di Matteo Fabbri
Ursula von der Leyen è rientrata a Bruxelles dopo aver concluso il tour sudamericano che l’ha vista protagonista la scorsa settimana in Messico e Cile ma soprattutto in Argentina e Brasile, due componenti del blocco Mercosur (oltre a Uruguay e Paraguay). La presidente della Commissione vuole accelerare e concludere l’accordo commerciale tra l’Unione europea e i Paesi dell’area «entro la fine dell’anno». Un obiettivo ambizioso in vista della ripresa dei negoziati, dopo che il trattato sottoscritto nel 2019 – che rimuove le barriere commerciali e facilita lo scambio di beni e servizi tra le due macroaree – non è stato ratificato dai vari Stati.
«L’accordo Ue-Mercosur è l’accordo commerciale più grande e ambizioso che sia l’Unione europea che il Mercosur abbiano mai negoziato», ha detto von der Leyen a Buenos Aires. Il messaggio è chiaro: la leader vuole concludere l’accordo prima della fine del suo mandato e con gli spagnoli e i brasiliani che da luglio guideranno rispettivamente il Consiglio dell’Ue e il gruppo Mercosur, i presupposti per un’accelerata dovrebbero esserci.
Per arrivare ad un’intesa, però, bisognerà superare prima di tutto le resistenze interne di Paesi come Francia o Austria che chiedono un accordo maggiormente vincolante dal punto di vista ambientale, ma anche la tutela di settori strategici come l’agricoltura. Per questo motivo i negoziatori europei hanno inviato all’inizio di quest’anno un addendum contenente misure più stringenti sulla sostenibilità e sulla deforestazione, che renderebbero obbligatori alcuni requisiti dell’accordo di Parigi.
Dal punto di vista procedurale, è molto probabile che l’accordo con il Mercosur richieda solo l’approvazione del Parlamento europeo e una maggioranza qualificata dei Paesi al Consiglio. Per riuscire a bloccare l’iter non basterebbe quindi l’opposizione di due o tre Stati membri (che non sembrano neanche così determinati) ma sarebbe necessario un blocco più ampio.
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