di Paul Steinhardt
Nel mio ultimo contributo ho espresso la speranza che la Banca Centrale Europea non si lasci più strumentalizzare politicamente "dalla Germania e dagli altri falchi del deficit". Le dichiarazioni in arrivo dagli ambienti della Bce e la crescita dei rendimenti sui titoli di stato italiani a 10 anni fanno tuttavia temere che la Bce, come è già accaduto in Grecia, intenda dettare la politica di bilancio ad un governo eletto democraticamente.
Proprio nell'ultima "Financial Stabilty Review" (Fsr) di ieri è contenuta la dichiarazione
secondo la quale la "condotta di bilancio" di alcuni paesi con un elevato rapporto debito/Pil potrebbe avere degli effetti sui rendimenti dei titoli di stato dell'area dell'euro. È noto che il rapporto debito/Pil italiano, pari al 132% del Pil, nell'eurozona è superato solo dalla Grecia. Si tratta di una minaccia per niente velata da parte della Bce nei confronti del nuovo governo italiano: se non proseguite con l'austerità, allora lasceremo che i rendimenti sui titoli di stato italiani aumentino.
Il vicepresidente uscente della Bce Vítor Constancio conferma, in maniera non proprio diplomatica, la mia interpretazione in questo passaggio della Fsr:
“Italy should keep within EU rules on its fiscal policy. That’s the message.”
Che questa affermazione non sia una vuota minaccia lo dimostra il confronto fra Germania e Italia sull'andamento negli ultimi 6 mesi del differenziale di rendimento dei titoli a 10 anni.
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