Anno X - Numero 39
Il tempo degli eventi è diverso dal nostro.
Eugenio Montale

mercoledì 11 agosto 2021

I mercanti del dubbio: disinformazione contro scienza

Nel 2004 in tutti gli organi di informazione pubblici e privati degli Stati Uniti (ma lo stesso può dirsi per la maggior parte dei paesi europei) il cambiamento climatico era presentato come un’ipotesi ancora non scientificamente verificata; soprattutto, era considerato non provato che esso dipendesse dall’utilizzo di combustibili fossili e, più in generale, dalle attività umane. Per una parte dell’opinione pubblica, è così ancor oggi

di Stefano Nespor

Naomi Oreskes (attualmente docente di storia della scienza alla Harvard University), con una ricerca che ebbe grande risonanza, dimostrò che tutti i 928 articoli apparsi fino a quel momento su riviste scientifiche accreditate internazionalmente e soggette a peer review erano concordi nel ritenere che il clima si stava riscaldando e che la responsabilità ricadeva sull’uomo: ciò che era oggetto di dibattito era quando gli effetti del cambiamento climatico avrebbero cominciato a verificarsi e la loro entità.
Ma allora, perché nei mezzi di comunicazione rivolti alla pubblica opinione questa unanimità degli scienziati scompariva e venivano diffusi dati diversi e contrastanti?
È la strategia del tabacco, spiega in questo libro Naomi Oreskes con Erik Conway, storico ufficiale della Nasa: è la tecnica applicata con successo negli anni Cinquanta del secolo scorso per impedire l’adozione di misure restrittive del consumo di tabacco.
In quegli anni cominciavano a comparire dati sperimentali e ricerche epidemiologiche che indicavano un collegamento tra consumo di tabacco e cancro ai polmoni. In pochi anni in tutta la letteratura scientifica di livello internazionale questo collegamento era considerato scientificamente accertato. Tuttavia, ancora per decenni il tabacco non venne sottoposto a restrizioni o a limiti. Questo risultato è stato l’effetto di una strategia posta in essere dalle imprese produttrici consistente semplicemente nel disseminare dubbi sulla certezza dei risultati scientifici che andavano accumulandosi.

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