Anno IX - Numero 14
Quando non si vuole fare i conti con le proprie cose si dovrà alla fine farli con i propri fantasmi.
Soren Kierkegaard

martedì 5 marzo 2019

I limiti politici della Bce

Le politiche monetarie della Bce, rappresentate in 8 grafici dall’economista Ashoka Mody, si manifestano senza mezzi termini come politiche fallimentari: con un approccio del tutto asimmetrico, volto a combattere l’inflazione anche quando è solo un fantasma e a intervenire con esitazione e in ritardo sulle tendenze deflazionistiche, la Bce  ha infilato l’Eurozona in una palude di bassa inflazione cronica, amplificando le divergenze tra paesi a tutto detrimento dell’Italia. I limiti politici strutturali della Bce le impediscono un’azione efficace e autorevole sui mercati

di Carmen The Sister

Hélène Rey, professore alla London Business School, sostiene che la Federal Reserve statunitense determina la politica monetaria globale. La Fed determina il tasso di interesse della valuta dominante a livello mondiale, il dollaro Usa. Le decisioni politiche della Fed, quindi, innescano il “ciclo finanziario globale”, che determina i flussi di capitale globale in tutto il mondo, ponendo forti restrizioni alle politiche monetarie nazionali.

Alcuni, tuttavia, insistono sul fatto che tutte le banche centrali sono ugualmente efficaci (o inefficaci). Claudio Borio della Bank of International Settlements sostiene che le politiche della banca centrale non sono in grado di determinare i tassi di inflazione. La competizione internazionale mantiene l’inflazione globale bassa e le banche centrali, nel maldestro tentativo di prevenire la deflazione, riducono i tassi di interesse a livelli molto bassi. In questo modo le banche centrali incoraggiano gli investimenti speculativi, che alla fine scatenano crisi finanziarie. Raghuram Rajan, economista dell’Università di Chicago, rientra tra questo gruppo di economisti.

Altri sostengono l’opposto, incolpando tutte le banche centrali di aver dimostrato un’ingiustificata timidezza dopo l’inizio della crisi finanziaria globale (Gfc). Tali critici affermano che nessuna tra le banche centrali “è riuscita a portare l’inflazione all’obiettivo dichiarato”, in quanto non hanno usato pienamente la loro capacità di stimolare l’economia.

Rey ha ragione nel dire che la Fed è la banca centrale più potente al mondo, ma non solo per la ragione da lui sottolineata. La Fed è anche la banca centrale più autorevole al mondo, il che la rende estremamente influente a livello nazionale, oltreché a livello internazionale. La Fed ha alzato il tasso di inflazione degli Stati Uniti al suo obiettivo del 2%. Gli interventi della Fed, precoci e aggressivi, hanno contribuito a spingere l’economia statunitense verso una più rapida ripresa; quella stessa audacia ha impedito la caduta delle aspettative di inflazione. Al contrario, la Bank of Japan (BOJ) e la Banca centrale europea (Bce), avendo lasciato scendere troppo i tassi d’inflazione, si sono dimostrate incapaci di riportarli all’obiettivo.

I commentatori a volte considerano la Boj inadeguata rispetto alle altre banche centrali, presumibilmente perché ha fallito, nonostante i grandi sforzi compiuti, nel suo tentativo di far ripartire l’inflazione. Molti, soprattutto Paul Krugman, sottolineano la scarsa efficacia della Boj, per la quale investitori e consumatori hanno perso la fiducia nella possibilità che la Boj portasse avanti le sue politiche di stimolo.

Da questa prospettiva, Mohamed El-Erian, principale consigliere economico di Allianz, ha recentemente descritto la Fed e la Bce come “le due banche centrali più importanti dal punto di vista sistemico“. Ma accomunare Fed e Bce è appropriato? In questo saggio, documento i costi della timidezza della Bce, che, a mio avviso, deriva dai limiti politici delle sue azioni e che rende la Bce, almeno per certi aspetti, ancora meno efficace della Boj.

Il ritardo della Bce nel quantitative easing
La Bce è fortemente avversa all’inflazione, ma è più tollerante nei confronti delle tendenze deflazionistiche. Questa predisposizione asimmetrica non è il risultato del suo mandato di raggiungere la stabilità dei prezzi. La Bce ha scelto di interpretare questo mandato in modo asimmetrico. Si è concentrata sul mantenimento dell’inflazione al di sotto del 2 percento, ma ha minimizzato l’obiettivo di mantenere l’inflazione vicina al 2 percento.

In periodi di pressione inflazionistica, l’impegno ideologico per la “stabilità dei prezzi” fa sì che la Bce mantenga una politica monetaria restrittiva. Questa ideologia si è manifestata tra il 2001 e il 2003. Sebbene il ritmo del rallentamento dell’economia e i tassi di inflazione fossero simili su entrambe le sponde dell’Atlantico, la Bce ha abbassato i tassi di interesse solo lentamente e con riluttanza, mentre la Fed ha ridotto i tassi drasticamente. La Bce ha prestato maggiore attenzione all’inflazione piuttosto che al rallentamento economico. Quando i leader nazionali fecero pressioni sul presidente della Bce Wim Duisenberg perché allentasse la politica monetaria, come è noto egli replicò: “Sento ma non ascolto“. Allo stesso modo, dopo l’inizio della Gfc  (la grande crisi finanziaria,ndt), la prima azione della Bce nel luglio 2008 fu di alzare il tasso di interesse; la Bce alzò i tassi ancor più seriamente in aprile e luglio 2011, scatenando il panico finanziario e spingendo l’eurozona in condizioni recessive prolungate. In ciascuno di questi casi, la Bce stava combattendo la minaccia di un’inflazione fantasma, senza considerare che il rallentamento economico in corso avrebbe moderato l’inflazione.

La condivisione ideologica della decisione di innalzare il tasso di interesse era tale che persino Mario Draghi, spesso considerato più equilibrato tra i suoi zelanti colleghi del Consiglio direttivo della Bce, difese pubblicamente la logica del vergognoso rialzo dei tassi del luglio 2011, sia prima che dopo la decisione.

Mentre l’ideologia univa il Consiglio direttivo nella lotta contro l’inflazione, la divergenza degli interessi nazionali la tratteneva dal contrastare la deflazione. Gli interessi divergenti si sono palesati in maniera evidente verso la fine del 2012.

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