Anno X - Numero 37
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Eugenio Montale

mercoledì 26 novembre 2025

ProtectEU, la nuova architettura della sicurezza europea

Nel momento in cui l’Unione Europea ridefinisce il proprio ruolo nello scenario globale, la sicurezza emerge come nuovo terreno di integrazione funzionale. ProtectEU non rappresenta soltanto una risposta alle minacce, ma un progetto politico di coesione che trasforma la sicurezza in uno dei pilastri di una sovranità europea condivisa e moderna

di Elena Cioffi

La sicurezza è il fondamento di tutte le nostre libertà.” Con queste parole, la Commissione Europea ha presentato il 1 aprile 2025, a Strasburgo, ProtectEU, la nuova strategia di sicurezza interna dell’Unione. Non si tratta di un documento tecnico né di un aggiornamento di politica pubblica. ProtectEU ridefinisce il modo in cui l’Europa pensa e costruisce la propria sicurezza, trasformandola in un progetto politico condiviso.
Con questa iniziativa, l’Unione inaugura un nuovo ciclo strategico, volto a sostituire l’attuale Strategia dell’UE per l’Unione della Sicurezza (2020-2025) elaborata nel contesto post-pandemico e focalizzata sulla cooperazione giudiziaria, contrasto al terrorismo e resilienza digitale. ProtectEU raccoglie l’esperienza precedente ma estende significativamente l’approccio, integrando sicurezza, governance e autonomia strategica in una prospettiva di lungo periodo. In un’epoca segnata da minacce ibride, cyberattacchi e tensioni geopolitiche crescenti, ProtectEU mira a rafforzare la resilienza dell’Unione e le sue capacità di difesa, conciliando la protezione dei cittadini con la tutela dei valori democratici che costituiscono il cuore del progetto europeo.

Perché è necessaria una nuova strategia
Negli ultimi anni, la trasformazione del contesto geopolitico ha mostrato con chiarezza che l’Europa deve concepire la sicurezza oltre la mera difesa territoriale. Le sfide contemporanee non conoscono confini, poiché si muovono attraverso reti digitali, infrastrutture energetiche, catene logistiche e spazi informativi. L’Unione Europea, consapevole della frammentazione delle risposte finora adottate, ha deciso di unificare la propria azione attraverso una strategia che superi i limiti nazionali e settoriali.

ProtectEU nasce dunque come una nuova architettura integrata della sicurezza, basata su prevenzione, cooperazione e coordinamento multilivello. L’iniziativa promuove una cultura comune della sicurezza che permea ogni ambito dell’azione europea, dalla legislazione economica alle politiche sociali, dalla ricerca tecnologica alla gestione delle crisi. In tal modo, la strategia trasforma la resilienza in un vero strumento di integrazione funzionale, rafforzando la capacità dell’Unione di agire in modo unitario, efficace e riconoscibile sulla scena globale.

I tre pilastri di ProtectEU
ProtectEU si articola in tre pilastri strategici che riflettono un profondo cambiamento nella concezione della sicurezza, intesa non più solo come difesa da minacce esterne ma come costruzione proattiva di una società europea più coesa, preparata e consapevole.

Il primo pilastro, forse il più innovativo, adotta un whole-of-society approach, ovvero un coinvolgimento dell’intera società nella costruzione della sicurezza comune. La protezione non resta più compito esclusivo delle forze dell’ordine, ma richiede una rete di responsabilità condivisa che unisca istituzioni, cittadini e imprese in un impegno comune. L’obiettivo consiste nel promuovere una cultura diffusa della prevenzione, capace di generare un tessuto di corresponsabilità e di rafforzare la coesione europea dall’interno.

Il secondo punto della strategia integra la sicurezza in tutte le politiche europee. Ogni nuova legislazione o programma di finanziamento dell’Ue dovrà includere una valutazione preventiva dell’impatto sulla sicurezza interna. Il cambiamento coinvolge anche settori finora considerati “neutri”, come energia e mobilità, ora analizzati anche attraverso la lente della sicurezza. Questo approccio, ispirato al mainstreaming già sperimentato in altri ambiti, previene vulnerabilità sistemiche e rafforza la coerenza complessiva dell’azione europea.

Il terzo punto ProtectEU prevede un forte aumento degli investimenti europei in sicurezza, con particolare attenzione alle tecnologie emergenti e alla formazione di competenze specializzate. In questo modo, ProtectEU non si limita a reagire ai rischi, ma li anticipa, trasformando la sicurezza in una dimensione strutturale del progetto economico e politico dell’Unione.

Il nuovo modello di coordinamento
Un tratto distintivo di ProtectEU riguarda un nuovo modello di governance, concepito per garantire coordinamento, trasparenza e reattività tra le istituzioni europee. Non una somma di iniziative nazionali, ma un sistema integrato in cui ogni livello svolge un ruolo specifico e interconnesso. Questo modello punta a superare le frammentazioni amministrative e promuovere un’azione più rapida e coerente.

All’interno di questo quadro, la Commissione Europea assume una funzione di coordinamento centrale, grazie all’istituzione del Commission Project Group on European Internal Security, un gruppo interservizi incaricato di monitorare e guidare l’attuazione della strategia. La Commissione intende trasformarsi in un hub strategico di sicurezza, in grado di integrare dati, conoscenza e capacità operativa, un’evoluzione che consolida il suo ruolo come motore della resilienza europea.

Un altro elemento chiave di ProtectEU riguarda la sua dimensione democratica. La strategia prevede meccanismi di reporting regolare al Parlamento Europeo, garantendo il controllo e la legittimazione democratica delle politiche di sicurezza. Anche il Consiglio partecipa attivamente, definendo obiettivi strategici e valutando i risultati delle azioni attuate. L’impianto si ispira ai principi di responsabilità istituzionale e trasparenza, per evitare che la sicurezza si trasformi in un ambito eccezionale, sottratto al controllo pubblico. In un contesto segnato da crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni, questa trasparenza rafforza credibilità e fiducia nel progetto comune.

Sul piano operativo, ProtectEU rafforza in modo decisivo il ruolo delle principali agenzie europee, considerate elementi costitutivi dell’infrastruttura di sicurezza comune. Europol evolve in una vera agenzia operativa, con competenze estese nel contrasto alla criminalità organizzata e alle minacce ibride. Eurojust consolida il coordinamento giudiziario tra Stati membri, colmando le lacune normative transnazionali, mentre Frontex espande la propria capacità fino a 30.000 agenti, garantendo una gestione integrata delle frontiere esterne e risposte più tempestive alle crisi. Enisa, infine, assume il centro europeo per la cybersicurezza, guidando l’attuazione della direttiva Nis2 e potenziando le reti digitali europee.

Strumenti innovativi per la sicurezza europea
Oltre alla sua dimensione tecnica, ProtectEU introduce strumenti operativi innovativi che segnano un passo decisivo nella gestione integrata della sicurezza europea. Tra questi, l’Integrated Security Operations Centre (Isoc) rappresenta il cuore tecnologico e strategico della nuova infrastruttura di protezione dell’Unione. L’Isoc opererebbe come una rete permanente di monitoraggio e coordinamento, con la funzione di garantire allerta rapida, risposta immediata e gestione delle crisi in tutti i domini fornendo una visione unificata delle minacce e delle vulnerabilità che attraversano il territorio dell’Unione.

In parallelo, la strategia prevede l’adozione del Regolamento europeo sulla sicurezza delle informazioni, pensato per creare un quadro normativo comune dedicato alla protezione dei dati sensibili e delle comunicazioni classificate all’interno delle istituzioni europee. Attualmente in fase di approvazione, il regolamento punta a rafforzare l’interoperabilità tra le strutture europee, proteggendo i flussi informativi e prevenendo fughe di dati o attacchi informatici. In tal modo, la tutela delle informazioni diventa parte integrante della resilienza istituzionale, trasformando la gestione dei dati in un elemento di sovranità digitale condivisa.

L’introduzione di questi strumenti segna un passaggio decisivo: la sicurezza europea non si limita più a un mosaico di politiche separate, ma si configura come un ecosistema integrato dove tecnologia, governance e cultura della prevenzione convergono in un unico spazio operativo. Con ProtectEU, l’Unione si dota di un’infrastruttura che non solo reagisce alle minacce, ma di anticiparle, coordinando analisi e operazioni all’interno di una piattaforma comune. In questo modo, la strategia diventa il segno di una nuova fase dell’integrazione europea, in cui la sicurezza si afferma come motore di coesione e legittimità politica.

In definitiva, ProtectEU rappresenta molto più di una strategia di sicurezza: è una dichiarazione di maturità politica dell’Unione Europea. La sicurezza, intesa come bene pubblico europeo, si trasforma nel linguaggio dell’integrazione, un codice attraverso cui gli Stati membri, pur mantenendo la propria sovranità, collaborano alla costruzione di una protezione collettiva. In questo equilibrio tra efficienza operativa e legittimazione democratica si misura la forza del progetto europeo, che con ProtectEU riafferma la propria vocazione originaria, quella di un attore geopolitico capace non solo di reagire, ma di prevedere, prevenire e proteggere.

Elena Cioffi per Geopolitica.info

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