Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

giovedì 2 dicembre 2021

Sul lavoro dei giovani una lezione dalla Francia

Garanzia giovani e reddito di cittadinanza stentano a essere efficaci nel migliorare le prospettive occupazionali dei giovani in Italia. La Francia ha scelto un modello diverso dal nostro. Può essere d’esempio per ridisegnare le due misure

di Francesco Filippucci

Garanzia giovani e reddito di cittadinanza rappresentano capitoli ambigui nelle politiche sociali e per il lavoro in Italia. Sulla prima misura, le intenzioni erano da far brillare gli occhi: promuovere l’occupazione giovanile, supplire alla farraginosità della transizione scuola-lavoro nel nostro paese, evitare che i più svantaggiati finiscano in una trappola di disoccupazione e precarietà. Finanziata dall’Europa (e rifinanziata da Next Generation EU), il piano europeo lasciò agli stati la possibilità di definire la propria versione del programma. Complice il fallimento del referendum 2016, che ha lasciato problematicamente alle regioni le competenze in materia di politiche attive, la Garanzia giovani italiana è rimasta uno “spezzatino” con misure diverse in varie regioni. Come è andata? Ancora oggi non lo sappiamo con certezza, ma gli indizi disponibili non sono incoraggianti. Nel 2016 si aprì un dibattito su queste pagine, con pochi dati disponibili. Oggi, si può trovare una valutazione controfattuale nell’ultimo capitolo di questo rapporto del 2019 e in questo recente articolo.
Nel frattempo, il grande protagonista del dibattito sulle politiche sociali è stato il reddito di cittadinanza, che si propone di tenere insieme lotta alla povertà e reinserimento lavorativo. Tra i giovani della fascia 18-25 anni, il 9 per cento è in un nucleo beneficiario, una popolazione ad alto rischio di sotto-impiego. Più della metà dei percettori tra i 18 e i 30 anni sono donne, l’89 per cento non studia e il 72 per cento rischia di diventare Neet. Finora, la parte di politiche attive del Rdc è rimasta embrionale, con circa un quinto dei soggetti tenuti che avvia un piano per il reimpiego. Inoltre, poiché fino a 25 anni i giovani sono considerati parte del nucleo familiare Isee, nel 2019 solamente il 3 per cento di loro richiedeva il Rdc in maniera autonoma. A un’età relativamente matura, percepire il reddito di cittadinanza tramite la famiglia non è d’aiuto a fare un salto verso l’indipendenza.

Cosa imparare dalla Francia
In Francia, il reddito di cittadinanza (Rsa) copre solo chi ha più di 25 anni o i minori di 25 anni con figli. Ai minori di 25 anni è dedicato uno strumento separato, la Garantie Jeunes. Pur se attuato da centri per l’impiego locali, lo strumento ha un programma standardizzato. Garantie Jeunes comincia con sei settimane di formazione in piccoli gruppi, incentrata sui metodi di ricerca di lavoro. Successivamente, i giovani sono seguiti per un anno da un counseling bisettimanale, che oltre a supportare il giovane e monitorarne la ricerca, può offrirgli piccole esperienze di “immersione” in azienda. Durante tutto l’anno, il giovane riceve un’indennità equivalente al reddito minimo, cumulabile in parte con i redditi da lavoro.

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