Anno X - Numero 7
Un idiota povero è un idiota.
Un idiota ricco è un ricco.
Paul Laffitte

mercoledì 19 febbraio 2025

Un’Europa più uguale, almeno nei redditi

Scende la disuguaglianza di reddito nell’Unione europea. Tra i salari, infatti, c’è più convergenza e il miglioramento è essenzialmente legato allo sviluppo dei paesi dell’Est europeo. Tra i sistemi di welfare restano invece molte differenze

di Stefano Filauro, Zachary Parolin e Piero Valetto

La disuguaglianza nella distribuzione del reddito tra i 445 milioni di cittadini europei è una statistica a cui prestare molta attenzione. Gli indicatori di disuguaglianza sono di solito calcolati e discussi a livello nazionale, eppure l’analisi a livello di Unione europea, come se si trattasse di un unico stato, può segnalare tendenze interessanti. Per esempio, l’aumento della disuguaglianza in un’unione di stati può indicare divergenza economica e provocare sfiducia nelle istituzioni comunitarie.
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Il piano dell’Europa per rilanciare l’economia: basterà per colmare il divario con Stati Uniti e Cina?

Se è vero che le incertezze minano la competitività europea, allo stesso tempo i rapporti commerciali stretti dall’Europa rappresentano un’importante fetta di mercato. In Europa, le aziende rispondono a 27 diversi regimi legali e, per semplificare le regole e ridurre i costi per le imprese che falliscono, la Commissione sembra intenzionata a proporre il 28esimo

di Mattia Marasti

A partire almeno dalla crisi del 2008, l'Europa ha perso terreno nei confronti degli Stati Uniti d’America e la crisi indotta dalla pandemia ha peggiorato la situazione. Ma all’aspetto economico oggi si lega sempre di più un mutato contesto geopolitico. La rielezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti indebolisce i rapporti con lo storico partner d’oltreoceano, con il Presidente degli Stati Uniti che minaccia una politica di dazi sempre più aggressiva nei confronti dell’Europa.
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martedì 18 febbraio 2025

In un’epoca dominata dalla frenesia, il vero atto rivoluzionario è riscoprire la lentezza

Ogni epoca ha i suoi strumenti e le sue dinamiche per rendere il tempo aderente alla realtà. Parlare della riscoperta della lentezza può sembrare un sermone da boomer, però  certi usi che facciamo del tempo stanno alterando le nostre capacità cognitive in una direzione non propriamente salutare. È un dato di fatto

di Mattia Madonia

L’altro giorno una mia amica ha ammesso di ascoltare i miei messaggi vocali su Whatsapp a velocità 2x. Provando a riascoltarli a mia volta, la mia voce sembra quella di una papera robotica che si mangia le parole. Lo so, i messaggi vocali lunghi possono essere una scocciatura, e sopra i tre minuti c’è chi si rassegna e li cataloga come podcast, eppure ci sono rimasto male, come se il tempo dedicato a registrarli fosse stato tagliuzzato, perdendo di valore. Alla domanda sul perché di questa scelta la sua risposta è stata secca: “Devo ottimizzare il mio tempo”. Un altro segnale a riguardo mi è arrivato quando un utente sui social mi ha scritto di aver apprezzato un mio articolo “nonostante la lunghezza”.
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Btp Più, meno sicurezza ma niente imbrogli

Con la fame di denaro dello Stato italiano, si può scusare l’attivismo del Tesoro nell’imbellettare le ripetute richieste di soldi. Esso o piuttosto qualche agenzia di pubblicità ha tirato fuori vari nomi, non di rado insulsi come Btp Futura o Btp Valore. Indulge poi in toni deamicisiani, presentando le nuove emissioni come “dedicate ai piccoli risparmiatori”. In realtà si può sottoscriverne anche un milione di euro

di Beppe Scienza*

L’ultimo nome inventato è Btp Più. Annunciato per il 17 febbraio presenta un certo interesse per una caratteristica che il Tesoro vanta come una grande novità: “Il primo titolo dedicato al retail con opzione di rimborso anticipato a 4 anni”. In realtà non è vero, perché c’era già per i Certificati del Tesoro con Opzione, come ad esempio i Cto 10,25% 1988-96, codice Abi 13029, ugualmente a otto anni con diritto a riprendersi i soldi prestati dopo quattro.
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Medicina generale: servono più medici, non più posti fissi

La riforma dei medici di famiglia non risolve i problemi esistenti e ne crea di nuovi. La sensazione è quella che la riforma non riguardi né la professione medica né i diritti dei cittadini, ma l’utilizzo delle case di comunità, strutture finanziate dal Pnrr nel nome della medicina territoriale durante il Covid, apparse fin da subito la classica soluzione in cerca di un problema

di Istituto Bruno Leoni

Al momento non è stato depositato alcun testo, ma le indiscrezioni e le anticipazioni emerse sui media sembrano far intendere che il governo vorrebbe superare le attuali convenzioni tra i medici di base e il Sistema Sanitario Nazionale per trasformare questi ultimi in dipendenti dello stesso Ssn. L’obiettivo dichiarato è superare l’ingolfamento, aumentando le ore di ricevimento e consentendo così a tutti – e in particolare ai pazienti più fragili – di ottenere udienza dal proprio medico.
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lunedì 17 febbraio 2025

European leaders to hold emergency summit on Ukraine as Trump peace push leaves them isolated

Trump’s call with Putin and the push to work with Russia have also raised Ukrainian fears of being excluded from talks deciding the fate of their own country. Zelensky in recent days lamented that the US president spoke with Putin before him

di Simone McCarthy e Sugam Pokharel

European leaders will hold an emergency summit on Ukraine today amid growing concern that the Trump administration’s push to work with Russia to end the war has left them isolated.

The continent has been scrambling to respond after Us President Donald Trump announced negotiations would begin “immediately” on ending the conflict following a phone call with Russia’s Vladimir Putin, and Trump’s Russia-Ukraine envoy Keith Kellogg saying Europe would not be involved.
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Brexit, año cinco: el 55% de los británicos lamenta la salida de la Ue

Keir Starmer, que asistirá este lunes a una cumbre europea, busca con sigilo una mayor cooperación con Bruselas para resucitar la economía del Reino Unido

di Rafa de Miguel

Cinco años después de su entrada en vigor, un 55% de los británicos considera hoy que el Brexit fue un mal negocio para el Reino Unido, según la encuesta realizada por YouGov hace apenas 10 días. Ese mismo 55% desearía volver a la Ue. Incluso entre los que fervorosamente votaron a favor de la salida, uno de cada seis ya se arrepiente. Y la verdadera tragedia está en los jóvenes de entre 18 y 24 años, que no pudieron participar en el referéndum de 2016: tres de cada cuatro de ellos, un 75%, creen que la decisión fue un error que ha cerrado puertas a su futuro.

Las fechas del Brexit son tramposas, y demuestran que el divorcio más doloroso de la reciente historia de Europa es en realidad una herida que nunca se termina de cerrar.
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sabato 15 febbraio 2025

Noi e DeepSeek. Cosa ci insegna il caso sull’Italia e l’Europa

Le regole sono uguali per tutti ma forse noi siamo troppo zelanti nell’applicarle?

di Istituto Bruno Leoni

Il Garante italiano per la privacy ha intimato a DeepSeek, il concorrente cinese alle intelligenze artificiali occidentali come ChatGPT, di sospendere i suoi servizi in Italia. L’azienda ha risposto di non essere attiva nel nostro né in altri Stati membri dell’Ue, e quindi di non sentirsi vincolata dal diritto unionale. L’Autorità per la protezione dei dati personali ha dunque avviato un’istruttoria. Al momento, DeepSeek non è più disponibile sui principali app store (come Apple e Android) ma è liberamente accessibile dal web.

I rilievi del Garante riguardano le modalità di raccolta e trattamento dei dati personali degli utenti italiani e la loro conservazione su server in Cina.
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giovedì 13 febbraio 2025

Il brutalismo: una modesta proposta politico-linguistica

Stiamo assistendo, impotenti, a una concezione della politica come mero comando, coercizione, prepotenza, che rifiuta il confronto con le parti sociali e politiche, la ricerca ragionevole del consenso tenendo conto degli interessi generali. Comandare, invece di governare, senza timori, senza pudori. 
Una pericolosa deriva alla quale non troviamo risposta

di Angelo D’Orsi

Ogni giorno ha la sua infamia. Accadeva anche prima di Trump e prima di Meloni, naturalmente, ma stiamo assistendo a una accelerazione del tempo storico, sotto il segno di qualcosa che propongo di chiamare “brutalismo”, prendendo in prestito un termine in uso nel linguaggio della storia dell’architettura, ma anche dell’arte, della tipografia e della letteratura. Brutalismo indica una poetica che elimina l’imbellettatura, gli ornamenti, la stessa ricerca della bellezza, e mette in campo i materiali con cui si costruisce, mattoni, cemento, acciaio, rame e così via.
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mercoledì 12 febbraio 2025

Il prezzo dell’euro: la vittoria francese sulla sovranità monetaria europea

La moneta simbolo dell’unità europea ha radici profonde in un compromesso storico. In cambio del consenso francese alla riunificazione tedesca, la Francia ottenne il controllo sull’architettura monetaria europea, trasformando la valuta comune nel successore simbolico di Lira e Franco. Tuttavia, il trionfo francese ha generato conseguenze economiche e politiche complesse, che ancora oggi influenzano il destino dell’Europa

di Thomas Mayer

Negli anni ’70, dopo il crollo del sistema di Bretton Woods dominato dal dollaro, la Francia dovette affrontare una serie di difficoltà economiche: il Franco era debole, i tassi di interesse elevati, e il prestigio nazionale in declino. Anche il Sistema Monetario Europeo, lanciato nel 1978 dal presidente francese Valéry Giscard d’Estaing e dal cancelliere tedesco Helmut Schmidt, non riuscì a riequilibrare il potere monetario in Europa, rimanendo sotto il controllo della potente Bundesbank tedesca.
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Sempre più necessari, sempre più discriminati

Nei Balcani la popolazione diminuisce e cresce il bisogno di manodopera straniera – ma aumentano anche gli episodi di razzismo e sfruttamento. A farne le spese sono soprattutto i molti lavoratori di origine asiatica

di Giovanni Vale

L’ultimo caso è avvenuto a inizio novembre. A Spalato, quattro lavoratori stranieri sono stati aggrediti nel giro di poche ore da altrettanti cittadini croati, poi arrestati dalla polizia. Si tratterebbe, secondo le forze dell’ordine, di “attacchi a sfondo razziale”, di cui questa volta sono rimasti vittima dei fattorini di origine nepalese e indiana, ma che sono purtroppo sempre più comuni nel paese.

La Croazia è da anni alle prese con una forte emigrazione e con l’invecchiamento della propria popolazione, scesa da circa 4,3 milioni di abitanti nel 2011 a 3,8 milioni nel 2021. Per far fronte a queste problematiche, a partire dal 2021 Zagabria non impone più limiti al numero di lavoratori stranieri che possono trasferirsi nel paese.
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martedì 11 febbraio 2025

Mani pulite addio: più di un italiano su due crede al teorema dei giudici politicizzati

Lo spettacolo della politica è scivolato, rapidamente, verso una democrazia immediata. Digitalizzata. Che permette a tutti di intervenire in modo immediato. Senza mediatori. Così, la magistratura a sua volta “incombe”. E ogni indagine, ogni inchiesta, ogni decisione giudiziaria produce effetti politici. Ha conseguenze politiche. Tanto più in tempi politicamente incerti

di Ilvo Diamanti

L’assoluzione del ministro Matteo Salvini costituisce un episodio significativo, in quanto agevola il suo percorso politico verso gli altri obiettivi a cui ambisce. E, al tempo stesso, perché chiama in causa il ruolo della magistratura. Che segna non solo il nostro presente, ma la storia della nostra democrazia. In quanto soggetto che “unisce e divide il Paese” e gli italiani. Oggi e nel passato. Come dimostra il sondaggio condotto da Demos sulla percezione in merito all’autonomia dei magistrati nell’interesse dei cittadini.
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Le pensioni di domani

Il sistema previdenziale italiano sta subendo un drastico ridimensionamento, con assegni futuri sempre più bassi e un’età pensionabile in costante aumento. Le politiche del Governo favoriscono il contributivo puro, penalizzando i lavoratori e aggravando le disparità tra generazioni, salari e diritti

di Emiliano Gentili e Federico Giusti

Da quanto visto con la Manovra di Bilancio 2023, in materia previdenziale il Governo Meloni si è letteralmente rimangiato quanto spergiurato in campagna elettorale. E le promesse sono state letteralmente cancellate anche con la ultima Manovra che assegna alle pensioni minime cifre irrisorie.

Oggi, chi al 31 dicembre 1995 aveva maturato 18 anni di contributi e quindi poteva beneficiare del calcolo retributivo è ormai in pensione e, quindi, ancora per alcuni anni avremo lavoratori\trici con un sistema misto, calcolato in base alla retribuzione fino alla fine del 1995 e con il sistema contributivo dal 1996 in poi. Nell’arco di pochissimi anni resteranno in attività solo lavoratori entrati dopo il 1996 e quindi si applicherà in toto il contributivo che comporta un assegno pensionistico decisamente inferiore, a parità di anni lavorati, rispetto a quanto percepito dalle generazioni precedenti.
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sabato 8 febbraio 2025

Sa tutto ma non insegna: ChatGpt è il professore perfetto per i nostri tempi

Quel desiderio di chattare con l’IA e distruggere la scuola per sempre. Finalmente i ragazzi non sapranno niente in modo omogeneo, quindi democratico

di Niccolò Magnani

Guardare con sospetto e non solo con stupore l’evoluzione dell’intelligenza artificiale non sempre è sinonimo di arretratezza culturale o incapacità di cogliere il “seme” del futuro: l’operazione ad esempio portata avanti da Paola Mastrocola – scrittrice e docente – assume una notevole importanza in quanto prova ad indagare le innovazioni di ChatGPT e delle altri IA sul fronte dell’apprendimento, della conoscenza, in ultima analisi dell’educazione. E nel farlo coglie una fortissima problematica che ancora non tutti riescono a intravedere in un possibile dialogo proficuo futuro tra scuola e intelligenza artificiale.
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giovedì 6 febbraio 2025

Pnrr: speso meno di un terzo dei fondi

Dopo mesi di richieste e appelli, sono finalmente pubblici i dati sulla spesa e i pagamenti di ognuno dei quasi 270mila progetti del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; un risultato reso possibile grazie alla mobilitazione di centinaia di organizzazioni

di Openpolis

Dopo anni di battaglie oggi siamo finalmente in grado di annunciare un’importante novità sullo stato dell’arte del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le informazioni sul nostro progetto di monitoraggio indipendente OpenPnrr sono state infatti aggiornate con l’avanzamento della spesa effettiva per ognuno dei quasi 270mila progetti del piano. In questo modo è possibile verificare quanto si sta effettivamente spendendo per il più grande piano di investimenti pubblici del paese.
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mercoledì 5 febbraio 2025

Georgia e Unione europea, un rapporto complicato

Iniziato negli anni '90, il processo di avvicinamento e potenziale inclusione della Georgia all'Unione europea ha subito pesanti battute d'arresto soprattutto dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, per arrivare oggi ad un vero stallo dopo le elezioni di ottobre 2024

di  Marilisa Lorusso

L’attenzione della Georgia verso l’Occidente ha preso forma nell’immediato periodo che ha seguito la disgregazione dell’Urss e soprattutto dall’ascesa al potere di Eduard Shevardnadze. La Georgia ha rafforzato i legami con l’Unione Europea attraverso l’Accordo di partenariato e cooperazione (Pca) del 1996.
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Mps-Mediobanca: quando la finanza privata incontra il governo

Nell’operazione Mps-Mediobanca si è creata una convergenza d’interessi fra il governo e le famiglie Caltagirone e Del Vecchio. Forse nascerà così il più grande gruppo finanziario italiano. Il costo potrebbe ricadere su contribuenti e piccoli azionisti

di Rony Hamaui

Il sistema bancario italiano è in fermento. Dopo il tentativo di Unicredit di acquisire Commerzbank e Banco Bpm e quello di Banca Ifis di rilevare Illimity, ora è Monte dei Paschi di Siena a lanciare un’offerta su Mediobanca. Il brutto anatroccolo vuole comprarsi la più blasonata delle banche italiane.
Intendiamoci, in tutti i casi (con la parziale eccezione di Banca Ifis) si tratta di offerte pubbliche di scambio (Ops), dove gli azionisti delle banche target non ricevono soldi in cambio dei titoli che cedono, ma solo azioni dell’acquirente: “figurine contro figurine”, come si dice in gergo.
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martedì 4 febbraio 2025

Paradisi fiscali: l’Italia perde 10 miliardi di euro l’anno

Uno studio Cgia di Mestre ha calcolato quanto sfugge ogni anno all’erario per colpa dei paradisi fiscali, di cui l’Europa è assai ricca

di Andrea Di Turi

Che balzo in avanti potrebbe fare il nostro Paese nella sanità, nell’istruzione, nei servizi sociali o nelle politiche di contrasto alla crisi climatica – solo per fare alcuni esempi -, se lo Stato avesse 10 miliardi di euro in più da spendere ogni anno? Purtroppo non li ha. Perché questi soldi vengono fagocitati dai paradisi fiscali. O meglio, da chi fra i nostri concittadini vi trasferisce ricchezze e profitti. Giocando a nascondino col fisco, sulle spalle di tutti gli altri.
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sabato 1 febbraio 2025

Gino Roncaglia: «Credevamo ai supercomputer come Hal 9000, ci siamo sbagliati»

Qual è (e quale sarà) l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla produzione culturale? Che ne sarà delle biblioteche? E dei lavori nel campo dell'editoria? Intervista a Gino Roncaglia

di Marcello Pelizzari

Filosofo e saggista italiano, Gino Roncaglia è docente di editoria digitale, filosofia dell’informazione e digital humanities presso l’Università di Roma Tre. È considerato fra i pionieri dell’uso di Internet in Italia e delle riflessioni sulle sue potenzialità culturali. Questa intervista è stata rilasciata in occasione del Premio Möbius all’Università della Svizzera italiana, a Lugano, con un intervento dal titolo La biblioteca oggi e domani con l’IA.

Professore, innanzitutto: da ignoranti, crediamo che l’intelligenza artificiale non abbia nulla a che fare con la cultura o, meglio, con l’idea che abbaiamo di cultura. Non è così, giusto?
«Farei, innanzitutto, una premessa. C’è un primo, fondamentale rapporto fra i sistemi di intelligenza artificiale e noi. Ed è, banalmente, il fatto che siamo stati noi a crearli. Sono, quindi, un prodotto della nostra intelligenza. Possiamo parlare, allora, di un rapporto genetico. Un altro aspetto importante riguarda il cambiamento di paradigma degli ultimi decenni. L’intelligenza artificiale esiste dagli anni Cinquanta del secolo scorso, ma originariamente era basata su un paradigma logico-linguistico. Ovvero, sull’idea che la nostra intelligenza fosse basata sulla capacità di ragionare e di usare il linguaggio. E che, di riflesso, logica e linguaggio fossero sistemi governati da regole. Di qui l’idea che, per costruire computer intelligenti, bisognasse individuare quelle regole e darle alla macchina. Era, questa, l’idea alla base di HAL 9000, il supercomputer di 2001: Odissea nello spazio. Kubrick chiese la consulenza di Marvin Minsky, all’epoca il massimo esperto mondiale di intelligenza artificiale. Quando venne girato il film, riassumendo, Minsky credeva che entro il 2001 avremmo avuto supercomputer di quel tipo».

Così non è stato: perché?
«Per due motivi. Il primo: quel modello non era sufficiente, nella misura in cui logica e linguaggio sono due componenti importanti ma non è detto che siano alla base dell’intelligenza. O, se preferite, l’intelligenza in realtà è qualcosa di molto più complesso: gli aspetti logico-linguistici sono il risultato di un’evoluzione. Il secondo, strettamente legato al primo: la nostra intelligenza non è solo un obbligo logico e linguistico. Come individuare, allora, meccanismi che riproducano il nostro comportamento?».

E qui, immaginiamo, arriviamo a un nuovo paradigma.
«Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha lavorato su un paradigma completamente diverso. Legato alle cosiddette reti neurali. L’obiettivo, in questo caso, è imitare il funzionamento dei neuroni del nostro cervello. Ma partendo da premesse probabilistiche e non più deterministiche».

Come funziona, allora, un sistema di intelligenza artificiale moderno?
«In maniera, appunto, statistica e probabilistica. In maniera, quindi, in parte imprevedibile, sebbene noi conosciamo che cosa ci abbiamo messo dentro. Siamo stati noi a dettare i parametri e le regole, ma nonostante ciò non possiamo prevedere con esattezza il modo in cui questi sistemi si comporteranno».

Continua la lettura su Corriere del Ticino
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Perché è il momento per un social network europeo

In un settore già saturo, e reso esausto dagli ultimi desolanti spettacoli dei suoi oligarchi, l’Europa ha la sua grande chance di tornare protagonista sulla scena digitale. Con un investimento a basso tasso di innovazione, ed enorme ritorno di soft-power

di Filippo Lubrano

Negli ultimi anni l’ecosistema dei social network ha subito profonde trasformazioni, essenzialmente peggiorative rispetto alle speranze, che auspicavano potessero costituire uno strumento per l’empowerment dei cittadini. Le piattaforme consolidate – da Facebook a Twitter (ora X) – sono state messe alla prova da scandali di privacy, manipolazioni algoritmiche e un crescente malcontento tra gli utenti, culminato in una costante (sebbene non massiccia) evasione verso alternative meno invasive.

La diatriba sul ban di TikTok, seguito da una migrazione verso altre piattaforme cinesi (in primis XiaoHongShu, o “Little Red Book” nella versione anglicizzata) per il momento non ancora oggetto di minacce da parte dell’amministrazione americana, ha dimostrato come gli utenti siano disposti a tutto pur di mantenere la loro dose di intrattenimento (o brain-rot, come dicono a Oxford).
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Perché tutti parlano dell’AI cinese DeepSeek

Alla base di questa rivoluzione c’è un innovativo metodo di addestramento dei modelli AI di ragionamento, caratterizzato da costi estremamente contenuti. Grazie a ottimizzazioni avanzate e all’uso di licenze open source, i cinesi di DeepSeek hanno dimostrato che l’intelligenza artificiale di altissimo livello non richiede necessariamente investimenti miliardari, sfidando così i colossi occidentali che continuano a investire somme astronomiche in infrastrutture e risorse

di Luca Sambucci

DeepSeek ha fatto irruzione sulla scena dell’intelligenza artificiale come un outsider determinato a riscrivere le regole del gioco. Ne avevamo già parlato su questo sito il 4 dicembre scorso, quando la documentazione tecnica era piuttosto scarsa. Ora con il lancio di DeepSeek-R1, un modello di linguaggio avanzato capace di competere con giganti come quelli di OpenAI, l’azienda cinese ha dimostrato che innovazione ed eccellenza non sono prerogative esclusivamente riservate a chi dispone di risorse illimitate.

Alla base del successo di DeepSeek-R1 vi è un approccio tecnico audace e innovativo. Il team ha puntato tutto sull’apprendimento per rinforzo (reinforcement learning o RL), evitando la necessità di dataset supervisionati e curati. Questo approccio ha consentito al modello di sviluppare capacità di ragionamento indipendenti, supportate da catene di pensiero (chain-of-thought, CoT) in grado di affrontare compiti complessi con logica e precisione.
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venerdì 31 gennaio 2025

L’utopia concreta di Adriano Olivetti

Esiste una storia tutta italiana che vale la pena raccontare alla luce dei nuovi modi di fare impresa e della rinnovata attenzione al benessere della forza lavoro. Quella della Olivetti spa è una storia di avanguardia made in Italy, che solo di rado viene raccontata dai manuali accademici e ancor meno celebrata dai mezzi di comunicazione

di Vincenzo Casapulla

La Olivetti nasce ad Ivrea nel 1908 ad opera dell’ingegner Camillo Olivetti. Sarà la prima fabbrica nazionale di macchine da scrivere. All’epoca la Olivetti contava appena quattro dipendenti, in confronto alla Fiat, nata 10 anni prima, in cui lavoravano circa 50 operai. Sarà a partire dagli anni ’30, quando la direzione della fabbrica passerà al figlio Adriano, che la Olivetti inizierà il suo percorso di evoluzione da piccola fabbrica artigianale di macchine da scrivere a grande plant industriale internazionale.
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mercoledì 29 gennaio 2025

Il futuro democratico della Serbia passa attraverso le proteste di piazza

In Serbia continuano la mobilitazione e le proteste popolari contro la corruzione e per la giustizia per le vittime del crollo della tettoia della stazione a Novi Sad. Il racconto dettagliato degli ultimi giorni

di Massimo Moratti

Dopo le manifestazioni studentesche e l’occupazione di scuole e facoltà, i gruppi studenteschi hanno organizzato il 24 gennaio 2025 uno sciopero generale in tutto il paese e lunedì 27 hanno bloccato lo snodo nevralgico di Autokomanda, uno dei principali incroci della capitale Belgrado.

Venerdì 24 gennaio, Belgrado e molte altre città della Serbia, hanno manifestato contro la corruzione e la mancanza di trasparenza del governo.
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martedì 28 gennaio 2025

Trump e le guerre del dollaro

Secondo l’Atlantic Council, il dollaro oggi rappresenta il 58 per cento delle riserve valutarie globali, il 54 per cento della fatturazione delle esportazioni e 88 per cento delle transazioni in valuta

di Mario Seminerio

Come noto anche ai paracarri, Donald Trump ritiene che un deficit commerciale indichi debolezza economica e geopolitica. Le cose non stanno sempre e necessariamente in questi termini. Di certo, così non stanno per gli Stati Uniti, che dispongono della valuta di riserva planetaria e beneficiano (ma evidentemente per Trump non è così) di afflussi di capitale che a loro volta sono l’immagine speculare del deficit commerciale.

Iper dazi a chi rifiuta il dollaro
Come che sia, Trump vuole un riequilibrio del deficit commerciale americano ma anche un dollaro che resti forte.
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Golden power: il governo faccia voto di astinenza

È diventato ormai uno strumento per tutte le stagioni e tutti gli scopi

di Istituto Bruno Leoni

Nelle ultime settimane si è parlato molto di Golden Power. Lo si è fatto in termini generali (“sta funzionando, e lo dimostra il fatto che l’abbiamo utilizzato con sapienza, responsabilità e sempre in maniera efficace”, ha detto il ministro Adolfo Urso). E lo si è fatto in relazione ai casi che hanno agitato le cronache finanziarie e industriali: per esempio l’opa lanciata da Unicredit sul Banco popolare di Milano alla fine dell’anno scorso e l’offerta pubblica di scambio di Monte dei paschi di Siena su Mediobanca, oltre alla joint venture tra Generali e Natixis nel settore assicurativo.
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Germania, quale futuro per la Legge sul Riscaldamento?

In Germania si parla sempre più spesso di riscaldamento domestico. Con l’arrivo della legge sul riscaldamento (Heizungsgesetz 2025) e il conseguente aumento della Tassa sulla CO2, le cose stanno cambiando rapidamente per chi utilizza impianti a gas o gasolio. Cosa significa per imprese e privati? 

di Olaf Zinke

La legge sul riscaldamento è una delle normative più controverse degli ultimi anni in Germania. Adottata dalla coalizione semaforo nel 2023, questa legge prevede l’obbligo, a partire dal 2024, di installare sistemi di riscaldamento a energie rinnovabili nei nuovi edifici. La normativa stabilisce che almeno il 65% dell’energia utilizzata nei nuovi impianti di riscaldamento debba provenire da fonti rinnovabili, lasciando un periodo di transizione per gli edifici esistenti.
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