Anno IX - Numero 14
Quando non si vuole fare i conti con le proprie cose si dovrà alla fine farli con i propri fantasmi.
Soren Kierkegaard

martedì 17 novembre 2020

Cosa significa ridurre il debito pubblico

Il dramma della politica economica italiana di questi anni è che governo e media ragionano come se la riduzione del debito pubblico fosse “evidentemente e per definizione” un obiettivo desiderabile, anzi l’obiettivo fondamentale da perseguire

di Marco Cattaneo

Cos’é il debito pubblico? Una “public liability”, un impegno che lo Stato emittente deve onorare.
Cos’é la moneta? Idem: una “public liability” che lo Stato emittente deve onorare. Cambia solo la natura dell’impegno: il debito pubblico a scadenza deve essere rimborsato, la moneta deve essere accettata dall’emittente per saldare impegni finanziari nei suoi confronti. E l’impegno finanziario principale per i cittadini di uno Stato è il pagamento delle tasse.

Fa una grande differenza? Se lo Stato emette debito pubblico espresso nella sua moneta, praticamente nessuna. Quando mi scade un titolo di Stato, lo presento per il rimborso e lo Stato mi può sempre rimborsare, se la moneta di emissione è la moneta nazionale.
Non esiste il rischio di essere costretti al default. C’è il rischio di emettere troppe passività – debito o moneta è lo stesso – e quindi di immettere troppo potere d’acquisto nell’economia, creando problemi di eccesso d’inflazione.

Ma oggi, pressoché in tutto il mondo economicamente sviluppato, l’inflazione è un problema in quanto troppo bassa, non troppo alta.

Per l’Italia il debito pubblico è realmente un problema, ma solo perché abbiamo commesso il catastrofico errore di convertirlo in una moneta emessa e gestita da terzi, che non sono disposti a garantire incondizionatamente il rimborso e il rifinanziamento del debito pubblico.

È un problema che ci siamo creati da soli, senza che ne esistesse alcuna necessità economica.

Gli sforzi di riduzione del debito pubblico ottengono lo stesso effetto di una riduzione della moneta, del potere d’acquisto, a disposizione di famiglie, aziende e settore pubblico. Servono a deflazionare l’economia. In certi momenti può essere opportuno. Oggi (da molti anni in qua, in effetti) è catastrofico.

Il problema non è risolvibile a meno che le regole di funzionamento dell’eurosistema non mutino, consentendo politiche fiscali molto più espansive (no, il Recovery Fund non basta, nemmeno lontanamente; anzi rischia di essere controproducente).

O, in alternativa, che l’Italia non riprenda il controllo dell’emissione monetaria. Non necessariamente tornando alla lira: basta la Moneta Fiscale.

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