Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 17 aprile 2018

Bugie e menzogne

Pinocchio era un bugiardo? E il dr. House? Quale dei due faceva più danni?

di Ennio Martignago

Quelle di Pinocchio erano piccole scuse. Dava per scontato che gli adulti sapessero quello che era giusto e viceversa. Non parliamo poi del Grillo Straparlante e della Fatina fosforescente del Raccordo Anulare! Il suo peccato era quello di essere credulone e un po’ scemo: una testa di legno come tante ai giorni nostri.

Discorso diverso quando si parla di truffatori, di gente che ti telefona proponendoti affari inventati o sconti inesistenti; consulenti di investimento che ti propongono affari sicuri; personaggi che si fingono rappresentanti aziendali, pubblici ufficiali o benefattori per estorcere soldi agli anziani. Seduttori e seduttrici che proclamano all’altro di essere follemente innamorati e giurano eterno amore per poi fuggire con il postino il giorno dopo e magari estorcere vitalizi immeritati per avere firmato una truffa legittimata dalla cosca istituzionale nota come “matrimonio”.


In quest’ultimo caso si parla più propriamente di menzogna, ovvero della pratica di indurre l’altro a credere a qualche cosa che si sa non essere vero, o meglio, autentico al solo fine di trarre una propria convenienza ai danni del benessere altrui. I ricchi li chiamano “affari”. Gli inglesi hanno formule sbrigativamente ciniche come “business is business”, “niente di personale: sono solo affari”. I francesi giustificavano qualsiasi nequizia perpetrata per ottenere i propri risultati con “à l’amour comme à la guerre”. Gli atei sono ancora più patetici: sostengono che dovrebbe essere considerato reato fare credere in qualcosa che non esiste come Dio, eppure danno per scontato che siano scientifici assunti senza fondamento come la teoria evoluzionista o l’esistenza di un inconscio ed un Es. E potremmo andare avanti all’infinito distinguendo fra falsità, balle, bubbole, fandonie, fanfaluche, frottole, panzane, raggiri, imposture, inganni, finzioni, doppiezze…

Gran parte dei pazienti chiedono: “Che cos’ho dottore?”. Il medico ha dalla sua un repertorio di nomi a cui corrispondono dei segni (una disciplina, quella della semeiotica medica non più insegnata ai sensi ma al più attraverso i dati delle analisi cliniche) e un po’ di molecole che consentono loro di procedere per tentativi ed errori, e per questo esibisce parole che fanno fine e non impegnano, come, ad esempio: “È solo una virosi, signora: ne girano tante in questo periodo!”. Dopo di che la signora esce tranquilla perché ora sa, conosce la verità, mentre il medico pensava “Boh… per me non è importante: se torna ancora cercheremo qualcos’altro”.

Beh… questa non è una menzogna. Al più una bugia che il più delle volte fa guarire perché convince il destinatario che la realtà è nota e la sua inquietudine conosciuta e quindi sotto controllo.

Diverso il caso del dr. House che saccentemente insegna al proprio codazzo di astrologi che “le persone mentono”: come dire che il medico non lo fa, mentre in tutti i telefilm non fa che raccontar balle a tutti e a se stesso per primo. E la fandonia più grossa è che lui sappia.

Continua la lettura su Medium