Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 7 novembre 2017

I millenial non sono fighi, sono semplicemente poveri

Oggetto sconosciuto per l'opinione pubblica, i millennial, sono molto meno misteriosi di quello che sembra. Basta guardare al conto in banca

di Enrico Verga

I millennial sono per molti versi l'oggetto misterioso della cultura contemporanea, ma, al netto di titoli, articoli e prese di posizione sul loro status e la loro fisionomia bisognerà mettere in chiaro almeno alcuni punti che li riguardano. Un punto chiaro è che i millennial sono poveri.
Stando al Census Bureau Americano, guadagnano 2000 dollari in meno rispetto ai loro genitori quando avevano la stessa età, e infatti sono più propensi dei genitori a vivere poveri e a casa.

Pare proprio che alla base dell'incapacità che le vecchie generazioni (i baby boomers e la generazione X) hanno nel capire i millennial ci siano questi precisi, e poco consolanti, dati statistici.


Analizziamo il mercato del debito. In Usa ci sono 4 principali tipi di indebitamento: carte di debito, mutui universitari, auto e case. Tralasciamo per un momento il primo, e concentriamoci sugli altri e la relazione che hanno con i millennial.

Il debito cumulato (solo in Usa) contratto dagli studenti per i corsi universitari attualmente sfiora la cifra di 1,5 trilioni ( per intenderci ci sono i milioni, i miliardi e i trilioni) di dollari Il sito marketwatch mostra la crescita astronomica di questa tipologia debitoria, che, partendo dal 2006 con mezzo trilione, è in pratica triplicata. Si tratta di soldi che gli studenti dovranno restituire (probabilmente impiegando tutta la vita), ed è il caso di notare, come ha fatto L’Huffpost, che molti dei laureati non conoscono con precisione l’entità del loro debito studentesco, gli interessi applicati o quanto del loro stipendio viene decurtato per pagare il debito.

Con questa spada di Damocle che pende sulla testa non è una sorpresa se la capacità di risparmio dei millenails è particolarmente ridotta. Per molti la scelta è tra pagare il debito o risparmiare per la vecchiaia.

Con uno stipendio, mediamente, più basso (come detto) rispetto ai loro genitori nello stesso ciclo di vita, molti millenials si domandano se arriveranno mai alla pensione. Molti di loro ne dubitano. Il piano pensionistico privato diffuso negli Usa, il cosiddetto, 401K non è più (forse non lo è mai stato) un modello di risparmio affidabile. Lo si può dedurre da quanti boomers hanno incassato il 401K e si son ritrovati poveri (come riporta il times).

In un analisi Wells Fargo riporta che il 41% circa dei millenials non hanno ancora cominciato a risparmiare per la pensione, il 64% di essi semplicemente non guadagnano abbastanza per risparmiare. C’è da considera che tra debito studentesco (quello universitario), mancanza di benefit lavorativi (che possono ridurre alcune spese,quali lavanderia, cibo etc..) è facile comprenedere che risparmiare non sia molto facile.

La situazione è anche peggiore per le quote rosa. Oltre la metà delle femmine millenials, a causa del gap di stipendio con l’altro sesso, non risparmieranno mai. Con questa doverosa premessa discutiamo degli altri due generatori di debito: mutui sulla casa e sull’auto.
Le statistiche confermano: i millenials comprano meno auto delle generazioni precedenti. Una delle tesi più accreditate è che le loro scelte siano guidate da un mix di etica, vision verde-ambientalista e senso di comunità. Le auto inquinano, distruggono le comunità (atomizzandole) e fanno ingrassare (diciamo che possono prevenire una maggior attività fisica). L’atlantic riportava nel 2012 che i costruttori di auto erano seriamente preoccupati e che, i loro geni dei dipartimenti marketing, avessero assunto giovani “brand ambassador” che potevano lanciare nuove line di interni e carrozzeria stile “denim” o techno pink.

Il problema vero è un altro: anche le più raffinate analisi sociologiche, o le più smaliziate strategie commerciali non possono nulla rispetto ai fatti: come ha riportato CityLab, c’è una vistosa distanza (mi scuserete il gioco di parole) tra le miglia percorse su base annua dai millenials che guadangano più di 30.000 dollari, rispetto a quelli che ne guadagnano meno. Detta in soldoni: una macchina costa e i millenials poveri (una fascia in crescita) non se la possono permettere.

La povertà dei millennial assume un rilievo macroscopico quando si tratta dell'acquisto di casa. Uno dei baluardi del sogno Americano è appunto il possesso di una casa. Questo sogno è stato spinto all’estremo fino a creare la bolla immobiliare che tutti conosciamo. E sempre le statistiche ci informano sul fatto che i millennial comprano casa molto meno delle generazioni percedenti.

Per alcuni media il fenomeno è dovuto alla voglia di emergere dopo il college, l’interesse per la carriera (magari mobile, connotata da veloci spostamenti di carriera ed eventualmente di azienda/regione geografica) e ad uno scarso interesse per la proprietà. O, per alcuni, i figli di non Wasp non avrebbe accesso a bastanti garanzie per accedere ad un mutuo.

Anche il sito immobiliare Realtor discute sul perchè i Millenials non comprano case. Più precisamente la tesi dell’analista suggerisce che i Millenials abbiano paura di impegnarsi (da un punto di vista anche affettivo). Uno dei primi impegni della coppia è la casa da comprare. La logica vuole che se non vogliono impegnarsi non abbiano fretta di comprarsi casa.

Il sito popolare di Mother jones, con schietta cruda visione dà la spiegazione più semplice, e credibile. Se i millenials non han soldi non comprano le case.

E arriviamo a qualche elemento di costume. Per esempio si dice spesso che i millennial abbiano l'abitudine, più di altre generazioni, a mangiare fuori, e a spostarsi molto. Vice rifletteva sul fatto che brunch selvaggi e pizze take away sono nel menu giornaliero dei Millenials. Tuttavia facciamo un attimo di riflessione. Qui non si parla di andare da Bulgari tutti i sabati per il brunch, o pasteggiare a ostriche e champagne come i loro genitori Yuppies.

Brunch (magari all you can eat) e pizze take away non sono esattamente cibo super costoso. E per i viaggi più low cost sono meglio è. Quindi sicuramente saranno esperienze ma sono esperienze al risparmio.

E sì, bisognerà dire una buona volta che buona parte dei i comportamenti caratteristici dei millenials in verità sono facilmente spiegabili con una logica da rasoio di Occam.

Sono poveri.

La prossima volta che qualche genio del marketing, di una management consulting, o di qualche super agenzia di pr, vi vorrà vendere un piano strategico per vendere ai Millenials I vostri prodotti o servizi, il mio modesto suggerimento è pensare a voce alta “come ragiona un povero”?

Vi risparmierete una costosa consulenza.

Enrico Verga per Linkiesta