di Mario Seminerio
La Casa Bianca aggira il sistema di dispute della WTO, che richiede comunque anni per giungere a “sentenza”, e che gli americani stanno comunque boicottando, impedendo la nomina dei membri del panel che deve dirimere le dispute, e lo fanno invocando la sicurezza nazionale. I mercati azionari hanno reagito subito male, scordandosi timori e paranoie sul numero di rialzi dei tassi ufficiali che la Fed attuerà quest’anno.
La Ue ha già annunciato, se i dazi americani saranno confermati, misure di “salvaguardia” per evitare di farsi inondare da acciaio e alluminio da paesi che esportavano negli Usa, e misure direttamente ritorsive contro produzioni americane. Tra i probabili target di quest’ultime ci sono i formaggi del Wisconsin e il bourbon del Kentucky, che “casualmente” sono i collegi elettorali dei due leader Repubblicani di Senato e Camera, Mitch McConnell e Paul Ryan.
La Cina, che è obiettivo della misura americana, e che da anni alluviona il mondo con il suo eccesso di capacità produttiva, sarebbe però colpita in modo trascurabile, perché esporta una quota modesta di acciaio e alluminio negli Usa, essendo già assoggettata a tariffe e quote. Il timore degli americani è però che acciaio e alluminio cinesi arrivino da paesi terzi dove Pechino possiede impianti. Probabile che Canada, Messico e Germania chiedano di essere esentate dalla misura, in quanto alleati militari degli Usa e/o facenti parte di accordi commerciali regionali.
La misura avrà effetti a cascata non lievi, considerando che negli Usa ci sono circa 6,5 milioni di persone che lavorano in settori che impiegano acciaio ed alluminio, contro soli 80 mila occupati nell’acciaio, e la sostituzione di produzioni importate con quelle domestiche causerà comunque aggravi di costi.
La Casa Bianca aggira il sistema di dispute della WTO, che richiede comunque anni per giungere a “sentenza”, e che gli americani stanno comunque boicottando, impedendo la nomina dei membri del panel che deve dirimere le dispute, e lo fanno invocando la sicurezza nazionale. I mercati azionari hanno reagito subito male, scordandosi timori e paranoie sul numero di rialzi dei tassi ufficiali che la Fed attuerà quest’anno.
La Ue ha già annunciato, se i dazi americani saranno confermati, misure di “salvaguardia” per evitare di farsi inondare da acciaio e alluminio da paesi che esportavano negli Usa, e misure direttamente ritorsive contro produzioni americane. Tra i probabili target di quest’ultime ci sono i formaggi del Wisconsin e il bourbon del Kentucky, che “casualmente” sono i collegi elettorali dei due leader Repubblicani di Senato e Camera, Mitch McConnell e Paul Ryan.
La Cina, che è obiettivo della misura americana, e che da anni alluviona il mondo con il suo eccesso di capacità produttiva, sarebbe però colpita in modo trascurabile, perché esporta una quota modesta di acciaio e alluminio negli Usa, essendo già assoggettata a tariffe e quote. Il timore degli americani è però che acciaio e alluminio cinesi arrivino da paesi terzi dove Pechino possiede impianti. Probabile che Canada, Messico e Germania chiedano di essere esentate dalla misura, in quanto alleati militari degli Usa e/o facenti parte di accordi commerciali regionali.
La misura avrà effetti a cascata non lievi, considerando che negli Usa ci sono circa 6,5 milioni di persone che lavorano in settori che impiegano acciaio ed alluminio, contro soli 80 mila occupati nell’acciaio, e la sostituzione di produzioni importate con quelle domestiche causerà comunque aggravi di costi.
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