Anno IX - Numero 12
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Carl von Clausewitz

martedì 27 febbraio 2024

Nodo immigrazione: tentativo di governo per Biden, campagna elettorale per Trump

Donald Trump critica il disegno di legge sull’immigrazione senza leggerlo, preferendo sfruttare il tema per fini elettorali, e ostacolando il progresso legislativo attraverso la sua influenza. Il nuovo articolo di Domenico Maceri sulla politica statunitense

di Domenico Maceri

«È un pessimo disegno di legge per la sua carriera». Così Donald Trump ha commentato l’intesa sull’immigrazione guidata da James Lankford, senatore repubblicano dell’Oklahoma, preparata in cooperazione con Kyrsten Sinema, senatrice indipendente dell’Arizona, e Chris Murphy, senatore democratico del Connecticut. Trump non aveva nemmeno letto la bozza del disegno di legge, ben 370 pagine di testo, ma aveva bocciato l’iniziativa perché vuole usare il caos al confine col Messico nella campagna elettorale. L’ex presidente vede l’immigrazione come punto debole di Joe Biden e non vuole parlare di soluzioni che potrebbero aiutare il suo probabile rivale alle presidenziali di quest’anno.

La bozza sull’immigrazione consisteva in realtà di un pacchetto di 118 miliardi di dollari che includeva anche fondi per l’Ucraina, Israele e alcuni Paesi dell’Asia. Per quanto riguarda il confine col Messico la misura includeva 20 miliardi da spendere per i controlli dei migranti. Si credeva che il mix avrebbe ottenuto abbastanza supporto bipartisan conquistando i 60 voti necessari per sottoporlo al voto del Senato. Dopodiché la misura sarebbe arrivata alla Camera e alla fine alla Casa Bianca per la firma di Biden. Nulla di ciò è avvenuto poiché gli attacchi di Trump hanno minato il percorso uccidendo l’intesa bipartisan.

La misura non era perfetta ma si trattava di passi avanti per affrontare il nodo immigrazione. Il fatto che l’ultra conservatore sindacato delle Guardie della Frontiera lo avesse approvato ci conferma che esistono punti di un certo valore. C’erano però opposizioni dai repubblicani spronati da Trump al Senato che hanno persino spaventato Mitch McConnell. Il senatore del Kentucky e leader della minoranza repubblicana al Senato si era dichiarato favorevole ma una volta emerso il “veto” di Trump ha alzato bandiera bianca. Si era opposta anche la sinistra vedendo nella bozza aspetti disumani che riflettono l’aspra politica dell’amministrazione Trump. Chuck Schumer, senatore democratico di New York e presidente della Camera Alta, ha sottomesso la misura al voto, sapendo benissimo che sarebbe stata bocciata. Infatti, solo 49 senatori hanno votato a favore, 11 meno del requisito per procedere al voto. I 49 voti favorevoli includono 45 democratici e 4 repubblicani. Sei senatori democratici hanno votato contro incluso Schumer, il che gli darebbe l’opportunità di riproporre la misura in futuro anche se questa possibilità appare molto remota.

L’opposizione alla Camera era già stata annunciata dallo speaker Mike Johnson anche prima di avere letto il testo della bozza. Si tratta di una presa di posizione strettamente politica poiché Trump ha il controllo quasi totale dei parlamentari repubblicani mentre al Senato il suo controllo è meno solido. La Camera, infatti, per fare piacere a Trump e mantenere in primo piano la questione dell’immigrazione, ha tentato di sottoporre Alejandro Mayorkas, segretario della Homeland Security (Interni) all’impeachment. Mayorkas era accusato di non avere gestito bene la situazione al confine senza però offrire documentazioni esaurienti. Si trattava semplicemente di una misura con toni strettamente politici che cercavano di colpire indirettamente Biden. Nonostante la maggioranza repubblicana alla Camera la misura è stata bocciata (216 contrari, 214 favorevoli). Un esito imbarazzante per lo speaker che non era riuscito a calcolare quanti dei suoi colleghi lo avrebbero appoggiato. Un altro tentativo di approvare un pacchetto per Israele si è rivelato anche un fiasco per Johnson che fino adesso continua ad avere il sostegno di Trump ma potrebbe vedersi rimpiazzato da un altro “golpe” come è successo al suo predecessore Kevin McCarthy.

Trump ha intuito molto bene che una legge che migliori la situazione al confine gli toglierebbe una probabile carta vincente all’elezione di novembre. Risolvere la crisi sull’immigrazione non entra affatto nel suo programma come avviene non solo in America ma in altri Paesi. I repubblicani e la destra in generale si possono dichiarare duri contro i migranti e riescono a cogliere frutti elettorali mediante la paura causata dagli stranieri. Nel caso di Trump l’immigrazione irrisolta sta diventando sempre più importante poiché le altre questioni che prima erano problematiche per Biden come l’economia e l’inflazione sono già migliorate. Difatti persino la Fox News, la rete di Rupert Murdoch, grande alleata di Trump, ha recentemente fatto notare che l’economia con Biden sta andando a gonfie vele. Ciononostante l’americano medio continua a non crederci ma i sondaggi più recenti ci indicano che gli americani stiano aprendo gli occhi a questo fatto.

Il senatore Lankford, commentando la presa di posizione di Trump sul suo disegno di legge in un’intervista alla Cnn, ha chiarito giustamente che il leader del suo partito “si sta concentrando sulla campagna elettorale”. Lui invece si sta concentrando “a fare tutto quello che può per la sicurezza del Paese senza considerazione dei cicli elettorali”. Lankford è stato rieletto al Senato nel 2022 avendo ottenuto l’endorsement di Trump. La prossima volta che dovrà correre per rielezione sarà nel 2028 e ovviamente spera che Trump sarà fuori dalla politica. Forse allora il Partito Repubblicano ritornerà ai suoi valori tradizionali invece di riflettere i capricci personali di un leader con tendenze dittatoriali.

Domenico Maceri per World Politics Blog

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