Anno IX - Numero 29
Tutte le guerre sono combattute per denaro.
Socrate

mercoledì 2 agosto 2023

Grecale

Con coraggio leonino, anziché affrontare la questione del Meccanismo europeo di stabilità hanno preferito rimandare tutto. Una furbata ottusa, che prolunga lo strazio. Almeno si utilizzi il tempo per fiutare l’aria che tira: in particolare il Grecale, vento che soffia dalla Grecia

di Davide Giacalone

La leggenda vuole che la Grecia sia stata sderenata dall’austerità, imposta dall’Unione europea, per salvare le banche tedesche. I greci sono stati affamati, lasciati senza soldi, costretti a vendere tutto, senza sanità. Una leggenda che va fortissimo presso tutti quelli che non sono greci e la cui fondatezza è ben rappresentata dalla bizzarra tesi secondo cui il Mes non va ratificato perché s’è ben visto gli effetti che ha avuto in Grecia. Peccato il Mes manco esistesse, all’epoca. E comunque è già stato ratificato. La Grecia ha anche ratificato la riforma (manca soltanto l’Italia), lo ha pure usato e con soddisfazione. La leggenda, insomma, si diffonde presso i boccaloni. Veniamo alla realtà.


La Grecia paga un tasso d’interesse, sul suo enorme debito (168% del Pil), inferiore a quello che paga l’Italia (con un debito intorno al 142% del Pil); lo vede scendere più rapidamente (nel 2027 sarà inferiore al nostro); ha un avanzo primario superiore al nostro. La sua economia cresce più velocemente della nostra (le previsioni dicono: +2,3% nel 2023; +3% nel 2024; + 1,3% nel 2025 e + 1,1% nel 2026). Eppure nel 2009 la Grecia era in ginocchio. A
llora fu Giorgos Papandreou a comunicare ufficialmente quanto l’Istituto greco di statistica aveva appurato: i bilanci trasmessi dai precedenti governi erano falsi. Fu una tempesta violentissima e la Grecia fu salvata dall’intervento degli altri Paesi europei. Che pasticciarono all’inizio (proprio perché non esisteva il Mes) ma intervennero.

L’attuale capo del governo Kyriakos Mitsotakis – trionfalmente rieletto e che dispone della maggioranza assoluta, leader di Nuova Democrazia (partito conservatore che aderisce al Partito popolare europeo) – fu allora favorevole alle misure europee. Era già membro del governo di Antonis Samaras, dopo la drammatica crisi, e si distinse per la riforma della pubblica amministrazione, la riduzione della spesa pubblica e il licenziamento di circa 10mila dipendenti pubblici inutili. Poi le elezioni le vinse il partito Syriza, guidato da Alexis Tsipras.

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