Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 12 febbraio 2019

Difesa dall'inflazione: torna l'investimento prudente

Una ricaduta positiva della risalita dello spread? Difficile dirlo, perché spesso non è facile comprendere le scelte della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp)

di Beppe Scienza*

Dal 24 gennaio sono di nuovo disponibili buoni fruttiferi postali (Bfp) indicizzati all’inflazione, titoli emessi appunto dalla Cdp che le Poste si limitano a collocare, rimborsare ecc. Erano tre anni, precisamente dal 17-2-2016, che non venivano più offerti. Ed era un peccato, perché sono l’impiego più prudente dei risparmi per il proverbiale buon padre (o madre!) di famiglia.

Il primo motivo è il loro aggancio al costo della vita in Italia, che difende validamente il potere d’acquisto delle somme accantonate. Il secondo è la possibilità di disinvestire in qualunque momento senza ottenere mai meno della somma investita, al netto anche dell’imposta di bollo. Il terzo la duplice garanzia della Cdp e dello Stato.


Certo che non sono perfetti, ma come suol dirsi la perfezione non è di questo mondo. Come redditività non c’è da scialare: con appena lo 0,1% annuo più dell’inflazione la difesa dalla perdita di potere della moneta è buona, ma non totale. Alcune serie del 2011-2012, come la J19 o la J27, garantivano un rendimento netto superiore all’inflazione, per quanto alta. A proposito: fino a inizio 2016 i Bfp avevano nomi semplici, dopo invece sigle alquanto ostiche. La serie attuale in particolare è la IL110A190124.

Certo che uno può ottenere tassi reali più alti a scadenza e anche oltre un 1,5% annuo lordo oltre al carovita, comprando Btp Italia o Btp-i abbastanza lunghi, coi quali però potrà andare incontro a perdite anche sensibili, nel caso di una impellente necessità di smobilizzo e quotazioni crollate, magari per un’ulteriore risalita del famigerato spread.

Può darsi poi che in futuro le Poste offrano buoni fruttiferi indicizzati migliori. Ma questo non può preoccupare chi sottoscrive quelli in emissione, perché potrà sostituirli coi nuovi senza costi. Viceversa, essendo imperscrutabili i processi decisionali della Cdp, essa potrebbe parimenti sospenderne di punto in bianco l’emissione. Quindi, chi pensasse di sottoscriverne, magari non indugi troppo.

Nel complesso i Bfp indicizzati si possono considerare più sicuri di qualunque conto deposito, di qualsiasi polizza vita, di qualsivoglia fondo pensione. Per altro non si può escludere al 100% un’inflazione italiana bassissima per i prossimi dieci anni, ma io scrivo per chi, come me, non conosce il futuro. E vuole rischiare il meno possibile.

Beppe Scienza è Professore universitario presso l'ateneo di Torino e saggista. Dal 2001 mette in rete informazioni e denunce sul tema del risparmio e della previdenza