Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 21 febbraio 2017

Incidenti e costi nascosti: che cosa insegna il nucleare francese

Il 78% dell’elettricità francese è prodotta dalle centrali nucleari, ma il governo ha adottato una strategia per portare questa quota al 50% entro il 2025. Intanto si riapre il dibattito dopo l’esplosione all’impianto di EDF di Flamanville e le spese fuori controllo del colosso elettrico d’Oltralpe.

di Gianluca Ruggieri

L’industria nucleare è tornata a far parlare di sé. A fine gennaio, EDF, l’azienda elettrica francese proprietaria di tutti gli impianti nucleari attivi nel Paese, ha deciso di iniziare il lento processo che dovrebbe portare a una progressiva denuclearizzazione delle forniture elettriche d’Oltralpe. Attualmente il 78% dell’elettricità francese è prodotta da fonte nucleare, ma il governo ha adottato una strategia per portare questa quota al 50% entro il 2025. Pilastro della strategia è il limite alla potenza installata.
Quindi, in previsione dell’attivazione del nuovo impianto di Flamanville, era necessario scegliere quale altro impianto disattivare. EDF ha cercato di resistere lungamente alle pressioni governative ma ha poi dovuto cedere, decidendo così di spegnere definitivamente l’impianto di Fessenheim, vicino al confine tedesco e non lontano da quello svizzero.

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