Anno IX - Numero 11
La morte è il limite di ogni cosa.
Orazio

martedì 20 novembre 2018

Un futuro di magre pensioni

Le pensioni del futuro avranno un importo adeguato? La bassa crescita e l’alta disoccupazione dell’ultimo decennio le hanno già decurtate rispetto a quanto immaginato nel 1995. E la promessa riforma del sistema pensionistico non migliorerà la situazione

di Lorenzo Forni e Carlo MazzaferroDei provvedimenti di riforma del sistema pensionistico promessi dal governo si enfatizzano, in queste settimane, i possibili effetti di breve termine e, in particolare, la riduzione dell’età di pensionamento per consentire l’uscita anticipata a chi ha avuto carriere contributive lunghe. Poco o nulla si dice invece sulle implicazioni di lungo termine della proposta e soprattutto su quanto i lavoratori oggi giovani potranno attendersi dal sistema contributivo.

In un lavoro recente abbiamo cercato di allargare lo sguardo e ci siamo chiesti quali saranno gli effetti della bassa crescita economica e dell’alta disoccupazione che caratterizzano la nostra economia in questi anni sull’importo della pensione per coloro che sono entrati nel mercato del lavoro dopo il 1995, anno di introduzione del sistema contributivo in Italia.

La formula contributiva correla l’importo della pensione: i) alla crescita reale del Pil; ii) all’aspettativa di vita al momento del pensionamento; iii) alla somma dei contributi versati durante il periodo lavorativo. I tre elementi sono strutturati in modo da garantire la sostenibilità del sistema e sono le variabili chiave per comprendere se gli assegni pensionistici saranno adeguati in futuro.
I dati del recente passato su crescita e occupazione sono noti: la crescita economica italiana è risultata sino a oggi inferiore a quanto il legislatore aveva immaginato nel 1995, mentre la disoccupazione è salita sopra i valori fisiologici, soprattutto per la parte più giovane della popolazione. Quanto al futuro, le previsioni di crescita potenziale dell’economia italiana sono state riviste verso il basso dalle istituzioni di ricerca private come da quelle pubbliche. Lo scenario centrale di Prometeia stima la crescita media reale del Pil nei prossimi tre decenni intorno all’1 per cento, un valore inferiore a quello previsto negli scenari ufficiali del governo, ma in linea con quanto indicato, ad esempio, dal Fondo monetario internazionale.

Le stime
Sulla scorta di queste informazioni abbiamo stimato due indicatori per i lavoratori che hanno iniziato la loro attività dopo il 1995: il livello della pensione futura e il tasso di copertura della pensione pubblica rispetto all’ultima retribuzione.

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