Anno X - Numero 39
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Eugenio Montale

martedì 18 febbraio 2020

La politica che insegue gli umori

I Decreti sicurezza (il primo approvato nel novembre 2018, il secondo nell'agosto 2019) restringono le possibilità di accoglienza degli stranieri, prevedono multe per chi soccorre i migranti e più poteri al Viminale. La politica dovrebbe proporre idee, non inseguire gli umori, peraltro molto mutevoli, della gente, deve indicare una strada in cui crede e convincere le persone che è quella giusta

di Marco Aime*

A volte il silenzio è più inquietante di mille parole, anche se urlate e violente. Le dichiarazioni e le azioni, spesso di stampo discriminatorio, sono odiose, ma almeno sono percepibili, individuabili e (non sempre) hanno un autore.

Se vedo il nemico, posso tentare di affrontarlo. Ma il silenzio non ha nome, non è di nessuno e per questo è più infido. Sto pensando alla totale mancanza di coraggio (ammesso che si tratti di questo e non di vera e propria adesione volontaria all'idea opposta) della "sinistra" di affrontare con coraggio e sulla base di valori che dovrebbero essere propri della sua costituzione, il tema dell'immigrazione.

Tutti a condannare i Decreti sicurezza, quando Salvini li firmò; nessuno che osi toccarli ora che l'ex ministro dell'interno non è più al governo. E nelle campagne elettorali si evita di parlare di questi temi. Si tace, per paura di perdere qualche voto. Dove sta allora la differenza tra le due parti?

Siamo così sicuri che se si portasse avanti un discorso chiaro, aperto, fondato su valori come la solidarietà, l'uguaglianza, la libertà, la dignità che ogni essere umano merita la gente non capirebbe? Ne siamo così certi? Oppure siamo stati così condizionati dall'immagine creata e alimentata da una certa destra, da non riuscire più a vedere che c'è una parte sana della popolazione, che in quei valori crede ancora e, forse, non ha mai smesso di crederci, che non si fa sopraffare dalle retoriche della paura?

La politica dovrebbe proporre idee, non inseguire gli umori, peraltro molto mutevoli, della gente, deve indicare una strada in cui crede e convincere le persone che è quella giusta.

Ma per indicare una via, occorre crederci per davvero e questo è il grande dubbio che inizia a insinuarsi: quella parte della politica italiana che dovrebbe portare avanti certi valori, ci crede in quei valori? Oppure li usa solo quando è all'opposizione, come arma contro la destra, per poi nasconderli sotto il tappeto, quando si tratta di fare delle scelte? Come diceva Don Abbondio: «Il coraggio, uno non se lo può dare», ma inseguire le destre sul loro terreno è una battaglia persa. Se devo scegliere, meglio l'originale, non la copia.

*Marco Aime è docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova. Giornalista, è stato protagonista di numerosi viaggi e ricerche in Africa occidentale e sulle Alpi. Ha scritto numerosi libri di saggistica e alcuni libri di narrativi e per bambini.









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