Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 6 novembre 2018

Un fantasma si aggira per l’Italia: il rossobrunismo

S'avanza una strana sinistra anche da noi: sovranisti, pro-Putin e contro Stati Uniti, immigrazione ed Europa. Indagine sulla sinistra populista alle vongole e i loro amichetti di Casa Pound

di Steven Forti

Sempre di più si parla di rossobrunismo. È un fantasma ormai che si aggira per l’Europa. E ovviamente anche per l’Italia, il cui contesto politico, soprattutto dopo la formazione del governo Lega-M5S, non può che favorire la diffusione di idee di questo tipo. Gli si dedicano articoli su giornali, riviste e pagine web. E il termine è molto presente sui social, anche se molti soggetti definiti come rossobruni, smentiscono o non accettano tale etichetta. Ma di cosa stiamo parlando in realtà? Perché questo è il nocciolo della questione.

In realtà il rossobrunismo è un magma piuttosto indistinto in cui entrano in gioco diversi ambiti politici che condividono, a volte senza ammetterlo, alcune idee di fondo: il sovranismo, la lotta alla globalizzazione e al capitalismo, l’astio nei confronti della sinistra socialdemocratica, la critica serrata all’Euro e all’Unione Europea, un marcato anti-americanismo, la simpatia per la Russia di Putin, la condanna del cosiddetto buonismo della sinistra, soprattutto su temi quali l’immigrazione, la critica più o meno serrata del femminismo, della teoria gender o delle lotte LGTBI.

A monte c’è l’idea di un socialismo nazionale, che beve da teorizzazioni ed esperienze degli anni interbellici e che ha vissuto diversi aggiornamenti negli ultimi settant’anni. Si tratta di quella fusione di socialismo e nazionalismo che aveva avuto nel sindacalista rivoluzionario Georges Sorel uno dei suoi mentori; una fusione rivendicata poi dallo stesso Mussolini che aveva affascinato non pochi dirigenti politici e intellettuali di sinistra tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale: da Nicola Bombacci a Ottavio Dinale, da Curzio Malaparte a Edmondo Rossoni, giusto per rimanere in Italia. Il fascismo, in parole povere, come vera realizzazione del socialismo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ci sarebbero stati i gruppuscoli post-fascisti di Terza Posizione, l’esperienza sui generis dei nazimaoisti, il pensiero filosofico di Costanzo Preve e un largo eccetera. Sembrava cosa del passato, ma così non è. Quando ci si trova in una situazione di crisi – politica, economica, culturale, di valori – o di cambi epocali, come nell’attualità, il rossobrunismo, più o meno dichiarato, ritorna di moda.

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