di Veronica Sansonetti
Che cosa sta succedendo in Borsa a Leonardo? La domanda attanaglia analisti e addetti ai lavori visto l’andamento mattutino del titolo dell’ex Finmeccanica che ha registrato un tonfo in Borsa perdendo il 17,29% a 11,67 euro (in chiusura di giornata la flessione è stata del 21%, bruciando così 1,6 miliardi di capitalizzazione). La crisi degli elicotteri ha indotto il gruppo a ridimensionare le stime di ebita, ordini e ricavi. Con i numeri dei nove mesi arriva anche un’inevitabile correzione al ribasso: l’asticella scende da 12 a 11,5-12 miliardi per il fatturato e a un massimo di 1,1 miliardi per l’ebita dalla precedente indicazione di 1,25-1,3 miliardi.
Pesano anche, oltre alla congiuntura, “ritardi nel conseguimento di livelli adeguati di redditività su alcuni prodotti e una performance industriale al di sotto delle aspettative”, nota il gruppo. Gli ordini per fine anno sono attesi a circa 12 miliardi, mezzo miliardo in meno della stima massima precedente. “I conti sono in linea con le attese per aeronautica e per l’elettronica, difesa e sistemi di sicurezza”, ha commentato Profumo: “Sono emerse tuttavia alcune criticità nel settore elicotteri per i quali abbiamo già intrapreso una serie di azioni. Il 2017 sarà un anno più difficile del previsto ma confido nei punti di forza dei tra business principali e sono fiducioso nelle prospettive di crescita del medio-lungo periodo”. Per il nuovo cfo, Alessandra Genco, il 2017 è addirittura “il fondo da cui poi risalire per raggiungere già nel 2018 gli obiettivi”. Confermata la presentazione del nuovo piano a gennaio.
Aeronautica ed elettronica
Gli ordini per gli elicotteri sono in crescita anno su anno dell’11%, ma è la redditività a soffrire proprio a causa di ritardi nella produzione, con l’ebita in calo del 16,5% e i ricavi dell’8,2%. Il conto economico registra anche ricavi stabili e nuovi ordini per 8 miliardi. Il contributo più forte arriva dell’aeronautica e dell’elettronica per la difesa e la sicurezza. I nuovi ordini hanno raggiunto 8 miliardi (+5% escludendo la commessa Kuwait che lo scorso anno aveva portato eccezionalmente la voce a 20 miliardi). L’ebita si è fermato a 703 milioni (-5,8%) e il risultato netto è sceso del 20% a 272 milioni, anche per effetto anche della maggior incidenza di oneri non ricorrenti.
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