Anno IX - Numero 13
La storia insegna, ma non ha scolari.
Antonio Gramsci

martedì 29 novembre 2022

Cinque falsi miti sul reddito di cittadinanza tedesco

Anche in Germania le destre e il padronato alimentano l'odio contro la riforma del reddito di cittadinanza (o Bürgergeld) introdotto dalla Ampel Koalition. Il copione è sempre lo stesso: si cerca di convincere chi guadagna 1500 euro netti al mese che la colpa è di chi ne prende 1200 al mese di sussidi

di Helena Steinhaus

Nella disputa sul reddito di cittadinanza, conservatori e esponenti di destra hanno acceso un dibattito sull'invidia sociale che difficilmente potrebbe essere più cinico. Si effettua sulle spalle dei più deboli, che al momento non hanno comunque molto di cui sorridere.
In rete circolano calcoli sommariamente semplificati, prodotti dal quotidiano di destra Junge Freiheit e distribuiti prima dalle associazioni distrettuali dell'AfD, poi dal sindacato e dalle associazioni dei datori di lavoro. Suggeriscono che il lavoro non varrebbe più la pena e che il reddito di cittadinanza consentirebbe una disoccupazione spensierata a tutto tondo. Questa è una notizia falsa. Diamo un'occhiata più da vicino.

Mito 1: Il centro per l'impiego si fa carico dei costi energetici.
Falso, l'elettricità deve essere pagata per intero facendo ricorso agli importi standard del Buergergeld. A tale scopo dal 2023 le tabelle prevedono poco meno di 40 euro al mese. Anche prima della crisi energetica, era quasi impossibile cavarsela con una tale somma. Molte persone quindi sono costrette ad accumulare debiti e devono chiedere continuamente dei prestiti al centro per l'impiego, prestiti che poi dovranno essere faticosamente ripagati con gli importi standard del sussidio. Ammesso che vengano concessi. Devono di conseguenza vivere permanentemente al di sotto del livello di sussistenza e rimanere intrappolati in una spirale di debiti. Risparmiano letteralmente soldi sul cibo. Questo spesso porta anche a delle interruzioni della corrente.

Mito 2: Il Jobcenter copre i costi per l'alloggio.
Falso, finora lo ha fatto solo se erano “adeguati”. Un prezzo al metro quadrato compreso tra quattro e nove euro è considerato ragionevole, a seconda della regione. Spesso è un'arte trovare un appartamento che soddisfi tali criteri. Il risultato è che molte persone continuano a dover pagare l'affitto ricorrendo al sussidio. Circa 400.000 alloggi non soddisfano tali criteri. A tale proposito i costi accessori effettivi non vengono coperti. La Ampel Koalition infatti vuole sospendere questo criterio per un periodo di carenza di due anni.

Mito 3: tutti le famiglie ricevono l'assegno di mantenimento per i figli.
Falso, l'ufficio per gli assegni familiari paga il Kindergeld anche alle persone che vivono o "integrano" tramite Hartz IV, ma il centro per l'impiego praticamente lo detrae dall'importo del sussidio standard. I ragazzi dai 6 ai 13 anni che percepiscono il sussidio di cittadinanza vivono con soli 348 euro al mese! Devono finanziare vestiti, cibo, elettricità, materiale scolastico e partecipazione alla vita culturale. Ci sono alcuni servizi aggiuntivi, ma molti genitori non si addentrano nella giungla amministrativa e quindi spesso non vengono utilizzati.

Mito 4: chi percepisce il sussidio può scaldare casa quanto vuole perché i costi aggiuntivi sono coperti.
Falso, finora le spese accessorie sono state coperte solo se considerate ragionevoli. I criteri variano da regione a regione e sono difficili da capire. Fino a fine 2022 si applicherà uno speciale regolamento pandemico, che rende trasferibili i costi accessori. Stiamo parlando di costi medi di riscaldamento di 66 euro per nucleo familiare nel mese invernale di gennaio 2022. Il regolamento speciale tuttavia scadrà presto e ora la Ampel Koalition prevede di ridurre i costi di riscaldamento - solo nei primi due anni di percezione del sussidio - e assumersene la piena responsabilità. Nel "compromesso" con l'Unione questa proposta tuttavia è stata ritirata.

Mito 5: un lavoro a tempo pieno al livello del salario minimo porta ad un reddito netto pari a quello del reddito di cittadinanza.
Falso, perché i redditi più bassi hanno diritto all'assegno abitativo (Wohngeld), agli assegni familiari e alle detrazioni, oltre alle prestazioni integrative che garantiscano il mantenimento di una certa distanza fra chi lavora e chi incassa il sussidio – si tratta di circa 250 euro. Per combattere efficacemente la povertà, nel complesso i salari devono essere aumentati. L'Unione tuttavia si è espressa contro il recente aumento del salario minimo.

Helena Steinhaus per Der Freitag. Traduzione italiana a cura di Voci dalla Germania

1 commento:

  1. Ai tempi io dovetti combattere i miti relativi all'Hartz IV, cioè il predecessore del Bürgergeld: https://pensieri-eretici.blogspot.com/2019/08/cose-hartz-iv-non-e-un-reddito-di.html

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