di Enrico D'Elia*
La produttività cambia con l’età. Il dibattito sui sistemi pensionistici è centrato sui temi della sostenibilità finanziaria e dell’equità, tuttavia il pensionamento ha effetti rilevanti anche sull’efficienza dell’economia. Ci sono buoni motivi per ritenere che il personale più anziano, pur potendo vantare maggiore esperienza, sia meno produttivo per motivi fisiologici, legati all’età, e organizzativi. Il rischio che una permanenza sul lavoro troppo prolungata possa risultare controproducente è ben noto in letteratura (vedi la survey di Vegard Skirbekk) ma solo di rado viene considerato nel disegno di schemi pensionistici più efficienti e sostenibili (vedi il recente lavoro di Roberto Gabriele, Enrico Tundis ed Enrico Zaninotto). Un prolungamento dell’età pensionabile, anche qualora migliorasse la sostenibilità del sistema previdenziale, potrebbe infatti ridurre l’ammontare complessivo delle risorse pro-capite su cui le generazioni presenti e future possono contare.
Alcune indicazioni sulla produttività dei lavoratori anziani possono essere ricavate dal database Euklems, descritto da Robert Stehrer, Alexandra Bykova, Kirsten Jäger, Oliver Reiter e Monika Schwarzhappel, che riporta le retribuzioni orarie per settore e caratteristiche dei lavoratori in diversi paesi. Si suppone che le remunerazioni maggiormente correlate alla produttività siano quelle del comparto dei beni e servizi di mercato, piuttosto che quelle del settore pubblico, dove il rendimento è più difficile da misurare e spesso è poco valorizzato economicamente.
I dati relativi all’Italia, sintetizzati nel grafico 1, indicano che tra il 2008 e il 2017 i lavoratori over 50 hanno ricevuto una retribuzione oraria inferiore alla media (complessivamente del 6,2 per cento). Fanno eccezione quelli con una formazione intermedia, che hanno guadagnato poco più dei loro colleghi tra 30 e 49 anni con lo stesso livello di istruzione. Il vantaggio, tuttavia, sembra limitato essenzialmente agli uomini appartenenti a tale categoria che, superati i 49 anni, guadagnano circa il 6 per cento in più degli altri lavoratori mediamente qualificati e circa il 20 per cento in più dei più giovani. Una simile progressione di carriera non si riscontra invece per le donne di pari formazione né per altri gruppi.
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* Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non coinvolgono in alcun modo le istituzioni di appartenenza.
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