Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 15 dicembre 2020

La Cina rafforza i suoi legami con i Paesi sudamericani

L’aumento della presenza cinese in America meridionale è osteggiato dagli Stati Uniti, che ancora oggi considerano l’intero continente come il proprio giardino di casa.

di Giulio Chinappi  

La stampa cinese ha dato notizia (diverse settimane fa n.d.r.) di una lunga e cordiale conversazione telefonica avvenuta martedì 29 settembre tra il presidente Xi Jinping ed il suo omologo argentino, Alberto Fernández. Il risalto dato a questo evento si inserisce nel contesto di rafforzamento dei legami tra Pechino ed alcuni Paesi del continente americano, fatto che mette chiaramente a repentaglio lo storico dominio politico ed economico che gli Stati Uniti hanno imposto sulle Americhe.
“La pandemia Covid-19 è un test severo per il mondo intero – ha affermato il capo di stato cinese – aggiungendo che di fronte alla malattia, sia il governo cinese che quello argentino hanno aderito al principio di mettere le persone e la vita al primo posto, assegnando priorità alla vita e alla salute delle persone”. Xi Jinping ha anche detto che “la Cina è disposta a continuare a fornire tutta l’assistenza consentita dalla sua capacità per il Paese sudamericano e ad approfondire la cooperazione bilaterale sui vaccini”.

In seguito all’elezione di Alberto Fernández alla presidenza dell’Argentina, il nuovo governo ha imposto un deciso cambio di rotta nelle relazioni internazionali rispetto a quanto accaduto nel corso del mandato del filostatunitense Mauricio Macri. La leadership di Fernández ha permesso a Pechino di operare un riavvicinamento con Buenos Aires, e proprio per questo Xi ha sottolineato che “la Cina attribuisce grande importanza alle sue relazioni con l’Argentina, sostiene l’Argentina nello sviluppo della sua economia e nel miglioramento del benessere delle persone, e ha piena fiducia nella futura cooperazione tra i due Paesi”. Il presidente cinese ha anche invitato “le due parti a implementare seriamente i grandi progetti esistenti, ad aprire nuove frontiere per la cooperazione e ad approfondire gli scambi interpersonali, in modo da spingere per un maggiore sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Argentina”.

Notando che l’Argentina e la Cina condividono basi comuni su molte questioni, come la difesa del multilateralismo e la lotta ai cambiamenti climatici, Fernández ha affermato che l’Argentina è disposta a rafforzare la comunicazione e la cooperazione con la Cina su numerose questioni. “Lo sviluppo della Cina rappresenta un’importante opportunità per l’Argentina e il rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi è una priorità assoluta nella politica estera argentina”, ha detto il presidente del Paese sudamericano, aggiungendo che “l’’Argentina spera di approfondire la cooperazione con la Cina in un’ampia gamma di settori come il commercio, gli investimenti, le infrastrutture e la finanza, e nel quadro della Belt and Road Initiative”.

Nella stessa giornata di martedì 29 settembre, il ministro degli esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, ha presenziato all’arrivo dell’ottavo volo di aiuti umanitari provenienti dalla Cina, comprendenti quindici tonnellate di medicinali ed altre forniture sanitarie per combattere il Covid-19. Affermando che entrambe le nazioni stanno rafforzando la propria alleanza, Arreaza ha lanciato un monito nei confronti di Washington: “Dobbiamo dare una notizia agli Stati Uniti: Venezuela e Cina ora più che mai saranno vicine”.

Alla presenza dell’ambasciatore cinese a Caracas, Li Baorong, il ministro degli esteri ha sottolineato che il rapporto Venezuela-Cina è “riuscito a portare tonnellate di attrezzature e forniture mediche; mentre dagli Stati Uniti abbiamo ricevuto solo sanzioni e blocchi“. In questo modo, i due Paesi hanno rafforzato i legami di cooperazione per lo sviluppo nel bel mezzo di sanzioni e attacchi unilaterali da parte dell’amministrazione statunitense. Li Baorong ha risposto che le strette relazioni tra Cina e Venezuela hanno permesso di mettere in piedi una strategia efficace in risposta agli attacchi imperialisti aggravati dall’attuale situazione pandemica, aggiungendo che il Venezuela sarà uno dei primi Paesi stranieri a ricevere il vaccino cinese contro il Covid-19.

Il rafforzamento dei legami che intercorrono tra la Cina e questi due Paesi sudamericani, ai quali vanno aggiunti il Nicaragua e Cuba per quanto riguarda l’America centrale e caraibica, mettono chiaramente a repentaglio il progetto statunitense di egemonia sull’intero continente, coltivato per secoli dalle amministrazioni di qualsiasi indirizzo politico. Recentemente, l’europarlamentare spagnolo Manu Pineda, eletto tra le fila di Izquierda Unida (IU), ha accusato gli Stati Uniti di praticare una politica estera che si configura come una “nuova versione della Dottrina Monroe“, criticando l’atteggiamento di Washington nei confronti dei Paesi latinoamericani.

La preoccupazione degli Stati Uniti appare lampante anche quando si ascoltano le parole del segretario di stato Mike Pompeo, che lunedì 28 settembre ha annunciato che gli Usa si prodigheranno nella costruzione di una fantomatica alleanza internazionale anticinese, qualificando il Partito Comunista di “minaccia per la libertà”. Un attacco che in realtà palesa una malcelata e profonda debolezza, evidenziata dall’isolamento internazionale nel quale sono piombati gli Stati Uniti su numerose questioni. Ad oggi, non solo il progetto egemonico globale, ma anche quello continentale perseguito da Washington rischia di crollare come un castello di carte sotto i colpi inferti dal dragone cinese.

Giulio Chinappi per World Politics Blog

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