Anno IX - Numero 13
La storia insegna, ma non ha scolari.
Antonio Gramsci

martedì 16 ottobre 2018

La timida cicala tedesca e la masochista formica italiana

In un suo articolo di prima pagina sul Corriere della Sera Paolo Mieli ricorda come “non risulta— dai già citati sondaggi — l’esistenza di un elettore tedesco che abbia abbandonato la Cdu perché non incoraggia politiche europee che consentano a Grecia, Italia e Francia (e a quel punto chissà quanti altri Paesi) di rimettersi a spendere come facevano in passato”. Ha assolutamente ragione

di Paolo Piga

Non risulta coincidere invece con la realtà dei fatti, misurati con dati, la conseguente tesi di una Europa virtuosa che evita di spendere, rappresentata principalmente dalla Germania, e che cresce per tale ragione, e di una Europa spendacciona, rappresentata principalmente dall’Italia, ferma e sclerotizzata per colpa di sprechi e corruzione.

Per dimostrarlo non faremo riferimento ai numeri prescelti dal Dott. Mieli per suffragare la sua tesi, perché sono quelli sbagliati.
Nel periodo analizzato (il 2010-2015, abbiamo ricostruito, perché il Dott. Mieli non lo specifica) l’Italia “ha addirittura incrementato la spesa dal 49,9 al 50,7%”, si legge. E’ evidente come i numeri citati non riguardino la spesa (un valore in euro e non una percentuale) ma il rapporto tra spesa pubblica totale e prodotto interno lordo del Paese. Il valore (disponibile anche sul sito di Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico del giugno scorso) passa in realtà dal 49,9 al 50,5%. In Germania nello stesso periodo (stessa fonte) il rapporto scende addirittura dal 47,3% al 43,9%.

Ha dunque ragione Mieli? A naso non necessariamente: quel rapporto in Italia è certamente potuto salire a causa della discesa del denominatore, il PIL colpito dalla recessione, ed in Germania scendere a sua volta per la crescita dello stesso a causa dell’espansione tedesca. Dunque, solo un controllo dei dati della spesa in euro potrà sciogliere questo dubbio su chi ha speso di più tra Italia e Germania.

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