Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 17 luglio 2018

Industria italiana: qual è la causa del declino?

L’integrazione europea ha consegnato al capitale una capacità di riorganizzazione dei rapporti sociali complessivi inedita nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale. Il risultato è stato la ripresa dell’accumulazione guidata dallo strato superiore del capitale, quello maggiormente integrato a livello sovrannazionale, al costo, però, della maggiore distruzione di capacità produttiva manifatturiera dal ’29 di una economia nazionale in stagnazione strutturale e in presenza di livelli occupazionali e salariali permanentemente depressi

di Domenico Moro

Negli ultimi anni si sono formate due opinioni contrapposte sulle cause della decadenza economica e industriale italiana. Schematizzando drasticamente, una riconduce tali cause all’integrazione economica e valutaria europea (Uem), l’altra assolve quest’ultima, escludendo di conseguenza l’utilità di una uscita del nostro Paese dall’euro e dalla Ue. Secondo quest’ultima visione il declino italiano sarebbe imputabile esclusivamente alla mancanza di una politica industriale, collegata alla fragilità della struttura industriale italiana, caratterizzata da imprese nane, poco orientate all’export, scarsamente innovative e concentrate in settori produttivi maturi
(agroalimentare, turismo, beni di lusso).

Il declino italiano, tempi e cifre
Il primo aspetto da chiarire è se e in quale misura il declino italiano, nel Pil e nella manifattura, si sia manifestato nel periodo precedente all’introduzione dell’euro nel 2002. La dinamica del Pil non denota una marcata tendenza al declino, almeno in confronto alla Germania e alla Ue, prima dell’euro (Fig.1). La crescita media annua dell’Italia tra 1995 e 2007 è analoga a quella della Germania (1,5% contro 1,6%), mentre è inferiore, ma non di molto, rispetto a quella della Ue tra 1995 e 2001 (1,7% contro 2,4%). La divergenza tra l’Italia, da una parte, e la Ue e soprattutto la Germania, dall’altra, inizia dopo l’introduzione dell’euro, accelera con lo scoppio della crisi nel 2007-2008, ma si approfondisce solamente a partire dal 2011. Ad ogni modo, tra 2007 e 2017, l’Italia decresce mediamente per anno dello 0,6%, mentre la Ue cresce dello 0,8% e la Germania dell’1,2%.

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