Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

mercoledì 18 ottobre 2017

L'Europa a due velocità passa per il sacco di Roma

L’eurocrisi sta entrato nell’ultima fase e, guardando indietro, si può finalmente afferrare il grande disegno nel suo complesso: tutte le tappe salienti dell’Unione Europea, dal Trattato di Maastricht all’imposizione dell’austerità, passando per la demolizione della Prima Repubblica ed il sostegno alle forze secessionistiche, sono riconducibili ad un solo, coerente, obiettivo

di Federico Dezzani

La fondazione degli Stati Uniti d’Europa, allargati all’intero continente, è stata scartata da anni, sempre che sia stata mai presa seriamente in considerazione. Dal 2011 in avanti, si persegue la nascita di un nocciolo federale circoscritto a Germania, Francia e realtà minori. Il destino dell’Europa meridionale è il default e lo smembramento, così da annettere alcuni territori agli USE: l’uscita dall’Unione Europea è l’unica salvezza per Italia e Spagna.

Macron, Monti e Bossi nella stessa squadra
Comprendere lo sviluppo dell’eurocrisi è come osservare la costruzione di un grattacielo di cui non si conosce il progetto: ogni volta si crede di aver afferrato il disegno nel suo insieme, per poi scoprire che c’è un altro piano, poi un altro ancora , ed un altro ancora. L’edificio continua a crescere e, solo quando la costruzione ha raggiunto l’altezza delle gru, si può finalmente esclamare: è chiaro! È finalmente chiaro ciò che gli architetti (ma meglio sarebbe dire “il Grande Architetto dell’Universo”) avevano in mente!

L’ottobre del 2017 corrisponde, per chi scrive, con questa presa di coscienza. Dopo anni di austerità che hanno esacerbato le tensioni nell’europeriferia e deteriorato le finanze pubbliche, dopo le palesi forzature per insediare l’ex- Rothschild Emmanuel Macron all’Eliseo, dopo i proclami per “un’Europa a due velocità”, dopo il palese sostegno di Bruxelles alle spinte secessionistiche in Spagna ed Italia, è finalmente tutto chiaro. Un disegno logico, pulito e coerente. E, bisogna aggiungere, diabolico, perché prevede l’annichilimento dei più deboli: i Paesi dell’Europa Meridionale.

Nei nostri articoli abbiamo sempre evidenziato come la crisi dell’euro fosse stata deliberatamente progettata dall’oligarchia di Bruxelles: calando un regime a cambi fissi su un’area monetaria non ottimale era solo questione di tempo prima che, al primo choc esterno (bancarotta di Lehman Brothers), si innescasse il ciclo di Frenkel. I capitali, confluiti dal centro verso la periferia, defluiscono improvvisamente verso il centro, facendo tremare i titoli di Stato dei Paesi più deboli. A questo punto i membri dell’unione monetaria hanno dinnanzi a sé due strade: la prima, procedere con l’istituzione di un Tesoro unico e la fondazione di un super-Stato, la seconda, procrastinare l’inevitabile fine del regime a cambi fissi, imponendo una massiccia e letale dose di austerità alla periferia, così da riequilibrare le bilance commerciali. Con la prima strada, sarebbero nati i massonici Stati Uniti d’Europaallargati all’intero continente, con la seconda, presto o tardi l’euro sarebbe imploso, a causa del continuo deteriorarsi delle finanze pubbliche in Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, etc.

Non conoscendo il disegno nel suo complesso, ci dicevamo, fino a poco tempo fa, piuttosto ottimisti: la moneta unica sarebbe inevitabilmente collassata e le nazioni europee si sarebbero finalmente liberate dal giogo di Bruxelles.

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