Anno IX - Numero 12
La storia insegna, ma non ha scolari.
Antonio Gramsci

martedì 11 aprile 2017

Un virus chiamato Italia

C’è un paese che, sempre più spesso, ignora ogni precetto basilare di buonsenso e razionalità. È un paese che ignora il concetto di stop loss, che poi sarebbe lo “staccare la spina” per smettere di sanguinare, e così facendo spesso si imbarca in devastanti moltiplicazioni di danno e perdite. È un paese che si dedica all’accanimento terapeutico come forse mai altri nella storia. Un paese che vorrebbe fermare il mondo per scenderne, e spesso anche fermare il tempo. Un paese che ormai da tempo immemore si sceglie leader con una speciale attitudine a produrre esiti gravemente disfunzionali. 

L’ultimo episodio, ma solo in ordine di tempo, lo abbiamo letto qualche giorno fa sulle agenzie.

«UniCredit ha svalutato di quasi l’80% il proprio investimento nel fondo Atlante. È quanto emerge dal bilancio consolidato 2016 dell’istituto di piazza Gae Aulenti. Al 31 dicembre, infatti, UniCredit deteneva 845 quote del fondo (su 4.249 totali), per un valore di bilancio di 139 milioni, pari ai 686 milioni versati meno la svalutazione da 547 milioni (pari, per la precisione, a una rettifica di valore del 79,7%).
L’impegno residuo per successivi versamenti al fondo è di 159 milioni (l’impegno totale era per 845 milioni). La partecipazione in Atlante è classificata tra le attività finanziarie disponibili per la vendita. Quanto ad Atlante II, UniCredit ha sottoscritto 155 quote per un impegno complessivo di 155 milioni di cui, al 31 dicembre 2016, risultano versati 1,1 milioni»

Una vita breve e grama, quella di Atlante. Fu lanciato, un anno addietro, con la fanfara dello strumento che avrebbe dovuto nientemeno che creare un mercato italiano delle sofferenze, scordando però che quel mercato esiste da tempo. Doveva servire ad impedire la risoluzione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza ma soprattutto evitare che Unicredit, che doveva garantire l’aumento di Vicenza, finisse a gambe all’aria (anche se Federico Ghizzoni ha sempre detto che il rischio non esisteva). Per evitare la destabilizzazione della nostra unica banca globale sistemica, si è scelto di diffondere il contagio all’intero sistema bancario italiano ed alle fondazioni bancarie, che erano faticosamente riuscite a diversificare il proprio portafoglio d’investimento, che spesso conteneva la sola banca conferitaria, e che in Atlante hanno investito. Ora le fondazioni, nella persona del loro Grande Vecchio, Giuseppe Guzzetti, stanno disperatamente cercando di negare la realtà, e rifiutano di valorizzare la quota di Atlante a quello che varrebbe, cioè pressoché zero. Quanto sono lontani i tempi di Enrico Cuccia, che parava il fondoschiena al nostro capitalismo con le pezze al culo (oltre che alla politica), senza scavare fosse comuni ed infettare tutto il paese. Ma era differente il contesto esterno. Quando l’habitat evolve, alcune specie soccombono.

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