Nelle ultime settimane, le preoccupazioni per lo stato dell’economia e i sondaggi, che suggerivano che un numero quasi record di americani riteneva che il loro Paese fosse sulla “strada sbagliata”, faceva presagire una serata magica per i repubblicani. Tuttavia, sembra che la strategia democratica – di concentrarsi sulla democracy on the ballot– sia riuscita a galvanizzare i giovani elettori e mobilitare la loro base
di Francesca Salvatore
Più di qualcuno l’aveva predetto contro ogni previsione. Sebbene i risultati del Senato siano ancora attestati su un tossup al cardiopalma, la Camera del Congresso Usa non registra una Red Wave come avrebbero sperato Donald Trump e i Repubblicani. Eppure, nel tradizionale disegno delle Midterm la stangata per Joe Biden avrebbe dovuto rispettare la legge del pendolo, considerando che secondo gli exit poll (Edison Research) circa 7 elettori su 10 in queste elezioni hanno dichiarato di essere insoddisfatti dello stato delle cose nel Paese. Circa 1 su 3 aveva poi citato l’inflazione come la questione più importante nel proprio voto.
Le carenze programmatiche del Gop
Al netto dei risultati specifici e delle sorprese eventuali negli swing states, i Repubblicani sembrano aver compiuto un errore speculare a quello dei dem: mancare di dettagli. L’ultima volta che hanno avuto il controllo della presidenza, della Camera e del Senato, dopo che Trump è stato eletto presidente nel 2016, erano inciampati gravemente sulla promessa di eliminare l’Affordable Care Act, si sono spaccati e sono stati gravati dalla condotta di Trump. Nel 2018 hanno perso la Camera e nel 2020 il Senato. Hanno cercato di trarre vantaggio dal sentimento nazionale spingendo sul dove intervenire: inflazione, criminalità (legandola perennemente al fattore immigrazione) e cattiva condotta di Biden. I candidati repubblicani hanno affermato di poter abbassare il costo della vita, blindare i confini (soprattutto quello meridionale) ma non hanno fornito una piattaforma dettagliata (tantomeno comune) sul come: perchè le Midterm sono importanti ma non sono come le elezioni presidenziali.
Le anomalie del 2022
Il 2022 di per sé, è stato un anno anomalo. Una stagnazione politica ha attanagliato il Paese, già affetto dal post-pandemia. Il secondo semestre, invece, ha ribaltato umori ed equilibri: nonostante la politica estera smuova poco l’elettorato americano, la narrazione del conflitto in Ucraina si è intrecciata a questioni ideologiche e pragmatiche con le quali gli elettori si sono ritrovati a fare i conti. A giugno, la Corte Suprema ha ribaltato la Roe vs Wade, aprendo un lungo dibattito. La decisione ha causato un cambiamento immediato nei calcoli elettorali, poiché molte donne e alcuni uomini hanno risposto con rabbia e determinazione usando le urne per esprimere il proprio sgomento.
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di Francesca Salvatore
Più di qualcuno l’aveva predetto contro ogni previsione. Sebbene i risultati del Senato siano ancora attestati su un tossup al cardiopalma, la Camera del Congresso Usa non registra una Red Wave come avrebbero sperato Donald Trump e i Repubblicani. Eppure, nel tradizionale disegno delle Midterm la stangata per Joe Biden avrebbe dovuto rispettare la legge del pendolo, considerando che secondo gli exit poll (Edison Research) circa 7 elettori su 10 in queste elezioni hanno dichiarato di essere insoddisfatti dello stato delle cose nel Paese. Circa 1 su 3 aveva poi citato l’inflazione come la questione più importante nel proprio voto.
Le carenze programmatiche del Gop
Al netto dei risultati specifici e delle sorprese eventuali negli swing states, i Repubblicani sembrano aver compiuto un errore speculare a quello dei dem: mancare di dettagli. L’ultima volta che hanno avuto il controllo della presidenza, della Camera e del Senato, dopo che Trump è stato eletto presidente nel 2016, erano inciampati gravemente sulla promessa di eliminare l’Affordable Care Act, si sono spaccati e sono stati gravati dalla condotta di Trump. Nel 2018 hanno perso la Camera e nel 2020 il Senato. Hanno cercato di trarre vantaggio dal sentimento nazionale spingendo sul dove intervenire: inflazione, criminalità (legandola perennemente al fattore immigrazione) e cattiva condotta di Biden. I candidati repubblicani hanno affermato di poter abbassare il costo della vita, blindare i confini (soprattutto quello meridionale) ma non hanno fornito una piattaforma dettagliata (tantomeno comune) sul come: perchè le Midterm sono importanti ma non sono come le elezioni presidenziali.
Le anomalie del 2022
Il 2022 di per sé, è stato un anno anomalo. Una stagnazione politica ha attanagliato il Paese, già affetto dal post-pandemia. Il secondo semestre, invece, ha ribaltato umori ed equilibri: nonostante la politica estera smuova poco l’elettorato americano, la narrazione del conflitto in Ucraina si è intrecciata a questioni ideologiche e pragmatiche con le quali gli elettori si sono ritrovati a fare i conti. A giugno, la Corte Suprema ha ribaltato la Roe vs Wade, aprendo un lungo dibattito. La decisione ha causato un cambiamento immediato nei calcoli elettorali, poiché molte donne e alcuni uomini hanno risposto con rabbia e determinazione usando le urne per esprimere il proprio sgomento.
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