Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 9 ottobre 2018

L’anno sbagliato per fare più debito

È arrivata la nota di aggiornamento al Def, con tante nuove voci di spesa. Il governo vuole imprudentemente puntare sull’incremento di deficit e debito proprio quando la Fed si attende di aumentare per tre volte il suo obiettivo di riferimento per i tassi di interesse


di Francesco Daveri

È arrivata la Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza). Con 9 miliardi per redditi e pensioni di cittadinanza, 7 per la controriforma Fornero, 1 miliardo per risuscitare i centri per l’impiego e per le assunzioni del ministro dell’Interno Salvini, 2 miliardi per un assaggio di flat tax e 1,5 miliardi per i truffati dalle banche. Un avvio del programma previsto dalla coalizione Lega-M5s, quasi del tutto finanziato in deficit. Intanto, mentre noi ci guardiamo l’ombelico, il mondo va avanti e i margini di manovra – della manovra, per l’esattezza – si restringono.


La cattiva notizia che fa da sfondo alla legge di bilancio italiana è quella battuta dalle agenzie nella mattinata di giovedì 4 ottobre. I rendimenti dei titoli pubblici decennali americani sono saliti sopra il 3 per cento, al 3,2 per cento per la precisione, tornando ai livelli toccati per l’ultima volta sette anni fa nel giugno 2011. I tassi americani sono spinti all’insù dall’accelerazione dell’economia Usa nella quale – grazie a un ottimo secondo trimestre – la crescita annua è arrivata a sfiorare il 3 per cento.


In America ai dati positivi del Pil si somma una disoccupazione inferiore al 4 per cento e una lieve ripresa della partecipazione al mercato del lavoro capace finalmente di controbilanciare i trend demografici negativi. A loro volta, i due dati si associano a un’inflazione vicina al 3 per cento e a una crescita dei salari stabilmente sopra al 4 per cento. Tutti elementi che descrivono un’economia in accelerazione, che si sta surriscaldando per la prima volta da tanti anni e che ha indotto la Federal Reserve e il suo presidente Jerome Powell a ritenere probabile un altro aumento del federal funds rate, il tasso di riferimento per i mercati finanziari americani, entro la fine di quest’anno e altri tre incrementi nel 2019. Insomma, dall’altro lato dell’Oceano Atlantico arriva un messaggio forte e chiaro: i tassi di interesse di mercato sono in rapido aumento.

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