Il regolamento europeo sull'Ai prevede un'autorità nazionale di vigilanza. E il governo candida l'Agenzia per l'Italia digitale al ruolo. Ma servono investimenti e personale
di Luca Zorloni
Un'agenzia nazionale per vigilare sull'intelligenza artificiale. La prevede l'Ai Act, il regolamento comunitario sugli algoritmi in fase di negoziazione tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo. E la cerca il governo Meloni, che, se tutto va come da copione, tra un anno dovrà identificarla per effetto delle regole europee. Un nome c'è. Ed è quello dell'Agenzia per l'Italia digitale (Agid).
Lo ha fatto nelle scorse settimane il sottosegretario all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti, che ha identificato nell'ufficio nato per coordinare la digitalizzazione della pubblica amministrazione come il candidato ideale a cui affidare la vigilanza sull'intelligenza artificiale. Anche perché dopo la nascita dell'Agenzia nazionale per la cybersicurezza nazionale (Acn), Agid è stata alleggerita di alcuni compiti sul fronte cybersecurity.
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