Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 3 settembre 2019

Yoghi fa meglio della finanza speculativa

Il National Park Service calcola: per ogni dollaro investito dal Congresso, il sistema Parchi USA ne produce 12. Un contributo di 40 miliardi all’economia nazionale

di Emanuele Isonio

La loro superficie totale supera quella di Italia e Svizzera messe insieme. Il reddito prodotto, considerato nel complesso, doppierebbe quello dell’Islanda. I turisti che li hanno visitati, da quando sono stati creati, sono una volta e mezza gli abitanti della terra. La rete dei Parchi nazionali statunitense è un colosso di 401 riserve e 49 aree “d’interesse nazionale” distribuite in tutti gli Stati della federazione. Imponente la dotazione economica: poco più di 3 miliardi di dollari ogni anno, stanziati dal Congresso di Washington.

Un buon investimento
Ma i vertici del National Park Service non vogliono sentir parlare di spesa. «Un buon investimento», piuttosto. E dar loro torto è difficile: «per ogni dollaro investito dal Congresso – spiega a Valori Jeffrey Olson, portavoce del NPS – all’economia nazionale ne ritornano dodici. E nel sistema parchi non ci sono ulteriori investimenti dei singoli Stati». Ovviamente nel conto vengono considerate solo le ricadute dirette, senza pensare ai servizi ecosistemici che una rete così ampia di aree protette garantisce.

Il “Pil” di Yellowstone e Grand Canyon
E così, scorrendo le pagine del rapporto sugli “effetti della spesa dei turisti” pubblicato ogni anno dal NPS, si scopre che i 6,3 milioni di visitatori del Grand Canyon in Arizona hanno speso quasi un miliardo di dollari, producendo un valore aggiunto di 673 milioni e un output di 1,15 miliardi. 647 milioni il “pil” prodotto dai 4,1 milioni di turisti dello Yellowstone in Montana. E 327 milioni arrivano dalle gole e dalle rocce dello Zion Park nello Utah.

«I nostri parchi sono il motore dell’economia delle comunità locali» ha affermato Catherine Cullinane Thomas, tra gli autori del rapporto periodico sull’impatto economico dei Parchi americani, redatto dal Dipartimento federale dell’Interno.

Un sostegno nient’affatto marginale visto che le spese dei turisti – si legge nel rapporto – permettono l’esistenza di 329mila posti di lavoro tra diretti e indotto per un totale di 13,6 miliardi di dollari di salari. In crescita impetuosa, peraltro: nel 2013 erano “appena” 9,2 miliardi (+47% in 5 anni). E il contributo totale dei parchi all’economia a stelle e strisce ha superato la somma di 40 miliardi di dollari (a fronte dei 26,5 miliardi del 2013: + 49%).

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