Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 12 dicembre 2017

Cosa ci fanno migliaia di capre alpine francesi sugli Urali?

Hanno fatto un viaggio di oltre cinquemila chilometri, fino in Russia. Da settembre con il loro latte è iniziata la produzione di Camembert e di altri formaggi a pasta morbida sotto sanzione

di Julija Shevelkina

Nel novembre del 2016, alcuni giovani “nobili” francesi di appena sei mesi iniziarono un viaggio che molti possono solo sognare. Partendo dal comune di La Boissière-des-Landes, paesino della Vandea, nella regione dei Paesi della Loira, attraversarono cinque frontiere e percorsero oltre cinquemila chilometri, prima di arrivare non lontano da Ekaterinburg. Ed è proprio qui, in una fattoria, che ora vivono questi esemplari di capra alpina francese.


Novembre sugli Urali è un mese freddo e nevoso, ma le capre si sono adattate facilmente al nuovo clima. La locale azienda agricola Ugmk-Agro ha appositamente attrezzato per loro una delle sue stalle, con caldaie e impianti di areazione, per mantenere una temperatura costante di comfort tra gli 11 e i 14 gradi. Già dopo sei mesi le capre hanno messo alla luce i primi eredi e dunque iniziato a produrre il primo latte, con il quale presto comincerà sugli Urali la produzione della versione russa di molti tipici formaggi francesi, tra i quali Bûche de Chèvre, Camembert, Valençay, Crottin de Chavignol e altri.

Un business sotto sanzioni

Secondo quanto racconta Ilija Bondarev, direttore generale della Ugmk-Agro, l’azienda ha fatto ricadere la scelta sui formaggi morbidi di alta gamma per due motivi. Innanzitutto, perché in Russia ci sono già abbastanza produttori di formaggi a pasta dura. E poi perché i formaggi morbidi, con un periodo di conservazione non troppo elevato, erano difficili da trovare nella regione degli Urali già prima delle controsanzioni alimentari introdotte nel 2014. Quindi, anche se un giorno dovessero essere tolte, l’azienda non teme il ritorno della concorrenza dei produttori francesi.

Il programma finalizzato allo sviluppo dell’allevamento di pecore e capre è stato ratificato dal Ministero dell’Agricoltura russo per il periodo 2012-2014, con programmazione fino al 2020. Per lo sviluppo di questi settori sono stati stanziati 9,5 miliardi di rubli (137,5 milioni di euro) dal bilancio federale e 2,8 miliardi di rubli dai budget regionali (40 milioni di euro)Anche la scelta di occuparsi di allevamento di capre non è casuale. “In Russia questo settore è a un livello embrionale. Non molto tempo fa sono stati varati degli aiuti statali. E inoltre il latte di capra è ipoallergenico e va bene per chi ha problemi con il latte di vacca. Abbiamo visto la nicchia di mercato e ci siamo infilati”. Al momento di dover scegliere il partner industriale, nella holding Ugmk-Agro hanno studiato la struttura del gregge e la cultura dell’allevamento caprino in vari Paesi europei. “Abbiamo visto che sebbene in Francia il numero di capi di bestiame non sia il maggiore, la percentuale di latte che va alla produzione di formaggio è incomparabilmente più alto”, ha spiegato ancora Bondarev.

Così la Ugmk-Agro ha chiuso un accordo con la francese Kbs-genetic per la fornitura di mille capre da latte nella regione di Sverdlovsk. Il contratto da un milione di euro è stato firmato quando le capre non erano ancora nate, per via della grandissima richiesta di esemplari di questa razza. La loro caratteristica è di non essere troppo esigenti per quanto riguarda il mangime e di dare una buona quantità di latte, ricco di proteine e con un’alta percentuale di grassi, il che lo rende ottimo per la produzione del formaggio.

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