di Paolo Mossetti
Sul Corriere della Sera è possibile trovare ormai da mesi, fianco a fianco, editoriali allarmati per la rabbia montante contro il cosmopolitismo e il parlamentarismo, e altri invece a favore della riscoperta dell’omogeneità culturale e dello sciovinismo economico. La cosa divertente è che capita di vedere opinionisti un tempo uniti sul fronte liberal conservatore, oggi spartiti tra chi si iscrive a quello riformista-progressista e altri che possiamo definire sovranisti di sinistra.
Se i primi tentano disperatamente di mantenere in piedi il vecchio ordine liberale e di aderenza alla Unione Europea e alla Nato, il discorso dei secondi è che ci sono caratteri immutabili nella nostra cultura e che l’adesione agli organismi sovranazionali ci avrebbero privato di capacità decisionale in materia economica e, quel che è peggio, annacquato l’identità patria. Il problema degli uni e degli altri è che tendono a selezionare soltanto le informazioni a suffragio delle loro tesi, cancellando spesso e volentieri decenni di storia. A partire dagli scherzetti finanziari e le numerose bolle inflattive che avevamo subito, da italiani, con la nostra liretta.
È significativo che proprio sul Corriere della Sera, il 27 febbraio 1976, sia comparso un articolo dal titolo significativo: I limiti dei prestiti. Lo riporta il giornalista Mario Seminerio sul suo blog: in quell’articolo si ritrova una specie di trama neorealista, in cui l’Italia, da anni nei guai con la sua bilancia dei pagamenti, andava in giro per il mondo ad elemosinare prestiti praticamente da chiunque. Certo, avevamo le nostre ragioni: c’era stata la crisi petrolifera, la disoccupazione era crescente e si partiva da livelli di miseria e insicurezza economica infinitamente superiori a quelli di oggi; c’erano ancora migliaia di chilometri di autostrade da costruire, edificare non era complicato come adesso, le famiglie del sud facevano il doppio dei figli con la metà dei servizi sociali di oggi. Eravamo un paese ancora abbastanza giovane e in crescita, ma non certo la planetaria con una valuta che faceva tremare il mondo.
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