Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 14 novembre 2017

La cicala e la formica

Qualcuno ha letto La Fontaine? Cosa dice, La Fontaine, della formica? "La Fourmi n'est pas prêteuse; C'est là son moindre défaut". Ecco: ora a voi sembra che la Germania non sia stata prêteuse?

di Alberto Bagnai

...fra atroci sofferenze sto facendo la peer review del libro di due colleghi euristi, cui voglio molto bene nevertheless, e che si occupa dell'uscita dall'euro. Di libri così ce ne vogliono, comunque, perché occorre che dell'argomento si parli. Oggettivamente, dire qualcosa di più di quanto dissi nel Tramonto dell'euro è impossibile. Però si può sempre dire qualcosa di meno... anche se forse non si dovrebbe esagerare!

Quello che mi stupisce e mi costerna nel modo in cui i miei colleghi affrontano l'argomento euro è la stupefacente leggerezza con la quale si dispensano dall'osservare due principi cardine della nostra, anzi: della loro, scienza
: quello secondo cui "non ci sono pasti gratis", e quello secondo cui la flessibilità del prezzo garantisce l'equilibrio sui mercati.

Per l'economista standard, quello del credito è un mercato come quello di val Melaina, dove, invece delle patate, si scambia un bene chiamato "risparmio". Contro questa teoria, la teoria dei fondi mutuabili, ci ha messo in guardia (facendo l'errore di credere che io ne avessi bisogno) Sergio Cesaratto nel suo bel libro (poco male: è ancora vivo)! Avrei quindi molte riserve circa la sua rilevanza, ma resta il principio generale che per loro, cioè per gli euristi, il mondo funziona così: domanda, offerta, equilibrio a un dato prezzo (e se si scambia denaro, a un dato tasso di interesse).

Ora, a fronte di questi due ovvi principi, è veramente delirante l'ossessione psicotica con la quale, dopo tutte le catastrofi cui il credito facile ci ha condotto, certi colleghi continuino a dirci che i bassi tassi di interesse sono stati una grande opportunità che abbiamo sprecato bla, bla, bla... Finché cose simili le dice un giornalista, transeat: non è competente, e comunque è pagato per seguire una linea editoriale, quindi a lui, al gazzettiere, non puoi chiedere di capire che se un prezzo viene spinto (in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo) al disotto dell'equilibrio, ciò provocherà fatalmente uno spreco del bene prezzato, un sovraconsumo, e, nel caso del credito, un sovraindebitamento. Insomma: è antieconomico, ma soprattutto è stupido, dire che un sistema nel quale il capitale è troppo a buon mercato avrebbe favorito un uso più efficiente del capitale, o dire che un sistema nel quale indebitarsi ha costi irrisori avrebbe favorito comportamenti virtuosi, astensione dal credito. Bisogna essere proprio ottusi per non rendersi conto di quanto anti-economico sia questo ragionamento. Puoi anche pensare che il risparmio sia un bene come le patate, ma per pensare addirittura che sia un bene di Giffen ci vuole una mente molto mal congegnata.

Ed è qui (riallacciandomi al post precedente) che si vede quanto i gazzettieri siano squallidi, nel loro insistito abuso di metafore trite e ritrite, prive di aderenza con i precedenti letterari cui si ispirano!

Prendiamo il caso della cicala del sud e della formica del nord. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa solenne stronzata! Ma... qualcuno ha letto La Fontaine? Cosa dice, La Fontaine, della formica?

La Fourmi n'est pas prêteuse ;
C'est là son moindre défaut.


Ecco: ora a voi sembra che la Germania non sia stata prêteuse? Ganz im Gegenteil! Da un'altra favola sappiamo che il centro presta largamente, inonda di liquidità la periferia (e sappiamo anche il per come e il perché di questo fiotto di capitali: quelli, sì, una droga, quelli, sì, che schizzano...), e così ha fatto la Germania.

Quindi la narraFFione (non è un errore di pronuncia: è un errore politico), oltre ai profili di squallore delineati nel post precedente, ne ha uno che secondo me supera e travolge tutti gli altri: nella maggior parte dei casi denota una sesquipedale ignoranza del narratore. Ignoranza dei fatti economici (e fino a qui transeat), ma anche, e soprattutto, ignoranza delle verità letterarie. Non puoi definire "formiche" quei cialtroni vili e corrotti che hanno prestato senza alcun scrupolo e senza alcuna attenzione al sud il saldo finanziario slealmente accumulato col loro triplice dumping valutario, salariale e ambientale. Non puoi. Se i tedeschi fossero veramente stati formiche non avrebbero prestato: la formica non presta. La crisi non ci sarebbe stata.

Provate a chiedere a un gazzettiere di dirvelo con parole sue! Non ce la farà nemmeno se lo pagaste. E questo è un pezzo non irrilevante del nostro problema...