Avviando i negoziati con la Russia senza coinvolgere gli alleati europei e attaccando Zelensky, Donald Trump sta agevolando la strategia russa di attendere il logoramento del supporto occidentale a Kiyv. Lo dice Doug Klain, analista politico di Razom for Ukraine
di Federico Baccini
È bastato appena un mese a Donald Trump per mettere a soqquadro tre anni di unità nello scacchiere transatlantico a sostegno dell’Ucraina contro l'invasione russa. Non solo la decisione di avviare i primi negoziati con il Cremlino senza il coinvolgimento né di Kiyv né degli alleati europei, ma anche l'escalation di accuse nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky - definito da Trump un "dittatore" che porta la responsabilità dell'inizio della guerra con Mosca - mostra già le prime grosse crepe nei rapporti tra le due sponde dell'Atlantico, dalle conseguenze imprevedibili.
È bastato appena un mese a Donald Trump per mettere a soqquadro tre anni di unità nello scacchiere transatlantico a sostegno dell’Ucraina contro l'invasione russa. Non solo la decisione di avviare i primi negoziati con il Cremlino senza il coinvolgimento né di Kiyv né degli alleati europei, ma anche l'escalation di accuse nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky - definito da Trump un "dittatore" che porta la responsabilità dell'inizio della guerra con Mosca - mostra già le prime grosse crepe nei rapporti tra le due sponde dell'Atlantico, dalle conseguenze imprevedibili.
"Le relazioni transatlantiche sono a uno dei livelli più bassi di sempre", spiega in un’intervista Doug Klain, analista politico di Razom for Ukraine, organizzazione no profit con sede negli Stati Uniti e in Ucraina che lavora a supporto della democrazia e della sicurezza nel paese europeo.
Se l'unità e il consenso interno all'alleanza occidentale sono ora "profondamente minacciati" dalle azioni unilaterali di Trump, non va dimenticato che questo è "proprio ciò che Vladimir Putin e la leadership russa speravano fortemente sin dall'inizio", avverte Klain.
Con i suoi attacchi politici e personali al presidente ucraino Zelensky, Trump sta rivelando la sua posizione su Ucraina e Russia?
Ciò che Trump ha detto - che Zelensky è un dittatore, che il governo ucraino è illegittimo e che l'Ucraina ha rubato il denaro agli Stati Uniti - non è solo sbagliato, è esattamente il linguaggio che Vladimir Putin ha usato per anni per giustificare la sua guerra di annientamento dell'Ucraina.
È quasi parola per parola il modo in cui il Cremlino cerca di delegittimare la sovranità e la democrazia in Ucraina, e questo è profondamente preoccupante e allarmante. È una priorità fondamentale che tutto ciò non sfugga dal controllo, perché le parole rischiano di trasformarsi in azioni.
Cosa vuole veramente Trump dall'Ucraina?
Trump vuole una vittoria. Vuole porre fine alla guerra e dimostrare che può fare ciò che Joe Biden non è riuscito. È stato straordinariamente coerente su questo punto, affermando che solo lui può porre fine alla guerra e che vuole farlo il prima possibile. Da un punto di vista pratico, la guerra in Ucraina è l'unica grande vittoria che può cercare di assicurarsi.
È chiaro che non gli interessano molto i dettagli di come dovrebbe essere la soluzione. Anche sulla questione dei minerali, abbiamo visto che vuole ottenere il più possibile per gli Stati Uniti. La proposta fatta dal suo team, chiedendo quasi la metà delle risorse naturali ucraine, non è un'offerta seria.
Perché Trump sta puntando su un negoziato con la Russia senza il coinvolgimento dell'Ucraina e dell'Unione europea?
È chiaro che nella mente di Trump tutto ciò che è accaduto prima del 20 gennaio [data del suo insediamento n.d.r.] non ha alcuna importanza. Non gli importa che gli Stati Uniti siano il centro di una forte alleanza a sostegno dell'Ucraina, che stiano dando un immenso sostegno a Kiyv non per carità ma per interesse nazionale, o che l'Ucraina ha fatto sacrifici incommensurabili.
Trump tratta gli Stati Uniti come se fossero un attore neutrale che osserva da lontano e che ora sta intervenendo per mediare e risolvere la situazione. Tratta Putin come un partner alla pari, come se la Russia non avesse un PIL inferiore a quello del Texas, e la Russia stessa come una superpotenza che può tracciare i confini e decidere il futuro della sicurezza europea.
L'amministrazione Trump vuole dagli Stati europei un aumento della spesa nella difesa, ma allo stesso tempo sta sostenendo forze che vanno nella direzione completamente opposta.
C'è una contraddizione intrinseca nell'amministrazione Trump nel chiedere all'Europa di aumentare la spesa per la difesa e allo stesso tempo sostenere i partiti europei che stanno cercando di tagliare questa spesa e che sono permeabili alla propaganda russa.
Non credo che ciò sia qualcosa di cui l'amministrazione Trump si accorga particolarmente, è piuttosto una questione di obiettivi politici e dell'ideologia del movimento Maga ('Make America Great Again'). A volte gli obiettivi specifici sono in contraddizione con gli obiettivi politici più ampi, e questo è stato dimostrato chiaramente dal vicepresidente JD Vance con il sostegno ad Alternative für Deutschland.
Le relazioni transatlantiche sono minacciate da questa posizione di Washington?
Tutti temevano che Trump si sarebbe semplicemente ritirato dalla Nato, ma penso che i rischi siano in realtà più profondi. Quello a cui stiamo assistendo è una vera e propria frattura dell'alleanza transatlantica su cui Joe Biden si è impegnato fortemente negli ultimi tre anni per mantenere unita.
Questo consenso e questa unità sono profondamente minacciati dalle azioni unilaterali di Trump, ed è qualcosa che Putin e la leadership russa speravano fortemente. Avevano pianificato l'invasione dell'Ucraina partendo dal presupposto che l'Occidente fosse troppo debole e diviso per rispondere, e speravano che questa unità si spezzasse. Sanno che la Russia non può vincere sul campo di battaglia, la migliore speranza di vittoria per Putin è che gli Stati Uniti facciano un passo indietro e l'unità si spezzi. Questa strategia sembra ora dare i suoi frutti.
Putin ha dichiarato che l'Ucraina non può entrare nella Nato, ma non si oppone alla sua adesione all'UE. Perché?
Il progetto più ampio di Putin è quello di far sì che l'Ucraina non possa decidere del proprio destino e associarsi liberamente, costringendola a rimanere nell'orbita della Russia. Attraverso la Nato l'Ucraina avrebbe le garanzie di sicurezza di cui ha bisogno per fare scelte sovrane. L'Ue invece non ha strumenti in materia di risposta e difesa collettiva, non possiede lo stesso deterrente dell'articolo 5 della Nato.
Dal punto di vista del Cremlino, è chiaro che se l'Ucraina entrasse nella Nato, tutti gli altri strumenti che Mosca possiede per cercare di spezzare la sua sovranità diventerebbero meno efficaci. Se l'Ucraina è intrappolata in una terra di nessuno diplomatica, allora la Russia può ancora sfruttare il suo potenziale per plasmare il destino dell'Ucraina, anche se si trovasse all'interno dell'Unione europea.
Federico Baccini per Osservatorio Balcani Caucaso
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