Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 25 luglio 2017

Macron e il golpe silenzioso

Stravolgendo alcune tradizioni istituzionali molto consolidate in Francia – in particolare abolendo l’intervista in cui il presidente si rivolge direttamente al popolo il 14 luglio – Macron calpesta lo spirito e la lettera della Costituzione e manifesta tutto il suo disprezzo per il popolo e per i suoi stessi sostenitori, al punto da configurare un silenzioso colpo di stato. D’altra parte, argomenta Jacques Sapir sul sito francese Causeur, Macron non dà importanza alla sovranità nazionale, di cui il popolo è depositario, ed è quindi costretto a distruggerne i simboli: tanto più che – a causa dell’astensione altissima – non può appoggiarsi a una reale maggioranza popolare che l’abbia votato.

di Jacques Sapir

La messa in opera del “sistema Macron” continua, sia nella sua dimensione formale, sia in quella informale. Le due dimensioni ci confermano la natura autoritaria del sistema, sotto la ostentata maschera della “benevolenza”. Gli incidenti che si sono moltiplicati in Parlamento, dove La République en Marche e i suoi alleati monopolizzano la maggior parte dei seggi, con la decisione del Presidente di rivolgere un messaggio al Congresso (Assemblea Nazionale e Senato) riunito a Versailles, non sono di buon auspicio. I progetti di ordinanze e di leggi completano il quadro.

Un colpo di Stato silenzioso ?
Un primo incidente ha dunque segnato la sessione inaugurale del Parlamento eletto nelle ultime elezioni. Al di là dell’elezione di Francesco de Rugy – tipico rappresentante dell’opportunismo parlamentare più sfrenato e una delle personalità meno onorevoli di questa assemblea – è la monopolizzazione dei seggi da parte di En Marche, in particolare per quanto riguarda i ruoli di questore, che ha attirato l’attenzione. Naturalmente, nulla impedisce al partito di maggioranza in Assemblea di arraffare tutte le cariche. Ma questo sistema di occupare tutti i posti, tipico degli Stati Uniti, è profondamente estraneo alla cultura politica francese. Quest’ultima, proprio perché siamo in un sistema in cui i poteri non sono rigorosamente separati – come avviene invece negli Stati Uniti – ha inscritto nelle sue pratiche il requisito del pluralismo. È questa la tradizione che En Marche ha calpestato. Ma c’è stato anche di peggio, vale a dire una manifestazione di disprezzo nei confronti dell’opposizione. Il Presidente della Repubblica è infatti in procinto di praticare un vero e proprio colpo di stato silenzioso.

Il colpo di stato riguarda i suoi avversari, ma è rivolto anche contro i suoi sostenitori. Come non vedere che la decisione di Emmanuel Macron di parlare a entrambe le camere in seduta comune minerà l’autorità e la credibilità del suo primo ministro Edouard Philippe? Certo, il rapporto tra il presidente e il suo primo ministro non è mai stato semplice nella Quinta Repubblica. Ma, perlomeno, ci metteva un paio di mesi prima di degradarsi in modo esplicito. Oggi, il presidente intende mostrarci fin da subito che è lui l’unico a prendere decisioni: che non è la massima autorità, bensì l’unica. E così facendo stravolge ancora una volta la Costituzione della Quinta Repubblica, e in misura di gran lunga maggiore rispetto a chiunque tra i suoi predecessori. Questo, combinato con la debolissima legittimità di un’assemblea eletta da meno del 16% degli aventi diritto, è davvero il segno di un colpo di stato silenzioso.

Quando il presidente non rispetta nemmeno lo spirito della legge…
La decisione di Emmanuel Macron di non dare l’intervista tradizionale in occasione del 14 luglio, e di presentare invece un messaggio al Congresso riunito per l’occasione a Versailles, sono entrambi gesti che mostrano un profondo disprezzo per coloro che lo hanno sostenuto e che hanno votato per lui e per i candidati che si sono presentati nella lista di En Marche. La riunione del Congresso è la più spettacolare, ma non necessariamente la più significativa. Nella costituzione della Quinta Repubblica, la riunione del Congresso è riservata agli atti solenni. Non alla presentazione del programma del quinquennio. Nel decidere di annunciare il suo programma in questo contesto, Emmanuel Macron dimostra in realtà di capovolgere l’intero edificio costituzionale francese, un edificio che vuole che il governo e il suo leader, il Primo Ministro, determinino e guidino la politica della nazione. Qui dobbiamo ricordare a coloro che li hanno dimenticati, i due articoli della Costituzione della Quinta Repubblica.

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