di Mattia Madonia
L’altro giorno una mia amica ha ammesso di ascoltare i miei messaggi vocali su Whatsapp a velocità 2x. Provando a riascoltarli a mia volta, la mia voce sembra quella di una papera robotica che si mangia le parole. Lo so, i messaggi vocali lunghi possono essere una scocciatura, e sopra i tre minuti c’è chi si rassegna e li cataloga come podcast, eppure ci sono rimasto male, come se il tempo dedicato a registrarli fosse stato tagliuzzato, perdendo di valore. Alla domanda sul perché di questa scelta la sua risposta è stata secca: “Devo ottimizzare il mio tempo”. Un altro segnale a riguardo mi è arrivato quando un utente sui social mi ha scritto di aver apprezzato un mio articolo “nonostante la lunghezza”. Un longform sulle 10mila battute si legge approssimativamente in meno di dieci minuti, a mio avviso un tempo accettabile per approfondire un argomento. Mi sono però sentito quasi in colpa per aver sottratto a qualcuno dei preziosi momenti della propria vita.
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