Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

mercoledì 9 dicembre 2020

Dopo il Covid-19 la Cina riprende a correre

Anche nel 2020 la Cina sarà uno dei pochi paesi al mondo a registrare una crescita del Pil vicina al 2 per cento. Continua dunque la lunga cavalcata dell’economia cinese alla rincorsa del primato mondiale. La strategia per superare gli Usa entro il 2030

di Rony Hamaui e Marco Lossani

Prima una lotta senza quartiere al virus, poi il sostegno al sistema economico per favorirne la ripresa e infine la definizione di un piano di lungo periodo che tenga conto dell’evoluzione dello scenario internazionale. È la strategia messa a punto in atto dal governo cinese che, entro il 2030, dovrebbe consentire all’economia del Celeste Impero di superare il Pil americano, diventando la prima potenza economica del pianeta.

La battaglia contro il Covid-19 è stata vinta con una guerra lampo durata poco più di due mesi e costata 4.500 morti e circa 85 mila contagi. Nulla a confronto di quanto si è visto negli Stati Uniti e nel Vecchio Continente. Certo, sono state usate misure straordinarie da molti ritenute difficilmente attuabili in una democrazia occidentale. Ma è anche vero che numerosi paesi democratici dell’estremo oriente – quali Taiwan, Corea del Sud, Giappone – hanno conseguito risultati simili grazie all’esperienza delle precedenti epidemie, la determinazione dei loro governi e un forte senso civico.
Sul fronte economico il risultato di Pechino rischia di essere ancora più clamoroso. Grazie a vigorose politiche monetarie e creditizie che hanno sostenuto consumi e investimenti, ma soprattutto un ritrovato, ancorché inatteso, vigore delle esportazioni verso i paesi occidentali in lockdown, l’economia cinese ha conosciuto una flessione solo nel primo trimestre, subito recuperata nei mesi successivi. Così, a fine anno, la Cina sarà uno dei pochi paesi al mondo a chiudere con un Pil in crescita di quasi il 2 per cento, per arrivare a registrare nel corso del 2021 – secondo le ultime stime del Fondo monetario internazionale – uno sviluppo superiore all’8 per cento, trainato dai consumi (anziché da investimenti ed esportazioni). Una situazione molto diversa da quella prevalente nei paesi occidentali dove, sulla base di stime che ancora non incorporano pienamente gli effetti della seconda ondata della pandemia, gli analisti si aspettano una caduta del Pil del 4,6 per cento negli Stati Uniti, del 8,3 per cento nell’area dell’euro e vicino al 10 per cento in Italia e Gran Bretagna.

Così la lunga cavalcata dell’economia cinese alla rincorsa del primato mondiale, iniziata alla fine dello scorso secolo, potrà continuare tranquillamente e porterà il Pil nominale cinese a superare quello degli Usa nel 2030.

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