Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 5 giugno 2018

Öttinger, il nostro amico Gunther

Vi ricordate di Gunther Öttinger? È quello che, giocando in squadra con il suo amico Martin, era riuscito a scalzare dalla Commissione Budget la commissaria bulgara Kristalina Georgieva. In gioco, i fondi per la programmazione europea 2012/2027

di Alberto Bagnai

Non sia mai un non tedesco si fosse trovato a maneggiare i fondi per la programmazione europea 2021/2027! La Bulgaria è stato di frontiera, e magari avrebbe posto qualche resistenza alla filosofia immigrazionista che l'altro nostro amico, Wolfgang (Schäuble) aveva imposto, nell'esclusivo interesse della Germania, paese in perenne crisi demografica. Quindi, non sia mai la Kristalina avesse anche pensato non dico a qualche respingimento, ma a un minimo di regole, ecco che il problema è risolto: la si manda alla Banca Mondiale, e al suo posto arriva Gunther, casualmente dello stesso partito della Merkel.

Ah, Gunther! Una pasta d'uomo, e soprattutto, come ci si aspetta da un Cristiano (e Democratico), un uomo di fede. Gunther crede. Crede nel mercato. Crede che i problemi che non riesce a risolvere lui, li risolva il mercato. Lui è riuscito a risolvere il problema di mettere il budget UE pressoché interamente in mano tedesca. Il mercato, secondo lui, risolverà il problema di far votare "bene" (per lui) gli italiani (cioè noi).
Mi direte che pensare una cosa simile non è un grande segno di umanità, o almeno di solidarietà europea, ma poi addirittura dirla non è un gran segno di intelligenza! Sono d'accordo con voi, ma che ci volete fare? Io vi ho sempre detto qual è il difetto dei tedeschi, popolo che personalmente ammiro per quanto ha di buono: qualsiasi altro popolo combatte fino alla vittoria, loro combattono fino alla sconfitta. Amen.

Con questa uscita del nostro amico Gunther (tweet soppresso), e con il comportamento del nostro Presidente della Repubblica, credo che sia definitivamente risolto il problema di far capire, a chi ancora non l'avesse capito, cosa volessi dire nel lontano 2012, quando vi mettevo in guardia con queste parole:





"Deliberata ed esplicita e rivendicata soppressione del dibattito democratico...".

Lo so.

Molti di voi, leggendo queste parole sei anni fa, avranno detto: "Bè, sì, è bravino, certo, è eloquente, senza dubbio, l'euro non funziona, chi lo nega, però in fondo lui esagera...".

E ora vi sorprendete (voi, io no...) nel trovarvi con un governo rifiutato per delitto di opinione (quello sorprendentemente imputato a Paolo Savona), nonostante fosse espressione di giorni e giorni di lavoro di una maggioranza della cui faticosa costruzione, in tempi normali, il Presidente della Repubblica avrebbe potuto giustamente rivendicare il merito.

Ma questo non basta!

Vi trovate anche con un premier uscito fuori dal cilindro (ma in realtà preparato scientificamente a tavolino da mesi, con una ben precisa strategia mediatica che solo agli ingenui poteva sfuggire), il quale, lellero lellero, andrà a farsi votare la fiducia da nessuno. Ma non fa niente: lui è stato scelto perché rassicuri i mercati, o almeno questo è quello che ci dicono, quando in realtà è già assolutamente chiaro dove si voglia andare a parare: avere un docile esecutore che, una volta aizzati i mercati (grazie anche alle parole del buon Gunther o di qualche altro simpatico buontempone della CDU infiltrato o meno a Bruxelles), con la solita scusa dell'emergenza nazionale (FATE PRESTO!), magari chieda un prestito alla troika, e metta il paese sotto commissariamento, o almeno faccia qualche bel decreto "salva Italia" aggredendo il nostro patrimonio immobiliare (perché tanto è lì che vogliono andare a parare, e lo sappiamo bene).

Tutto questo perché l'Italia fa parte di quel club di scriteriati che hanno deciso di non essere liquidi nella propria moneta: situazione quest'ultima che ovviamente, come ogni cosa della vita, espone a rischi (tipicamente, il rischio di quella cosa che oggi non c'è più: l'inflazione), ma che attenua (non voglio dire elimina) il potere di ricatto e di ingerenza di interessi esteri sul processo democratico del Paese.

La situazione nella quale ci troviamo è paradossale sotto molti profili, ma qui mi basterà sottolinearne uno. Sappiamo tutti quali condizioni occorre siano realizzate affinché una moneta unica possa essere sostenibile, sopportabile (perché desiderabile non credo lo sia mai) per stati diversi. Ecco: sono esattamente quelle condizioni che non noi barbari antieuropeisti populisti xenofascioleghisti, ma il nostro amico Gunther, lui così cristiano, così democratico, e così cristiano democratico, ci dimostra essere irrealizzabili in Europa: in primis l'esistenza di una genuina solidarietà politica (ma prima ancora antropologica, culturale...). Mi spiace molto per chi ci accusa a vanvera di essere antitedeschi o antieuropei. Esorto chiunque a cercare in quanto ho scritto parole di indiscriminato biasimo verso il popolo tedesco: non credo ne troverà. Viceversa, le parole di Gunther sono antieuropee, perché sono molto pesanti: esse teorizzano la rappresaglia dei mercati, come i suoi avi, forse, erano parte di quella maggioranza rumorosa di tedeschi che teorizzava le rappresaglie uso Fosse Ardeatine.

Le prime non funzioneranno come non hanno funzionato le seconde, e il motivo sarà lo stesso: non tanto il nostro malanimo (nel mio caso inesistente) verso la Germania, quanto l'insofferenza degli Stati Uniti verso l'arroganza di un paese che in fondo è uscito come noi sconfitto dalla Seconda Guerra Mondiale, ma si erge a dominus del subcontinente europeo portandolo a una balcanizzazione che forse può anche essere funzionale a progetti egemonici di più ampio respiro, ma che d'altra parte evoca lo spettro di sempre: la saldatura fra Russia e Germania (che procede, fra loro, nonostante noi si debba sottostare alle sanzioni).

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