nel fatto che oggi, attraverso l’attenta rilettura di documenti e rapporti, è possibile stabilire che esiste un secondo elenco di iscritti alla P2, di 1599 nominativi, tutti piduisti che per un certo periodo sono stati, per così dire, in servizio attivo, e hanno continuato negli anni a essere a disposizione del maestro venerabile o di chi, nella scala gerarchica, ha avuto o ha, ancora, un ruolo di comando superiore a quello che ebbe, prima di morire, Gelli.
La storia di un secondo elenco di iscritti alla P2 rimasti segreti sembrava un chiacchiericcio tra addetti ai lavori. Ma l’esistenza di questo elenco è stata ampiamente provata nel corso di una delle ultime udienze della Corte di assise di Bologna, presieduta dal dottor Francesco Caruso, impegnata nel processo a mandanti ed esecutori dell’atroce strage compiuta il 2 agosto del 1980.

Stabilire se i cosiddetti piduisti siano stati 962 – secondo l’elenco sequestrato dai magistrati milanesi – o 2.500 non serve solo a soddisfare la curiosità di qualcuno: getta un fascio di luce nuova su tutta l’organizzazione. I motivi sono molti. Non si può certo escludere che un nucleo attivo possa tuttora agire con finalità sconosciute, ma illegali. Tra i membri della vera P2 può essere nata una fabbrica di ricatti e di veleni, in grado di intorbidire la Repubblica.

Il primo a parlare di un secondo elenco era stato, a sorpresa, il maestro venerabile in persona. Ne aveva parlato, con il suo tipico linguaggio ironico e allusivo. In effetti il primo numero di tessera attribuito ai piduisti conosciuti è il 1.600 e anni prima, in un’intervista rilasciata a L’Espresso il 10 luglio del 1976, Gelli aveva dichiarato che gli affiliati alla sua loggia erano 2.400, un numero che grosso modo corrisponde alla somma tra il primo e il secondo elenco, quello mai ritrovato (962 più 1.600).

Diversi anni dopo, nel corso della sua audizione alla Commissione P2, il generale Ennio Battelli, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, fa mettere a verbale di avere appreso dal Gran Segretario Spartaco Mennini che i nomi di 1.600 piduisti si trovano in cassette di sicurezza in Svizzera. Altra dichiarazione il generale Battelli rilascia in quello stesso anno ai magistrati milanesi, sostenendo di avere appreso direttamente da Gelli che gli affiliati alla P2 erano circa 2.600, saliti poi a circa 3.000.

Anche il professore Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro dal 1990 al 1993, ha dichiarato al magistrato (e recentemente confermato nel suo libro La mia vita in massoneria) di questi 3.000 iscritti, che Gelli, attraverso l’amico fiorentino Marco Urbini, gli chiese di far rientrare nel Grande Oriente. Gelli offriva in cambio al Gran Maestro elenchi e fascicoli di tutti gli iscritti. Completi. Di Bernardo non accettò.

Continua la lettura su Slow web, Gianni Barbacetto

*Piera Amendola fu responsabile dell’Archivio della Commissione parlamentare sulla loggia P2 presieduta da Tina Anselmi. Il brano presentato è tratto dal suo libro “Padri e padrini delle logge invisibili. Alliata, gran maestro di rispetto”, Castelvecchi 2022

Nessun commento:

Posta un commento